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Juncker: “La Turchia non è pronta né oggi né tra 10 anni per entrare in Ue”

Il presidente della Commissione europea lo ha dichiarato in un'intervista al quotidiano tedesco Handelsblatt. E a Bruxelles il tema migrazioni torna sul tavolo dei capi di Stato e di governo da domani sera
Juncker: “La Turchia non è pronta né oggi né tra 10 anni per entrare in Ue”
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Alla vigilia del vertice Ue per risolvere il difficile puzzle dell’intesa con la Turchia sulla crisi dei migranti, il presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker gela le aspettative di Ankara. Che preme proprio su un punto: l’ingresso nell’Unione Europea. Un passo che Juncker vede lontano, molto lontano. Perché, ha detto in un’intervista in uscita sull’Handelsblatt, “la Turchia non è matura” e, ha aggiunto, non lo sarà neppure tra 10 anni”. Peraltro l’ex primo ministro del Lussemburgo dovrebbe incontrare questa sera il presidente di Cipro Nicos Anastasiades per cercare una soluzione che sia accettabile per la Repubblica: l’isola è divisa dal 1974, con la Repubblica Turca di Cipro Nord che è riconosciuta solo da Ankara.

A Bruxelles il tema migrazioni tornerà quindi sul tavolo dei capi di Stato e di governo dell’Unione da domani sera, dopo la riunione del 7 marzo scorso, quando non si è riusciti a trovare un accordo con la Turchia, anche perché i leader si sono trovati sul tavolo una proposta nuova, concordata la sera prima tra Davutoglu, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il premier olandese Mark Rutte, diversa da quella cui erano preparati. Il summit di lunedì 7 si è quindi chiuso con una dichiarazione di accordo sui principi guida, che ora andranno tradotti in un accordo vero e proprio.

L’obiettivo è quello di arrivare ad avere un accordo complessivo legalmente solido e pratico, spiegano fonti Ue, che consenta di affrontare il prima possibile la questione, mettendo un freno all’afflusso di migranti e richiedenti asilo verso la Grecia, attraverso la Turchia e il mar Egeo. Il focus della riunione sarà su Grecia e Turchia, precisano le fonti, e sulle eventuali rotte alternative, cioè sulla Bulgaria, che ha un confine terrestre e marittimo (il Mar Nero) con la Turchia.

Non sono in agenda come priorità, trattandosi di un vertice che riguarda i rapporti con la Turchia, né la possibile riapertura della rotta adriatica attraverso l’Albania, né la via del Mediterraneo Centrale che parte dalla Libia, e neppure il problema del valico del Brennero, spiegano le fonti. Naturalmente le istituzioni europee tengono d’occhio tutte le possibili rotte alternative, inclusa quella artica che passa dal confine tra Russia e Norvegia, ma il summit di domani sarà concentrato sulla Turchia. Il che vuol dire, per quanto riguarda il lato europeo, i due Stati membri che confinano con essa, cioè Grecia e Bulgaria.

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