Migliaia di persone davanti alla Scala a Milano, Piazza del Pantheon a Roma gremita e una rete di oltre 90 manifestazioni in Italia e all’estero per dire sì all’approvazione della legge sulle unioni civili. In tutto, spiega l’Arcigay, sono “un milione” le sveglie che “hanno suonato oggi in tutto il Paese, il Parlamento le ascolti”. La sveglia è il simbolo dei flashmob a favore del ddl Cirinnà, organizzati da associazioni lgbt, laici, sostenitori o semplici cittadini favorevoli, e accompagnati dallo slogan e hashtag #SvegliaItalia. Iniziative che anticipano di qualche giorno la discussione sul provvedimento che il 28 gennaio approderà in Parlamento e di una settimana il Family Day day. Cento piazze hanno aderito in Italia e all’estero. Ci sono Napoli, Perugia, Catania, Palermo e Sassari ma anche Londra, Berlino, Copenaghen, Limerick, Dublino, Monaco, Francoforte e Boston.

Roma e Milano – Sin dalle 15 piazza del Pantheon a Roma era piena, con tante bandiere della realtà Lgbt racchiusa nelle sigle dell’arcobaleno e slogan. Tra i più ascoltati quello contro la mediazione sul ddl, per l’uguaglianza dei matrimoni tra le coppie. Presente anche il cantante Scialpi, che partecipava insieme a suo marito. 

Folla anche a Milano, dove oltre cinquemila persone si sono ritrovate in piazza della Scala. In tanti hanno una sveglia appesa al collo, disegnata su un cartello con la scritta ‘Sveglia Italia! Fai il primo passo verso l’uguaglianza’. Tra i partecipanti, anche i candidati sindaci alle primarie del centrosinistra, Francesca Balzani, Giuseppe Sala e Pierfrancesco Majorino e il primo cittadino uscente Giuliano Pisapia. Presente anche il ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina, che ha etichettato come “grave errore” la scelta di illuminare il Pirellone con la scritta Family Day e definito “di buon senso” la proposta di legge Cirinnà.

A Firenze hanno partecipato oltre 1.500 persone, 800 a Bergamo, 400 a Pescara e a Torino 7mila. “Non stupisce questa adesione cosi massiccia – ha detto il sindaco Piero Fassino, anche lui alla manifestazione – questa è una città che ha sempre portato avanti le maggiori battaglie per i diritti. Quella per le unioni civili – ha aggiunto – non è una battaglia di schieramento politico ma di civiltà. Si tratta di dare, come chiede ormai da tempo una notevole fetta della società, un giusto riconoscimento a tutte le forme di relazione e affettività”.

L’appello delle associazioni – “Chiediamo al Governo e al Parlamento – si legge nell’appello delle associazioni – di guardare in faccia la realtà, di legiferare al più presto per fare in modo che non ci siano più discriminazioni e di approvare leggi che riconoscano la piena dignità e i pieni diritti alle persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali, cittadini e cittadine di questo Paese”. Le manifestazioni si tengono a sette giorni dal Family Day, che si svolgerà a Roma sabato prossimo, il 30 gennaio, nel segno esattamente opposto a quelle di oggi: appoggiare le parole di Papa Francesco che ieri ha chiesto di non fare confusione “tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione.

“Sono centinaia oramai le adesioni che abbiamo ricevuto. Tra le altre Cgl, Uil, Arci. Si sta verificando una bella risposta laica al family day e quello che vediamo è un quadro inedito”, aveva detto ieri Franco Grillini, presidente di Gaynet. Per Grillini quella di oggi è la “più grande manifestazione lgbt della storia italiana e questo perché ha avuto una grandissima risposta e solidarietà da parte di tanti”.

E’ dello stesso avviso anche il presidente di Arcigay, Flavio Romani, che sottolinea “il bisogno che c’è stato e c’è di dare un segnale alla politica e al Parlamento. Non è nel nostro interesse metterci contro il Family day, non ci interessa aver un confronto perché la nostra manifestazione è stata pensata prima. Noi andiamo in piazza per un obiettivo, avere i nostri diritti, mentre il Family day è una piazza contro le persone omosessuali“. 

Liguria, il presidente della comunità dei musulmani: “Chi forma unioni diverse dalla famiglia tradizionale deve essere tutelato” – “La famiglia tradizionale è costituita da un uomo e da una donna, ma non si possono negare i diritti a chi forma unioni diverse”. A dichiararlo è il presidente della Comunità dei musulmani della Liguria, Zahoor Ahmad Zargar che prosegue: “Parlo a titolo personale non a nome della comunità musulmana ligure che su questo tema non ha preso nessuna posizione, in questo momento abbiamo tanti altri problemi. Io personalmente credo che il mondo stia cambiando e che noi dobbiamo cercare di adattarci alle nuove esigenze. Ogni persona deve avere il diritto di essere come vuole. La famiglia è quella naturale formata da un maschio e una femmina ma questo non deve togliere diritti alle coppie di fatto. Per le unioni di tipo diverso si possono trovare altri nomi, l’importante è garantire i diritti di queste persone, come quelli che riguardano la pensione di reversibilità o le visite in ospedale, e non escluderle dalla società. Nei paesi musulmani di questi argomenti non si parla neppure ma noi islamici che viviamo qua vogliamo che siano garantiti i diritti a tutti”.

Articolo Precedente

Quale famiglia tradizionale? La rete sceglie i testimonial (per ridere) del #familyday

next
Articolo Successivo

Unioni civili, #SvegliaItalia: alla fine l’Italia s’è desta

next