Trentesima fumata nera per l’elezione dei tre giudici costituzionali da parte del Parlamento. Mentre è ancora in corso lo spoglio delle schede nessun candidato ha ottenuto il quorum richiesto. I votanti sono stati 632. In 110 hanno votato per Franco Modugno, in 26 per Gaetano Piepoli e in 16 per Francesco Paolo Sisto. Le schede bianche sono state 444, le nulle 22 mentre 37 voti sono andati dispersi. Il Parlamento è convocato di nuovo domani, 15 dicembre, alle 19.

L’impasse, dunque, rimane: non si riesce a trovare un accordo sui tre giudici mancanti alla Corte costituzionale. Pd, Fi, Ap e Sel avevano annunciato di votare scheda bianca. “Mi auguro che i gruppi si diano da fare perché veramente ne è di mezzo la dignità del Parlamento” aveva detto alla vigilia la presidente della Camera Laura Boldrini che insieme al presidente del Senato Pietro Grasso e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha più volte sollecitato i parlamentari a sbloccare la situazione. “Non possiamo più continuare in questo modo perché questa inconcludenza logora il ruolo del Parlamento. Mi auguro che se non oggi, quanto prima si riesca nell’intento. Noi comunque andremo avanti con convocazioni su base quotidiana. E ci auguriamo che questo serva da stimolo”.

“Eppure qualcosa si muove” sul fronte dell’elezione dei giudici della Corte Costituzionale. Il candidato Pd, secondo quanto detto dal capogruppo alla Camera Ettore Rosato, rimane Augusto Barbera, ma l’orientamento è stato di salvaguardarlo da un possibile indebolimento. Il “cambio di rotta” del Pd potrebbe essere un segnale indirizzato al M5S che due settimane fa, al momento della “pausa di riflessione” imposta dai presidenti di Camera e Senato per indurre i gruppi parlamentari a cercare un accordo su tre nomi condivisi, aveva invitato il Pd a rinunciare alla candidatura di Barbera come condizione per ricercare un’intesa. “Decisione prudente”, ha commentato il presidente del gruppo Misto alla Camera Pino Pisicchio, “a condizione, però, che serva a rimuovere le pregiudiziali e a consentire una convergenza tra i gruppi parlamentari su candidature indipendenti, qualificate per il ruolo e non bandiere di partiti. Ma voglio essere ottimista: la scheda bianca può essere il segnale di una strada in discesa”.

Il primo dicembre scorso, il Parlamento in seduta comune aveva bocciato la terna Sisto-Pitruzzella-Barbera e il secondo (presidente dell’Antritrust) aveva deciso di ritirarsi dalla corsa. Il giorno successivo, Pd, Fi e Ap avevano lanciato Ida Angela Nicotra, ma non era bastato.

Deputati e senatori di Beppe Grillo hanno ribadito il loro “no” a Francesco Paolo Sisto, l’ex presidente della commissione Affari Costituzionali di Montecitorio che risulta indigesto ai M5S perché avvocato di Denis Verdini e Silvio Berlusconi. La soluzione potrebbe esprimersi nell’abbandono della candidatura di Sisto da parte del Pd che potrebbe decidere di sostenere Franco Modugno, il costituzionalista romano candidato dai Cinque Stelle. E la scelta potrebbe sbloccare i consensi dei pentastellati verso Barbera al quale si aprirebbero così le porte della Consulta. L’ipotesi, qualora si concretizzasse, farebbe venir meno la candidatura di Raffaele Squitieri che, secondo quanto si apprende, alternativa a quella di Sisto, sarebbe sponsorizzata da Gianni Letta e Pier Ferdinando Casini.

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