Checkpoint gestiti da miliziani dello Stato Islamico. Sarebbero la prova che gli uomini dell’organizzazione guidata da Abu Bakra Al Baghdadi è arrivato a Sabrata, città della Libia nord-occidentale, il cui sito archeologico nel 1982 è stato inserito nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco. Lo riporta no diversi media locali, tra cui il sito Libya Herald. Già presenti a Derna e a Sirte, Sabratha è il punto più occidentale raggiunto dai fondamentalisti fino a ora. La diplomazia, intanto, continua nei suoi sforzi per la formazione di un governo di unità nazionale nel Paese: domenica alla Farnesina è in programma la conferenza internazionale promossa dall’Italia.

L’installazione dei checkpoint, scrive Libya Herald, è seguita all’arresto di due uomini nella vicina città di Surman: uno dei due arrestati sarebbe legato a un membro di Isis nella città di Sabrata. “La polizia aveva sospetti su due persone che avevano affittato una casa nella cittadina – ha raccontato Mohamed Al Balili, giornalista locale – e durante un’irruzione nell’abitazione hanno trovato armi ed esplosivi. Uno dei due è tunisino, l’altro è un libico tornato di recente dalla Siria”. Secondo Libya Herald, poi, giovedì sera almeno 30 veicoli con le bandiere nere del Califfato bene in vista hanno sfilato per le vie della città.

Secondo il sindaco di Sabrata, Hussein Dawadi, solo uno dei due arrestati è sospettato di essere membro dell’Isis e sarebbe stato catturato a Sabrata e non a Surman. Dawadi, egli stesso militante islamista arrestato a ottobre nell’aeroporto di Tunisi, ha ammesso che tra la popolazione potrebbero esserci sostenitori dell’Isis, ma che la situazione non sarebbe come quella di Sirte o Derna.

Una terza versione dei fatti accrediterebbe i due uomini arrestati come membri di Ansar al-Sharia e non dello Stato Islamico, e il loro arresto a Surman sarebbe il risultato della rivalità tra le milizie locali e gli islamisti di Sabrata, dove gli arresti hanno causato forti tensioni tra una “gruppo aderente allo Stato Islamico” e il dipartimento della sicurezza cittadino, guidato dall’islamista Taher Al-Ghrabli. Un gruppo di “combattenti dell’Isis” hanno esploso colpi di arma da fuoco verso un negozio di profumi gestito da una donna.

Domenica alla Farnesina è in programma l’incontro promosso dall’Italia sulla Libia: l’obiettivo è di ottenere “il più alto livello possibile di consenso” per la costituzione di un governo di unità nazionale, ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, intervenuto a margine della Conferenza internazionale sul Mediterraneo in corso a Roma. “In nessun negoziato ho visto un accordo al 100%”, ha rilevato Gentiloni, aggiungendo di sperare in un accordo al “90%”. “Coloro che si opporranno ad un accordo” che si costituirà sotto l’egida della comunità internazionale e dell’Onu, ha concluso il ministro, “avranno la responsabilità di essersi opposti a qualcosa che è strategico non solo per la comunità internazionale, ma per il popolo libico”.

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