Il mormorio appena si sente davanti al Bataclan di Parigi. “Allons enfants de la patrie, le jour de gloire est arrivé”, cantano quasi sussurrando per non disturbare chi non c’è più. Una delegazione di dodici Imam ha deciso di rendere omaggio alle vittime degli attentati del 13 novembre e per farlo ha scelto di intonare l’inno nazionale francese. E poi i dodici insieme hanno lanciato un appello: “I musulmani devono mobilitarsi contro l’orrore dell’Isis”. In mezzo alla distesa di fiori e candele che ricordano le vittime, i rappresentanti della comunità islamica francese sono arrivati scortati dalla folla. Poi dopo aver detto una preghiera, hanno scelto di intonare la canzone che più rappresenta l’unità nazionale. Perché oltre a essere musulmani, sono anche e soprattutto francesi.

“E’ una barbarie, una barbarie”. Hassen Chalghoumi, presidente della Conferenza degli Imam di Francia parla con la voce ferma e non lascia spazio a concessioni: “Sono qui per dire al miliardo e mezzo di musulmani nel mondo di reagire: uscite dal silenzio. Diciamo no alla barbarie: i musulmani sono ostaggio dell’Isis. Sono anni e anni che chiedo questo e mai una volta ho tentennato sulla questione. Ci sono dei luoghi dove invece predicano la violenza. E’ il momento di reagire”.

Hocine Drouiche, vicepresidente della Conferenza e Imam di Nimes va oltre: “Dobbiamo cambiare la nostra immagine per rassicurare la nostra società”, dice. “L’Islam è una religione di pace e di apertura. Noi chiediamo aiuto ai governi e agli occidentali: devono darci una mano ad affrontare questa situazione. La divisione della comunità rende difficile per noi integrarci. E’ arrivato il momento di cambiare”.

Insieme alla delegazione anche lo scrittore ebreo di origine polacca Marek Halter: “E’ importante dire al mondo”, spiega, “che siamo contro. Non solo pensarlo. Non bisogna avere paura, ma bisogna mobilitare i musulmani con noi. Non tocca solo a me andare nelle strade, anche loro devono dire basta a chi usurpa la religione e protestare. I terroristi stanno usando l’Islam”. Hollande dice che ora bisogna agire senza pietà? “Con Hitler abbiamo aspettato anche troppo”.

La visita degli Imam dura pochi minuti. Avrebbero voluto mettere i fiori sul marciapiede davanti al Bataclan, ma il cordone di sicurezza non lascia avvicinare nessuno. Il loro omaggio è stato nella ressa tra giornalisti e cittadini ammassati sulle transenne, mentre il bar dalla tenda nera e gialla resta al centro di un quadrato deserto e ricorda a una città ancora incredula che quello che dicono è successo davvero.

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