“Comunicazioni importanti”. Questo l’avviso che gli oltre 12 milioni di clienti Telecom hanno ricevuto nell’ultima bolletta. A partire dal primo maggio, infatti, Tim diventerà l’unico marchio commerciale non solo per l’offerta mobile e Internet, ma anche per la telefonia fissa. E così, a distanza di 21 anni dalla privatizzazione che trasformò Sip in Telecom Italia, lo storico logo sparisce dalle bollette e Tim diventa il riferimento per tutti gli utenti. Una svolta epocale non solo per l’ex monopolista delle telecomunicazioni, ma soprattutto per i milioni di clienti coinvolti nel passaggio che, oltre al brand unico, rischiano di trovarsi con l’ennesima sòla. Non fosse che in zona Cesarini il garante delle comunicazioni ha finalmente deciso di scendere in campo un attimo prima che la frittata fosse fatta.

Il punto è che ai clienti sono state comunicate due importanti novità: con una modifica unilaterale dei contratti, la maggior parte di quelli sottoscritti da oltre 10 anni verranno disattivati: Teleconomy 24, Teleconomy No Stop, Teleconomy Quando vuoi, Teleconomy No Problem, Teleconomy Relax, Hello Forfait, Teleconomy 1 Cent, Teleconomy Zero-Zero, Teleconomy QuandoDove Vuoi, No Problem DueInUno, Teleconomy Famiglia, Voce Zero, Telecom Zero, Chiama Mobile, Chiama Tim, Alice voce Mobile e Alice Voce Mobile Plus. Confermate, invece, tutte le offerte a “pacchetto”. E così ai clientiè stata prospettata l’applicazione di una nuova tariffa base imposta dalla Telecom, più complessa e più costosa, in cui scompare l’odiato canone (perlomeno di nome), trasformato – come per la maggior parte delle offerte degli altri operatori – in un pacchetto “tutto compreso”, con le bollette destinate, a partire da luglio, a diventare da bimestrali a mensili, proprio come quelle dei cellulari.

Il più importante gruppo italiano di Tlc, tuttavia, ne sta dando comunicazione solo all’interno delle proprie fatture. Non, quindi, con una raccomandata o con una campagna di comunicazione mirata che rischia, così, di far passare in sordina questo passaggio automatico, tra clienti che non hanno l’abitudine di leggere tutte le pagine che compongono la bolletta e quanti, invece, non la ricevono affatto perché hanno l’addebito diretto in conto corrente.

Un’operazione anomala che, appunto, alla fine è riuscita ad attirare l’attenzione anche dell’Autorità garante per le comunicazioni (Agcom) che, mercoledì sera, ha fatto sapere (leggi qui la nota integrale) di aver diffidato Telecom Italia proprio “sulle modalità di informazione alla clientela“, vista l’assenza di un consenso scritto da parte dei clienti alle nuove condizioni, e “sulla tutela del diritto di scelta per gli utenti che usano il servizio universale“, cioè sull’obbligo di Telecom, in quanto ex monopolista, di portare le telefonate a tutti i consumatori che ne fanno richiesta, anche se per l’azienda risulta antieconomico, proprio come avviene per gli altri servizi universali come quelli delle Poste.

Ora, per capire gli effetti di questa sorte di cartellino giallo, bisognerà aspettare l’esito dell’incontro che ci sarà giovedì tra l’Authority e Telecom. Ma chiaro è, intanto, un altro punto: già da settimane le associazioni dei consumatori avevano lanciato un allarme su questa profonda trasformazione commerciale che, soprattutto agli occhi del garante, non doveva passare come un semplice restyling. “Questa rivoluzione che – denuncia Marco Pierani, responsabile relazioni esterne per Altroconsumo – rappresenta una costrizione per la clientela storica della Telecom, composta perlopiù da over 65. Sono, infatti, soprattutto gli anziani a essere interessati dal cambiamento di tariffa, perché sono titolari dei contratti che saranno disattivati. Del resto – sottolinea – si tratta di clienti poco avvezzi alla tecnologia, che non si sono aperti al mercato libero e che, ora, non conoscendo la giungla delle tariffe telefoniche, si vedranno attivare, a propria insaputa, il nuovo profilo stabilito da Telecom”.

Numeri alla mano, si tratta di oltre 4 milioni di contratti di clienti domestici (vale a dire le famiglie) fatti migrare automaticamente in un’unica offerta di tipo flat che si chiama “Tutto Voce” e che comprende chiamate illimitate verso tutti i telefoni fissi e i cellulari nazionali al prezzo di 29 euro al mese, tutto compreso tra Iva e tasse. Perché Telecom ci tiene tanto a sottolinearlo? Da maggio, per la prima volta, l’ex monopolista non applicherà più il famigerato canone di 18,54 euro. Ma se non si sfruttano le chiamate illimitate verso fissi e mobili, il gioco non vale la candela: “Tutto Voce” costerà, infatti, 10 euro in più al mese. I conti sono fatti: se prima, per ogni bimestre, si spendevano 38 euro da sommare al costo delle singole chiamate, d’ora in avanti, facendo meno di un’ora e mezza al mese di telefonate, se ne spenderanno 58 euro.

“Nell’informativa di Telecom – avverte, inoltre, Paola Francesconi, responsabile tlc del Centro di ricerca e tutela dei consumatori e degli utenti (Crtcu) – solo a piè di pagina, scritto in caratteri minuscoli, è indicata un’altra opportunità: si può anche passare all’offerta ‘Voce’ con chiamate a fissi e cellulari nazionali a 10 centesimi al minuto con tariffazione a scatti anticipati a 60 secondi e con sconto del 50% oltre le 3 ore al mese per 19 euro mensili. Un’offerta – spiega – proprio adatta a quanti non vogliono rinunciare alla sicurezza del telefono fisso, ma che chiamano davvero molto poco”. Anche qui, però, i conti non tornano. “Anche se non si facesse nessuna telefonata – sottolinea sempre Francesconi –  si andrebbero a pagare 46 centesimi in più al mese rispetto al costo del vecchio canone: 19 euro contro 18,54”. Senza sottovalutare che il passaggio alla tariffa “Voce” deve avvenire solo tramite una comunicazione scritta o al call center da parte del cliente, pena l’addebito degli aggravi.

Sul fronte del piano telefonico con connessione flat (sempre la tariffazione base), invece, tutti i contratti vengono passati nella tariffa “Tutto” che aggiunge alla connessione Adsl illimitata a 7 mega anche tutte le chiamate verso i telefoni fissi e i cellulari nazionali, a fronte di un prezzo di 44,90 euro al mese, tutto compreso. In questo caso, Telecom propone uno sconto per chi è cliente da oltre 10 anni: l’offerta viene, infatti, proposta al prezzo promozionale di 29 euro per 12 mesi, per passare poi 39 euro una volta a regime. Stesso trattamento riservato anche a chi vuole la fibra ottica: “Tutto Fibra” viene proposta allo stesso prezzo di “Tutto” al costo 44,9 euro al mese invece di 54,90 euro, sempre per 12 mesi.

“In questo caso – spiega Altroconsumo – lo svantaggio non è drammatico, visto che le tariffe imposte si allineano alla medie delle altre presenti sul mercato. Il problema è un altro: l’Italia resta molto arretrata in termini di velocità della connessione. Senza contare che ci sono zone dove la banda larga è ancora un bel miraggio e quindi il rischio è che si paghi qualcosa per non poterla utilizzare”.

Se si leggessero, quindi, i dettagli presenti nella comunicazione scritta da Telecom, si scoprirebbe che c’è tempo fino al 31 maggio per recedere e poter così cambiare operatore, senza i costi di disattivazione, vale a dire il balzello di circa 40 euro che altrimenti verrebbe fatto pagare in caso di recesso dal contratto telefonico. La regola del risparmio in questi casi è sempre la stessa: confrontare tutte le tariffe presenti sul mercato. Potrebbero esserci offerte di altri operatori più convenienti e adatte a ogni singolo profilo di utilizzo.

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