Vero è che la posizione giudiziaria di Roberto Formigoni, nel momento in cui venne travolto, era molto più seria e che non aveva niente a che vedere con la posizione di Maurizio Lupi, oggi neanche indagato. Ma Formigoni aveva consolidato 20 anni di potere lì, tra il meeting di Rimini e la sanità lombarda, la macchina da quattrini di Comunione e liberazione. Eppure, una volta indagato, anche i giovani boy scout che vivono di don Giussani, ma conoscono bene il meccanismo “più soldi, più potere”, lo lasciarono per strada.

Il Celeste, era l’agosto del 2012, si presentò a Rimini, sede del meeting, con un’arringa difensiva che non piacque a nessuno: né al professor Giorgio Vittadini, anima e portafoglio di Cl, né al teologo Juliàn Carròn. Fu il capitolo finale e Formigoni, da quel momento in poi, perse il suo esercito più consolidato. Non restò che lasciare nelle mani il ponte tra la politica e la religione da portafoglio, a Maurizio Lupi, all’apparenza grigiastro, ma con un potere consolidato e l’ultimo pontiere tra Rimini e i palazzi romani. Per un periodo ci è riuscito, l’inchiesta giudiziaria che lo sfiora dal punto di vista penale e lo travolge sul piano morale lo metterà in brevissimo tempo all’angolo.

Finisce così un’era, quella che da Comunione e Liberazione guardava a un mondo moderato e comunque con solide fondamenta nel centrodestra. Oggi Cl deve svoltare tra quello che resta della sinistra. Il movimento ha bisogno di un politico di riferimento e nel panorama desolante alla fine la scelta non può che cadere sull’eterno boy scout Matteo Renzi. E’ cattolico, rigoroso negli esercizi spirituali, sa occupare le caselle mancanti e, soprattutto, è l’unico uomo di potere al quale mezza Italia ambisce.

E’ vero, nella sua prima uscita da Presidente del Consiglio non si presentò a Rimini, ma il presidente ragazzino, come disse Peter Gomez a poche settimane dall’ingresso a palazzo Chigi, è “un bugiardo”. Nel senso più ampio del termine: a interpretarlo c’è rischio di sbagliare, perché è ambiguo. Se un meeting ci sarà, ad agosto, è molto probabile che lui vada e sconfessi quanto fatto l’anno prima. E ciò non toglie che il futuro di Cl sia Renzi, oltre i ragazzi di don Giussani non possono andare. Troverà sulla strada un Pierluigi Bersani che da sempre è nelle grazie dei catto-affaristi, ma ormai non è più neanche un avversario.

L’unico problema è se davvero Cl riuscirà ad alzarsi: dopo Formigoni, Lupi, quello accaduto al San Raffaele, le indagini della Guardia di Finanza sulla fondazione che gestisce gli sponsor neanche Renzi potrebbe bastare.
Articolo Precedente

Tangenti, facce di bronzo

next
Articolo Successivo

Corruzione, M5S e Fi: “Emendamento a decreto non pubblicato. Ddl slitta ancora”

next