La salma di Simone Camilli, il videoreporter rimasto ucciso in una esplosione a nord di Gaza, è rientrata in Italia. Ad attendere l’aereo di Stato il ministro degli Esteri Federica Mogherini. Sullo stesso aereo, un Airbus della presidenza del Consiglio dei ministri, erano presenti anche i genitori e una delle due sorelle di Simone. I funerali si svolgeranno domani, venerdì 15 agosto, alle 18, nella cattedrale di Pitigliano, la cittadina in provincia di Grosseto di cui Camilli era originario. A celebrare il rito funebre sarà il vescovo di Pitigliano-Sovana-Orbetello, monsignor Guglielmo Borghetti. Nella cittadina, di cui il padre di Simone, Pierluigi Camilli, è sindaco, sarà lutto cittadino. “L’Amministrazione Comunale – è spiegato in una nota – ha ritenuto opportuno e doveroso proclamare il lutto cittadino per il giorno 15 agosto, quale segno di profondo rispetto e di partecipazione al dolore che la famiglia di Simone sta vivendo in questi giorni. E’ stata così disposta nella stessa giornata la messa a mezz’asta delle bandiere e i titolari delle attività produttive sono stati invitati ad esprimere la loro partecipazione mediante la sospensione dell’attività dalle ore 14,00 fino al termine delle esequie”. “Nel rispetto della volontà della famiglia di Simone – aggiunge la nota – è stata emessa ordinanza di divieto a tutti gli operatori delle Testate giornalistiche di effettuare riprese audio video in Piazza San Gregorio VII, all’interno della Cattedrale e del Cimitero Comunale durante lo svolgimento del corteo e della cerimonia funebre fatta eccezione per gli operatori della Associated Press presso la quale Simone prestava la propria attività professionale”.

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha espresso “vicinanza e partecipazione al dolore” per la morte di Camilli. “Come quella delle altre vittime dell’esplosione e dei numerosi civili di ogni età e nazionalità quotidianamente coinvolti dalla violenza bellica in Medio Oriente – deve costituire un ulteriore monito alle parti in conflitto e a tutti noi affinché ci si impegni per un’immediata e definitiva cessazione delle ostilità”. Il capo dello Stato aggiunge: “A pochi mesi dall’uccisione in Ucraina di Andrea Rocchelli l’Italia si trova di nuovo a piangere la scomparsa di un suo giovane cittadino e operatore dell’informazione partito per svolgere un servizio all’opinione pubblica testimoniando le atrocità della guerra”.

 

Un tranquillo ospedale di Gerusalemme est, il St. Joseph del rione palestinese di Sheikh Jarrah, ha fatto da sfondo all’addio di amici e colleghi a Simone Camilli. In precedenza la Croce Rossa internazionale aveva provveduto a trasferire la sua salma dalla Striscia in Israele, attraverso il valico di Erez. Nell’ospedale St. Joseph – gestito da una congregazione cristiana che si sforza di fare da ponte e da stimolatrice di dialogo fra le diverse comunità religiose di Gerusalemme – la madre Maria Daniela, il padre Pierluigi e la sorella Benedetta si sono stretti nel loro dolore. Erano assistiti, per il disbrigo delle pratiche, dai responsabili del consolato italiano di Gerusalemme, fra cui la viceconsole Elena Clemente. “Ho conosciuto Simone nel 2006, qui a Gerusalemme, all’inizio della sua carriera, e siamo diventati immediatamente amici”, dice con gli occhi velati di lacrime Ibrahim Hussein, un collega giornalista palestinese: “Era una brava persona, schiva, gentile; amava il suo lavoro, la famiglia. Quando era a Gaza siamo rimasti sempre in contatto”. 

Nonostante la giovane età, Camilli era già un “veterano” dei conflitti mediorientali ed est europei e conosceva a fondo la realtà della Striscia. Era arrivato a Gerusalemme dopo uno stage con l’Associated Press di Roma e dopo aver studiato cultura e lingua araba alla Sapienza. A Gaza aveva coperto il conflitto fra Hamas ed al-Fatah nel 2007, nonché le altre due campagne militari condotte da Israele contro Hamas negli anni passati. Di recente si era stabilito a Beirut con la moglie Ylva e la figlioletta Nour. “Mi è piaciuto dal primo momento” racconta Rauhi Razem, un collega dell’Ap di Gerusalemme. “Era gentile, divertente: l’ultima volta che ci siamo sentiti, mi disse che gli sarebbe piaciuto fare una storia con me sul Ramadan. Ma poi decise di andare Gaza”. “Simone diceva sempre che voleva far conoscere la verità e la sua morte dice la verità sui resti di bombe che non sono esplose. Ha raccontato la vita e la morte di un popolo sotto occupazione, occupazione di cui lui era molto consapevole”, ha osservato da parte sua l’ex vice presidente del parlamento europeo Luisa Morgantini, venuta nell’ospedale di Gerusalemme est per porgere le condoglianze alla famiglia.

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