“Viaggiatori più che vacanzieri”, così si definiscono i genovesi Ex- Otago: il loro ultimo lavoro, In capo al mondo, racconta proprio di percorsi verso luoghi lontani ed è stato finanziato interamente attraverso il crowdfunding. “Se ben utilizzato, questo strumento di raccolta di fondi attraverso la rete può essere un ottimo metodo per realizzare i propri progetti – ha detto Simone Bertuccini, chitarrista e nucleo centrale della band insieme Maurizio Carucci, a Ilfattoquotidiano.it – Si può fare in autonomia o appoggiandosi alle varie piattaforme che si trovano online: noi abbiamo utilizzato MusicRaiser. Anche il disco precedente (Mezze Stagioni, del 2011) è stato realizzato tramite questa forma di finanziamento dal basso ed è stato il primo ad uscire con questo metodo, in Italia.

Che tipo di playlist avete scelto per i lettori de Ilfattoquotidiano.it?
Abbiamo pensato al viaggio, in particolare ai nostri spostamenti in furgone durante il tour. Chilometri e chilometri ascoltando musica di generi più disparati: immaginate un jukebox, dove ognuno di noi sceglie due brani a testa.

Jonsi – Go do
Edward Sharpe and the Magnetic Zeroes – Home

Onda Vaga – Tataralì

Crystal fighters – LA calling

Rino Gaetano – Ahi Maria

Wilco – Born alone

Pixies – Here comes your man

Litfiba – Re del silenzio

Jeff Buckley – Everybody Here Wants you

Coldplay – Magic 

Il cantante della band (Maurizio Carucci) e la sua compagna hanno scelto la Val Borbera, tra il basso Piemonte e la Liguria, per dar vita al progetto Cascina Barbàn, una piccola azienda agricola dove i due coltivano secondo ritmi naturali e tentano il recupero di vigneti abbandonati. Si tratta di una scelta che ha influenzato il vostro lavoro?
Sicuramente, perché tutti i componenti hanno appoggiato il progetto Casina Barbàn e contribuito al suo sviluppo. Il libro “Burrasca”, uscito con il nostro ultimo album, racconta proprio di questa nostra vita “extra-Otago”.

Quindi, nonostante il viaggio sia uno dei temi principali del vostro ultimo lavoro, alle volte non è necessario andare lontano per trovare la felicità…
Nella canzone “Chi la dura l’avventura” ci siamo chiesti: “Se cercassimo una vita la felicità, per poi trovarla in soffitta o sotto una scarpa?” Questo è il nostro modo per dire che, probabilmente, è più a portata di mano di quanto si possa immaginare… nelle piccole cose del quotidiano, nell’avere un progetto, una passione, un’amicizia, un amore.

Molti sono i giovani che se ne vanno dall’Italia per reinventarsi un futuro possibile: credete che questa sia l’unica soluzione o si può provare a cambiare le cose da qui?
Siamo liberi di prendere e partire, abbandonando tutto e tutti ma se lo facciamo, qui che cosa resta? Sarebbe bello se un giorno chi è partito decidesse di tornare, per condividere le proprie esperienze e provare a costruire qualcosa di migliore.

Chi sono i vostri cantautori di riferimento?
E’ difficile dirlo perché non abbiamo riferimenti precisi. Di sicuro stimiamo De Andrè, il Vasco Rossi delle origini, Paolo Conte, Claudio Lolli, Giuni Russo e Niccolò Fabi.

 

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