Filippo NogarinLivorno è una città del tutto speciale ed emblematica per la storia d’Italia. Uno, se non il principale, dei suoi cuori rossi. La città degli indomiti portuali, che in più di un’occasione le suonarono a qualche parà un po’ troppo prepotente e gonfio di spirito di corpo. La città, la cui squadra di calcio dispone di una tifoseria organizzata che invece dei soliti degradanti cori razzisti intona “Bella ciao!” e che, pur difendendo fieramente la propria bandiera, è aliena dal dedicarsi a insulse e folli guerricciole e codarde aggressioni come quelle che abbiamo visto di recente a Roma contro i tifosi del Napoli. La città dove, il 21 gennaio del 1921, si svolse lo storico congresso che diede vita al Partito comunista che, vent’anni e poco più dopo, doveva rivelarsi la risorsa principale del popolo italiano per liberarsi della dittatura fascista e dar vita alla Costituzione repubblicana che tutto il mondo ci invidia.

Sono convinto che l’elezione, avvenuta domenica scorsa, dell’ingegner Filippo Nogarin a sindaco di Livorno, possa costituire a sua volta un evento storico. Come ha affermato il direttore della testata satirica Vernacoliere, Mario Cardinali, motivando il suo voto per Nogarin: “Per i livornesi il rosso rappresentava la voglia di riscatto, ma oggi il Pd sembra un partito socialdemocratico se non la vecchia Dc. Nel Pd di rosso non c’è più nulla”.

E’ tempo, in effetti, di rinnovare le ragioni dell’alternativa, facendo convergere tutte le forze di opposizione su di uno schieramento unitario caratterizzato dalla lotta strenua e senza compromessi contro il regime delle grandi opere e delle privatizzazioni. Determinante per la vittoria di Nogarin è stato l’appoggio della lista di sinistra “Buongiorno Livorno” che ora incalzerà la nuova maggioranza a cinque stelle con la quale sono possibili importanti convergenze per avviare effettivamente una fase nuova nel governo della città, sulle macerie di un regime Pd che si è rivelato del tutto succube a forze economiche e finanziarie che certamente non vogliono il bene dei livornesi ma solo quello dei propri portafogli.

Ma gli insegnamenti che si possono trarre dalla vicenda livornese vanno ben al di là del quadro strettamente locale.

Per Beppe Grillo e il gruppo dirigente del Movimento Cinque Stelle si tratta di abbandonare definitivamente gli occhieggiamenti opportunistici e senza principi a Farage e soggetti di questo genere per costruire la propria indispensabile presenza nel Paese e in Europa su di una linea di alternativa vera e su contenuti avanzati e progressisti. Rilanciando in primo luogo la difesa dei lavoratori e dei giovani senza lavoro, come pure quella dei beni comuni e dei servizi pubblici a beneficio di tutta la cittadinanza.

Per Renzi è giunto il momento di dimostrare se è in grado di determinare un rinnovamento autentico del Paese come da tempo va sbandierando. Io non credo che lo sia, dato che in tutte le sue scelte concrete ha dimostrato un’insuperabile subalternità alle ragioni dei padroni del vapore, si chiamino essi finanza, Angela Merkel, o cricche di vario genere interessate al saccheggio del territorio nazionale, mediante grandi opere, a partire dalla Tav, e privatizzazioni. Il finto rinnovamento di Renzi significa in realtà solo la semplificazione autoritaria della vita democratica del Paese le cui prime vittime saranno proprio le autonomie territoriali. La necessaria redistribuzione a fondo del reddito nazionale non si ottiene certo mediante le mancette utilizzate per vincere le elezioni e presto destinate ad essere riassorbite da imposte e tagli della spesa pubblica, ma richiede scelte di ben altra ispirazione e respiro, come l’imposta patrimoniale, che il neodemocristiano Renzi nemmeno si sogna di proporre.

Per le forze alternative che si sono ritrovate nella lista “L’altra Europa per Tsipras” occorre dare vita a una nuova più organizzata e radicata fase della propria esistenza liberandosi da scorie come certi settori di Sinistra e libertà che a questo punto è opportuno confluiscano rapidamente nel Pd di Renzi. Sarà un modo, per la vera sinistra, di fare i conti definitivamente con un passato anche recente spesso assolutamente non commendevole. Come ho più volte auspicato, questa sinistra depurata dovrà necessariamente incontrarsi con il Movimento Cinque Stelle, a sua volta emancipato dalla tutela del duo Grillo/Casaleggio, che sempre più si rivela un fattore di ambiguità, ritardo e confusione. Livorno la rossa potrà costituire, con altre realtà, un importante laboratorio in questo senso. 

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