”Mi sembra assurdo mettere in carcere una persona che è stata ministro dell’Interno solo perché ha aiutato a trasferire un amico già latitante”. Parola di Silvio Berlusconi, che ha commentato così l’arresto di Claudio Scajola, per cui, a detta dell’ex premier, sarebbero stati “meglio i domiciliari” piuttosto che “infliggergli l’umiliazione del carcere per una cosa del genere”. La presa di posizione del leader di Forza Italia durante la registrazione di un intervento elettorale a Iceberg, trasmissione di Telelombardia. Un cambio di direzione a tutti gli effetti quello di Berlusconi, che ieri, nel giorno dell’arresto dell’ex ministro, aveva preferito non commentare, trincerandosi in frasi di circostanza. “Sono addolorato per lui, ma di giustizia non voglio e non posso parlare” aveva detto ieri l’ex premier. Oggi, invece, ha parlato, definendo ingiuste le manette per chi favorisce un latitante. Eppure lo stesso Berlusconi sempre nella giornata di ieri aveva spiegato il motivo per cui l’ex coordinatore di Forza Italia non è stato candidato alle Europee 2014: “Un sondaggio ci aveva detto che il partito avrebbe perso voti” aveva spiegato l’ex Cavaliere sia a Radio Capital che al Tg1, dove aveva anche chiarito di “non temere ripercussioni sul voto”.

A Telelombardia, però, Berlusconi ha detto anche altro. Ha detto, ad esempio, che sarebbe un errore dare il premio Nobel per la pace al presidente russo Vladimir Putin o alla cancelliera tedesca Angela Merkel o al fondatore di Emergency Gino Strada. “Lo darei a Berlusconi perché è un uomo di pace, perché ha portato la Russia in occidente mentre qualcuno oggi sta facendo degli errori che la allontanano” ha sottolineato l’ex presidente del Consiglio, il quale si è detto tranquillo circa lo scandalo tangenti che ha travolto l’Expo 2015. ”Non so esattamente cosa verrà fuori da questa situazione”, ma “non c’è nulla che mi possa preoccupare, molti italiani nel bene o nel male pronunciano il mio nome”. Berlusconi, poi, ha annunciato di “non credere” in effetti nei sondaggi, aggiungendo che per la trasparenza occorre “mettere in campo una nuova classe politica che venga dall’impresa, dalle professioni e dalle università”.

Intanto Amedeo Matacena, attraverso il suo legale Enzo Caccavari, ha fatto sapere di essere “fortemente amareggiato per quanto accaduto” ma “sono fiducioso nell’operato della magistratura e sono sicuro che riuscirò a dimostrare la mia innocenza”. Poi ha aggiunto: “A Scajola mi lega un rapporto di amicizia dal 1994, quando sono stato eletto deputato la prima volta. In questo momento sono molto turbato per le notizie che leggo”. 

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