In principio era stato il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini a bocciare l’ipotesi del prepensionamento degli statali: “Un sistema sano non manda a casa gli anziani”. Oggi per il ministro della Pubblica amministrazione Maria Anna Madia arriva la bocciatura della Ragioneria Generale dello Stato. Se si mandano via persone che non vengono rimpiazzate, ha detto Francesco Massicci a capo dell’Ispettorato Generale per la Spesa Sociale della Rgs in un’audizione, “viene meno lo stipendio e la pensione ed è un costo neutrale. Ma se mando via persone che devo sostituire devo pagare lo stipendio, la pensione e la buonuscita e la legge deve prevedere una copertura”. 

“Non conosco le proposte e non sono nelle condizioni di poter valutare”, ha comunque precisato Massicci parlando davanti alla commissione di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale e sottolineando anche di non sapere nemmeno “come nascono” gli 85.000 esuberi cui ha fatto riferimento il commissario per la spending review Carlo Cottarelli. Ma quanto ai prepensionamenti nel pubblico impiego il responsabile della Ragioneria ha spiegato ad esempio che “se pensioniamo gli insegnanti di lettere, ma resta la cattedra e devo rimpiazzarli, abbiamo da pagare la pensione, lo stipendio e la buonuscita” E in questi casi c’è anche da considerare “un effetto sull’anticipo dell’età pensionabile”. La legge, secondo Massicci, “deve prevedere una copertura perché c’è una spesa pensionistica in più“.

L’idea del turn over, con un ringiovanimento degli statali, piace molto alla Madia che durante un’audizione alla Camera ha ripetuto il concetto di “un grande processo di staffetta generazionale. Io credo che l’amministrazione non può permettersi e nemmeno serva alcun blocco delle assunzioni. Ha bisogno di cambiamento, di rinnovamento e di nuove competenze fresche”.  Poi il ministro ha preso in considerazione “un processo di riduzione non traumatica dei dirigenti e dei dipendenti vicini alla pensione, se non si fa l’amministrazione rischia una agonia, che rischia di alimentare scontro tra generazioni”. Certo è che non si vuole “mettere a rischio l’equilibrio della riforma delle pensioni” ma allo stesso tempo si vuole garantire “risparmi”.  

Il turn over “tre a uno è solo un esempio che ho fatto. C’è un gruppo di lavoro con il ministero del Welfare, l’Inps e la Ragioneria dello Stato: non faremo nulla senza di loro o contro di loro”. Ha detto il ministro, rispondendo ai cronisti che le hanno chiesto conferma sulla possibilità che l’amministrazione assuma un funzionario ogni tre che se ne vanno in anticipo. “Non so se saranno queste le proporzioni – ha continuato – dobbiamo ancora decidere. L’idea è che abbiamo troppe alte qualifiche anziane e dobbiamo riaprire il turn over, facendo entrare meno persone con qualifiche diverse”. Certamente, ha sottolineato, “non ho mai detto uno a uno”. Ma dopo la posizione della Ragioneria dello Stato si dovrà capire se questa idea del ministro potrà trovare una realizzazione, in che modo e con quali risorse. 

C’è poi un altro capitolo quello riguardante l’operazione degli 80 euro in più in busta paga. Che equivale, per la pubblica amministrazione, a “un rinnovo contrattuale che altrimenti non sarebbe stato possibile”. Sulla riforma della Pa e sugli obiettivi della revisione della spesa “sono pronta a un confronto innovativo con le parti sociali che ho già iniziato a incontrare”. Madia ha sottolineato che sulla spending review intende “non solo far rispettare gli obiettivi di spesa che come Governo ci daremo, ma attuare un piano strutturale di risparmio vincolato ad un ritorno di investimento nella Pa”.

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