In fondo in fondo, per come sta messo il Partito democratico a Modena, una speranza a questo giro possono avercela tutti. Figuriamoci lui, Carlo Giovanardi, il senatore che appena apre bocca fa notizia con le sue dichiarazioni sui temi etici, sulla droga, sui diritti civili, sui poliziotti che uccisero Federico Aldrovandi. Ex sottosegretario di Berlusconi, oggi candidato per il Nuovo centrodestra di Alfano, ora presenta ufficialmente la sua candidatura a sindaco della città. Presente in sala il fratello gemello Daniele. I modi di sempre, i programmi e le attese. Ma c’è una novità, l’apertura ai “grillini”. “Larga parte della base elettorale del Movimento 5 stelle”, ha dichiarato, “ha dato un voto di protesta, ma in Parlamento lo scorso anno sono andati parlamentari che stanno a sinistra di Rifondazione comunista. Gente che su tutti i temi etici dei valori non negoziabili è più a sinistra della sinistra. Io – è il messaggio chiave del parlamentare – in caso di ballottaggio non mi rivolgo né a questi ultimi, né a Grillo o al guru Casaleggio. Mi rivolgo ai loro elettori. Vogliono il cambiamento? Be’ con me è il cambiamento. Se invece vorranno votare il candidato Pd Giancarlo Muzzarelli, stiano certi che lui al 100% rappresenta gli ultimi 70 anni”. Quindi, premesso che su temi come la droga lui non “farà un passo indietro di un millimetro”, il senatore prova a compattare tutte le opposizioni. L’obiettivo, in caso di un probabile ballottaggio, è fare ciò che Giorgio Guazzaloca fece nel 1999 a Bologna: espugnare una roccaforte rossa.

E nel campo del centrodestra non è detto che alla fine, tra i diversi nomi già spuntati, non sia quello di Giovanardi ad avere la meglio. Forza Italia ha infatti candidato da tempo Andrea Galli, mentre Michele Barcaiuolo è il candidato di Fratelli d’Italia. Il punto è che proprio Galli, oltre a non potere competere con un nome nazionale come quello di Giovanardi, negli ultimi giorni è stato coinvolto, come gestore di alcuni di essi, nel caso dei chioschi fatti sequestrare dalla Procura della Repubblica di Modena perché considerati abusivi. “Mi costituirò parte civile contro il Comune”, ha detto Galli ritenendosi parte offesa nel caso. Tuttavia il polverone potrebbe indebolirlo e metterlo fuorigioco per questa candidatura.

Dall’altra parte il candidato del Pd Giancarlo Muzzarelli, assessore regionale in carica proveniente dai Ds e dall’apparato di partito emiliano, è finito qualche settimana fa nella bufera per la storia degli immigrati pagati per votar alle primarie. Il candidato uscito vincitore si è difeso coi denti dalla accusa e la sua contendente, la renziana Francesca Maletti, dopo una iniziale minaccia di fare una lista concorrente, è rientrata tra le fila democratiche. Tuttavia, dopo il sofferto 50% conquistato alle comunali del 2009 dal sindaco uscente Giorgio Pighi, sembra certo che stavolta un Pd ammaccato non possa evitare il secondo turno.

Da qui la scelta di Giovanardi, che sebbene abbia spiazzato Forza Italia con la sua discesa in campo, dopo qualche giorno dall’annuncio comincia a piacere anche nei palazzi romani e forse anche a palazzo Grazioli: “A Roma – ha spiegato Giovanardi – non si pongono neppure il problema su quale sia a Modena la candidatura del centrodestra. Vogliamo scherzare? Con l’amicizia personale che mi lega a Berlusconi…”. Se invece il centrodestra dovesse rimanere diviso, potrebbe essere il Movimento 5 stelle (che a Modena non ha mai avuto la forza dimostrata in altre province dell’Emilia Romagna) con il suo candidato Marco Bortolotti, a tentare il colpaccio. Pizzarotti docet.

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