Vittorio Conti è stato nominato commissario dell’Inps. Il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, ha siglato il decreto di nomina, che ora è alla firma del ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni. Un ruolo, quello del traghettatore, che l’ex Bankitalia aveva già ricoperto in Consob nel 2010 quando la poltrona del presidente della vigilanza dei mercati finanziari era rimasta vacante per quasi un semestre tra l’uscita di scena di un altro inamovibile, Lamberto Cardia, e prima che la politica trovasse un accordo sulla nomina del suo successore, l’allora braccio destro di Giulio Tremonti, Giuseppe Vegas. Con la differenza che in quel caso Conti conosceva molto bene la macchina della Consob che ha lasciato nel 2013 lasciando spazio al dominio incontrastato di Vegas, visto che ne era da tempo commissario.

L’economista 71enne di area cattolica che guiderà l’Inps fino al 30 settembre, termine che è stato fissato per la “rivoluzione” del governo societario dell’ente, era approdato alla vigilanza dei mercati finanziari nel 2006, tre anni dopo gli scandali Parmalat e Cirio, su indicazione dell’allora ministro dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa e dopo una lunga carriera iniziata al Servizio Studi della Banca d’Italia nel 1971 dove era rimasto per 5 anni.

Nel 1976 il passaggio all’ufficio Studi della Comit che stava vivendo i primi anni del dopo Mattioli. La banca nazionalizzata da Mussolini a quel tempo controllata da un Iri ormai prossimo all’era Prodi, in quel momento stava portando avanti una campagna di espansione all’estero e, in particolare, nei Paesi dell’est Europa. Alla Comit Conti vive gli anni della vicepresidenza di Mario Monti e vi rimane anche dopo la privatizzazione dei primi anni novanta, con il successivo passaggio sotto la Banca Intesa dell’ascendente Giovanni Bazoli dove finisce con l’occupare le prime fila dei manager di Corrado Passera.

Secondo Giuliano Cazzola, esperto di previdenza e a lungo nel collegio dei sindaci dell’Inps, “la nomina di Vittorio Conti come commissario straordinario del SuperInps ha un significato preciso. La fabbrica delle pensioni degli italiani, nei fatti, entra – ed è un bene – nella zona di influenza della Banca d’Italia, una delle poche istituzioni ancora affidabili”. Levata di scudi, invece, dall’Adusbef che impugnerà la nomina davanti al Tar del Lazio non appena questa sarà pubblicata in Gazzetta Ufficiale. Lo ha annunciato il presidente Elio Lannutti in una nota nella quale afferma che “nominare all’Inps un banchiere dalle molteplici porte girevoli, privo di qualsiasi esperienza professionale nel settore della previdenza, equivale a nominare Dracula alla Banca del Sangue”.

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