Matteo Renzi strizza l’occhio ai movimenti prolife con l’istituzione di uno spazio per la sepoltura dei feti, nel cimitero di Trespiano, in provincia di Firenze. Una scelta che ha suscitato tensioni e polemiche nel Pd e che è stata duramente criticata da Marina Terragni nel suo blog. La delibera per normarne la sepoltura è stata approvata dalla giunta fiorentina dopo un anno e mezzo di battute d’arresto per le proteste di gruppi di donne. Dopo qualche compromesso, dal testo è stata tolta la parola “prodotto abortivo” che tanto volevano i movimenti antiabortisti comunque molto soddisfatti per il cimitero dei ‘bambini mai nati’.

Il seppellimento dei feti in aree cimiteriali è già regolato da tempo (dal Dpr 285 del 1990) ma la delibera fiorentina che detta le misure delle fosse e l’iter di sepoltura personalizza i feti. In un Paese dove esiste  un problema di applicabilità della legge 194 questa è una scelta politica che allungherà ombre di colpevolizzazione nei confronti delle donne che vogliono interrompere una gravidanza, e creerà immaginarie scissioni tra chi vuole la maternità e chi non la vuole. Le lapidi con i nomi dei cari ci ricordano chi era in vita, ma lapidi a ricordo dei feti, saranno un modo per ricordare maternità irrealizzate. Le donne sono stigmatizzate da anni nelle corsie degli ospedali o umiliate quando, a causa dell’obiezione, devono fare pendolarismo da una struttura ospedaliera all’altra; quando i tempi stanno per scadere sono costrette ad andare all’estero o a ricorrere all’aborto clandestino. E già sono state ingiuriate come assassine, negli slogan dei  fanatici che stringendo croci con feti di plastica, hanno manifestato il 14 maggio del 2012, a Roma, dove l’anno scorso è stato inaugurato  il Giardino degli angeli. Quanto quelle aree cimiteriali strumentalizzate a fini di propaganda politica, rischiano di diventare campi di battaglia dove i movimenti prolife condanneranno le scelte delle donne?

Il femminicidio è proprio questo: è demonizzare le donne che si sottraggono a doveri, a ruoli, a scelte imposte o ad aspettative. E’ negazione della soggettività delle donne, è controllo del loro corpo.

L’aborto come la violenza contro le donne è un tema di “pancia” che suscita reazioni emotive forti, facili di catalizzare. Anche sul tema dell’aborto come su quello della violenza, i politici giocano l’opportunismo e la propaganda elettorale.  Matteo Renzi incassera’ voti per questo atto di piaggeria nei confronti dell’elettorato cattolico e il prezzo sarà pagato ancora una volta dalle donne.

@Nadiesdaa

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