Riesplode ancora una volta la faida interna, che da mesi divide il gruppo di attivisti del Movimento 5 stelle di Bologna. Questa volta al centro dello scontro c’è la chiusura del forum privato listabeppegrillo.it, luogo di discussione tra gli iscritti fin dalla fondazione del Movimento di Beppe Grillo, e da molti considerato come una sorta di memoria storica dei 5 stelle. Le parole più dure arrivano dal consigliere del quartiere Navile di Bologna, Michele Onofri, che sulla sua pagina Facebook pubblica una lettera aperta, puntando il dito sui due consiglieri comunali, Marco Piazza e Massimo Bugani: “Prendo atto che il meetup 14 è morto, e con esso il movimento di Bologna, che è diventato un partito, perché nei partiti decide tutto il segretario e il comitato centrale, il dissenso va combattuto, la disciplina di partito va fatta rispettare, i non allineati vanno trattati come nemici, le critiche vanno criminalizzate la diversità delle idee va ridotta a un pensiero unico”.

Così dopo essere stato teatro dei primi successi elettorali e delle prime espulsioni eccellenti, come quella del consigliere regionale Giovanni Favia cacciato con un post sul blog di Grilo, il capoluogo emiliano si conferma terreno di battaglie interne che spaccano in due elettori ed eletti dei 5 stelle. Le discussioni ruotano sempre agli stessi nodi irrisolti: la mancanza democrazia interna, il rapporto tra base e vertici, e la condivisione di tutte le decisioni con gli attivisti. Temi che ritornano come mantra: “A Bologna – scrive ancora Onofri – i cittadini che si riconoscono nel Movimento 5 stelle non possono più esercitare un potere dal basso perché decide tutto lo staff dall’alto”.

Risultato di questo strapotere, secondo Onofri, è anche la soppressione del forum online, su cui fino a qualche giorno fa si confrontavano gli iscritti. “La memoria storica del Movimento di Bologna è stata cancellata assieme al forum, dove fino a sei mesi fa si affacciava per votare a mezzanotte gente, che poi sconfessava la stessa assemblea di cui voleva eleggere i vertici”.

Il consigliere si rivolge poi direttamente agli eletti nel consiglio comunale, di Bologna, Marco Piazza e Massimo Bugani, considerati fedelissimi al duo Grillo-Casaleggio. E lancia accuse durissime: “Di fronte alla scelta tra il simbolo e i cittadini qualcuno ha voltato le spalle ai cittadini per tenersi il simbolo, e in questo vi riconosco il perfetto adeguamento alla politica tradizionale”. Con questi presupposti, conclude, “Bologna rischia di essere una avanguardia nel crollo del Movimento per la vostra sudditanza allo staff, così come è stata avanguardia nell’ascesa del movimento per la nostra sovranità di liberi cittadini, una sovranità che avete esercitato con coraggio e trasparenza quando a Bologna comandava ancora un’assemblea di centinaia di bolognesi e non uno staff di pochi mila-genovesi”.

Articolo Precedente

Cremato Lucio Dalla, il clown che sapeva ridere

next
Articolo Successivo

Marco Simoncelli: l’epica di un campione normale

next