A Riccione è stretta sullo sballo. Chiude dal 25 agosto fino al 15 di settembre la storica discoteca “Cocoricò“. Il provvedimento, emesso dal questore di Rimini Alfonso Terribile, è stato notificato alla società di gestione Piramide srl., alla quale è stata anche ritirata la licenza. Microcriminalità e soprattutto spaccio reiterati sono i reati che hanno motivato la chiusura del locale. E non è la prima volta. Già nel dicembre del 2011 il Cocoricò venne chiuso per due settimane: allora era finito in coma per aver assunto mdma all’interno del locale un ragazzo diciottenne di Cattolica.

“Il numero di persone colte da malore, le denunce, le segnalazioni e gli arresti nei confronti di detentori e spacciatori di droga individuati all’interno e nelle immediate adiacenze del locale -si legge in una nota del comando provinciale dell’arma dei Carabinieri- sono in crescita ed hanno superato il livello di guardia, nonostante la fitta collaborazione con le forze dell’ordine riconosciuta ai gestori e agli operatori della discoteca stessa. Nel corso dell’ultimo anno -prosegue la nota- il numero di arresti operato dai Carabinieri di Riccione è di oltre 60 persone tra reati contro la persona, contro il patrimonio e per spaccio di stupefacenti”: 350 sono i grammi di droga sequestrati tra hashish, marijuana, cocaina, mdma e ketamina, 50 le pasticche di ecstasy.

Nei casi poi in cui i carabinieri procedevano per reati contro il patrimonio sono stati recuperati e restituiti ai proprietari cellulari, collane e portafogli. Il provvedimento della questura è stato preso in base all’articolo 100 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza e sarà esecutivo dalle 12 di domani. Sull’immagine del Cocoricò pesa, oltre ai furti, le risse e i reati legati al consumo e alla vendita di droga la segnalazione fatta alla compagnia dei carabinieri di Riccione di un presunto stupro di una ventenne lombarda avvenuto una settimana fa dentro la discoteca. “L’articolata proposta di adozione di un adeguato provvedimento avanzata dalla compagnia carabinieri alla questura di Rimini -ha dichiarato il colonnello Luigi Grasso- promana esclusivamente dalla ferma e convinta volontà di tutelare la sicurezza e salute dei giovani e rientra nell’ambito della diversificazione degli interventi, nel senso indicato, che il comando provinciale carabinieri di Rimini ha adottato come strategia operativa in un’ottica preventiva a garanzia del cittadino”.

Il ritiro della licenza alla società Piramide Srl prevede che questa non possa organizzare feste o eventi in altri locali, per cui per un po’ di tempo non si dovrebbe sentire parlare della movida targata Cocoricò. Intanto il Movimento 5 stelle Perla verde di Riccione affida a Facebook la sua polemica di sapore tutto politico: “A Riccione i Carabinieri sono costretti a ‘governare’ il territorio… l’amministrazione dov’è?” si legge e sotto a ricordare il matrimonio tra il Comune di Riccione e la sua discoteca più famosa una foto del sindaco Massimo Pironi e del collega riminese Andrea Gnassi, fotografati assieme al gran galà per i 90 anni della Perla verde che sono stati festeggiati al castello degli Agolanti. La serata era organizzata dal Cocoricò network.

Articolo Precedente

Bologna, festa dell’Unità low cost: tagliato metà del budget per la cultura

next
Articolo Successivo

Piacenza, tra i nostalgici del Cavaliere: “Berlusconi leader anche dai domiciliari”

next