Il giorno dopo il rifiuto del ministro Cécile Kyenge, la Lega Nord torna all’attacco. La titolare del dicastero all’immigrazione e l’integrazione, non parteciperà alla Festa del Carroccio a Milano Marittima (Cervia). Un no che offre l’occasione al segretario Roberto Maroni di ribattere: “Secondo me sbaglia lei, perché il confronto è sempre utile: immagino si sia resa conto che molte delle cose che dice sono sbagliate”.

All’origine dello scontro, le frasi di Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato e rappresentante leghista che l’aveva paragonata a un orango in un incontro pubblico. Da quell’episodio, un valzer di inviti, scuse abbozzate e infine l’evento ufficiale per un confronto sul palco a fianco del presidente del Veneto, Luca Zaia. Ma nel mezzo l’ennesimo scontro a Cantù, dove alcuni consiglieri del Carroccio, hanno abbandonato il consiglio comunale prima dell’ingresso di Kyenge. Da lì la richiesta del ministro a Maroni: “Intervenga o non andrò a Milano Marittima“. Il silenzio del segretario è bastato a far precipitare i rapporti. E ora i leghisti hanno carta bianca.

Tra gli altri, il gruppo regionale della Lega Nord Piemonte ha reso noto oggi di aver presentato un ordine del giorno in cui critica il ministro per alcune frasi sul velo delle suore che lei avrebbe pronunciato ad un dibattito alla festa Pd di Cantù. Così, il segretario della Lega Nord Emilia, Fabio Rainieri, aveva diffuso una nota denunciando che, “durante un dibattito a Cantù con il sindaco di Varese, Attilio Fontana, il ministro Kyenge ha detto testualmente: ‘il fatto che la legge obblighi a far vedere il viso deve valere per tutte le donne, comprese anche le suore: perché non insistiamo su questo aspetto?“’. Secondo il gruppo regionale della Lega Nord Piemonte, è “una frase assurda e inaccettabile, ancora più grave perché pronunciata da un ministro”. “A parte il fatto che il velo delle religiose cattoliche non nasconde il volto, è inconcepibile che il Ministro Kyenge si lasci andare a queste affermazioni che sono farneticanti. Si vergogni e ritratti, lei è un ministro della Repubblica non un imam di periferia. Auspichiamo che anche dal Vaticano venga censurata questa assurdità”.

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