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Fiat, il ministro Zanonato: “Vogliamo aiutarla ma non con gli incentivi”

Grazie anche agli aiuti statali partiti dal 14 marzo per i veicoli elettrici, ibridi o a gas, le vendite in Italia del gruppo automobilistico erano tornate positive a marzo
Fiat, il ministro Zanonato: “Vogliamo aiutarla ma non con gli incentivi”
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“Vogliamo aiutare Fiat, ma non con gli incentivi“. Il ministro dello sviluppo economico, Flavio Zanonato, ha risposto così a chi gli chiedeva se il governo sta pensando a nuove manovre per sostenere l’azienda torinese. “Ho trovato Sergio Marchionne e John Elkann estremamente positivi e collaborativi, ci tengono fortemente che sia sottolineato il rapporto di amicizia tra Paese e azienda”, ha spiegato riferendosi all’incontro con i vertici del Lingotto, sottolineando che “mi sono impegnato in questa direzione: aiutare questa grande azienda che ha momenti di difficoltà”.

Fiat dovrà quindi fare a meno degli incentivi in Italia. Tanto criticati da Marchionne ma altrettanto preziosi per il bilancio del gruppo. Grazie anche agli aiuti statali partiti dal 14 marzo per i veicoli elettrici, ibridi o a gas, le vendite in Italia di Fiat Group Automobiles erano tornate positive a marzo. Il gruppo ha immatricolato 37.957 nuove vetture, in aumento del 5,33 per cento rispetto alle 36.037 unità segnate un anno fa.

Alcuni giorni fa, durante un incontro con Zanonato, Marchionne ha confermato “gli impegni per il Paese”, anche se continuano a crescere le preoccupazioni sulla volontà del manager e della famiglia Agnelli di traferire il quartier generale negli Stati Uniti. Fiat Industrial sta inoltre preparando lo sbarco a Wall Street della nuova società olandese che nascerà dalla fusione con Cnh e nel prospetto preliminare per la quotazione presentato dall’azienda c’è anche l’ipotesi di trasferimento della sede fiscale in Gran Bretagna.

Intanto le attività del Lingotto non danno segno di miglioramento. Allo stabilimento di Piedimonte San Germano, nel frusinate, si va avanti solo con un turno di lavoro, quello della Giulietta. In fabbrica, dunque, solo circa la metà dei 3.900 dipendenti, mentre tutti gli altri operai restano a casa per cassintegrazione. Anche la prossima settimana, fanno sapere i sindacati, si andrà avanti con un turno di lavoro, mentre per le ultime due del mese gli operai saranno in fabbrica solo il mercoledì e giovedì.

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