”Alla luce della strage perpetrata a Milano che ha provocato ben tre morti non comprendiamo le dichiarazioni del ministro Kyenge favorevole alla chiusura dei Centri di identificazione ed espulsione che sono indispensabili per l’ordine pubblico“. Non si ferma la battaglia della Lega nord contro la titolare dell’Integrazione Cecile Kyenge. A parlare questa volta è il presidente dei senatori della Lega Nord Massimo Bitonci ai microfoni di ‘Elleradio’: “Eravamo partiti con una apertura di credito nei confronti del governo Letta, ma le dichiarazioni del ministro dimostrano che non conosce la materia che deve governare, che è una incompetente. Ribadisco che non la critichiamo per il colore della sua pelle ma per il contenuto delle sue proposte”. 

“Alla Kyenge – continua ancora Bitonci – ribadiamo la nostra ferma contrarietà alla politica dello Ius soli. Noi della Lega riteniamo che per ottenere la cittadinanza italiana occorra risiedere nel nostro Paese da almeno 10 anni, un esame di conoscenza della lingua italiana e soprattutto essere in possesso di un reddito certificato. Bisogna anche mettere fine alla piaga dei visti turistici strumentali che portano nel nostro Paese flussi di immigrati pressoché incontrollati. Basti pensare al 1.500.00 di visti concessi nell’ultimo anno”.

Molto più duro il commento che il segretario della Lega lombarda Matteo Salvini rilascia a Tgcom24: ”Il ministro Kyenge fa istigazione a delinquere quando dice che l’immigrazione clandestina non dovrà più essere un reato“. Secondo Salvini “se solo a Milano città ci sono 50mila clandestini, cosa succederebbe se un ministro della Repubblica facesse intuire a uno di loro che può essere regolarmente presente senza rischiare nulla?”.

“Un conto – spiega Salvini – è migliorare la legge Bossi-Fini per renderla più efficiente, un conto è sbracare. Se le autorità locali ci mettono del loro con i tagli alla Polizia locale non si dà una mano alla sicurezza. Follia? La follia dura 5-10 minuti, quell’uomo lì è andato in giro per due ore”. “Questo Kabobo – ha aggiunto l’esponente leghista parlando del ghanese che l’11 maggio è sceso nelle strade milanese armato di piccone – mi risulta che sia analfabeta, quindi chi gli ha compilato i moduli del ricorso? Forse c’è qualcuno che ci guadagna. Quante sono le associazioni di pseudo-volontariato di buonisti tolleranti e accoglienti coi quattrini altrui che incassano denaro pubblico per mantenere questa gente? Sono tante”. “In Ghana – conclude Salvini – c’è la pena di morte per reati come questi. Io sono contrario alla pena di morte ma spero che Kabobo sia messo in galera per il resto dei suoi giorni. Spero in Ghana, così non ci costa denaro pubblico”.

Il Pd difende invece il ministro. ”Salvini e Bitonci la smettano una volta per tutte di sfruttare in modo vergognoso e indegno la tragedia di Milano per attaccare strumentalmente il Ministro per l’integrazione, Cecile Kyenge, ai fini della loro già fallimentare propaganda leghista”, dice il deputato Khalid Chaouki del Partito democratico, responsabile del partito per i nuovi italiani. “Condanniamo con fermezza il modus operandi della Lega Nord – prosegue Chaouki – che attraverso suoi autorevoli esponenti cerca di guadagnare facili consensi elettorali, speculando su quella che resta una tragedia che ci ferisce e che sarà oggetto della giustizia e degli organi competenti”. “Ribadiamo la nostra piena solidarietà alla Ministra Kyenge di fronte alle accuse di istigazione a delinquere lanciate da Matteo Salvini – conclude Chaouki – che semmai dovrebbe riflettere in silenzio sui risultati fallimentari della gestione leghista del Viminale, che produce irregolarità e non prevede canali legali di ingresso in Italia”.

Le critiche contro Cecile Kyenge erano partite subito dopo il caso di cronaca che ha visto coinvolto il ghanese Mada Kabobo che l’11 m aggio scorso ha ucciso a picconate un uomo in strada a Milano ferendone altri due morti poi nei giorni seguenti. Proprio Matteo Salvini aveva sostenuto che le aperture del ministro Kyenge in materia di immigrazione rappresentano un cattivo segnale, un’istigazione a delinquere. Una presa di posizione che aveva provocato la reazione indignata del Pd (“un’accusa vergognosa”), e dello stesso premier Letta (”parole fuori luogo”). Reazioni che non avevano fatto desistere la Lega Nord nel suo insieme dal lanciare al governo l’offensiva sull’immigrazione, con la richiesta ad Alfano e Letta di prendere le distanze dalle politiche annunciate dal ministro dell’Integrazione sul riconoscimento dello jus soli e sull’abolizione del reato di clandestinità oltre bloccare i nuovi arrivi con azioni preventive sulla scorta di quanto fatto da Maroni quando era titolare del Viminale.

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