”Non so se il Partito democratico sia ancora il mio partito”. Francesco Guccini da Bologna sancisce il suo addio al Pd. L’addio amaro di uno che era sempre stato fiducioso che alla fine quella creatura politica ce l’avrebbe fatta. Spegne una sigaretta, fa un respiro quasi a ingoiare un boccone amaro poi sembra voler frenare la rabbia: ”Per ora il no comment è la risposta più saggia da dare”. Complice il trattamento riservato al suo amico Romano Prodi, che due mesi fa lui stesso aveva ‘lanciato’ come candidato a presidente della Repubblica e impallinato sul più bello dal fuoco amico di 100 cecchini, complice soprattutto il nuovo governo di alleanza con Silvio Berlusconi e il suo Pdl, la lontananza tra l’autore de La locomotiva e il principale partito di centrosinistra è incolmabile: ‘‘Non sono molto felice anzi, sono molto perplesso e non so se si coglie l’eufemismo’’, dice al Fatto quotidiano. Eppure il tracollo del partito che fu di Bersani non è per lui una sorpresa. Meno di un anno fa lo aveva profetizzato: ‘‘Alle prossime elezioni vincerà Berlusconi con la promessa di togliere l’Imu e io mi dimetterò da italiano’’. Aveva ragione.

Sceso dal suo rifugio di Pavana sull’Appennino fin giù all’università di Bologna, il musicista e scrittore emiliano è stato accolto da 900 studenti giunti per vedere lui e il documentario sulla realizzazione del suo disco L’Ultima Thule. Guccini, che ha accettato infatti di essere testimonial nella campagna del 5 per mille a favore della ricerca dell’Ateneo, stronca anche il nuovo segretario ‘provvisorio’ Guglielmo Epifani che dovrà traghettare il Partito democratico fino al congresso di ottobre: ”Devo dire che ne sono entusiasta? No, non lo sono”, spiega poco prima di entrare nell’aula absidale di Santa Lucia.

Accompagnato da sua figlia Teresa e dalla moglie Raffaella Zuccari, l’artista è in forma fisica smagliante. Lontani gli stress dei concerti e ormai alle spalle anche l’ultimo disco, nessun segno di pentimento sembra balenare riguardo la decisione di abbandonare le scene. ”Da ex cantautore si sta benissimo’’, confida a margine dell’incontro. ‘‘Solo che ancora non ho avuto molto tempo per godermela e fare davvero l’ex”, spiega. Da settimane l’autore dell’Avvelenata gira infatti l’Italia per promuovere sia il disco, sia il documentario. ”Mi perseguitavano con le telecamere – ha scherzato l’autore davanti agli studenti parlando del film proiettato in sala – volevano riprendere ogni respiro e non solo quello”.

A margine Guccini ha voglia di parlare di politica, più di altre volte, e lo smarrimento per le scelte del suo quasi ex partito supera perfino le critiche al Movimento 5 stelle con cui pure non è molto tenero: ”Sì, forse la colpa di questa situazione è anche un po’ del movimento di Grillo. Si sono arroccati sulle loro posizioni. Ma la colpa è del Pd che non ha ben chiaro che cosa voglia, dove voglia andare’’.

Guccini è stato accolto dal rettore Ivano Dionigi che ha ricordato la Laurea honoris causa dieci anni fa in Scienze della Formazione: ‘‘Mi piace pensare a Francesco come un ponte fra le generazioni. Sarà perché è ancorato a questa terra. Si ha la sensazione che quando lui canta parli di noi tutti noi insieme e allo stesso tempo di ciascuno di noi’’.

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