Non c’è tempo da perdere. In Parlamento con il Movimento 5 Stelle sono arrivati tredici insegnanti oltre ad altrettanti studenti e quattro educatori. Il mondo della scuola è ben rappresentato.

Ora mettiamoci a lavorare. La nave della scuola sta affondando e mentre capitano e ammiraglio litigano per cercare i salvagenti, non resta che iniziare a darsi da fare. A chi entra ogni giorno in classe non interessano le polemiche sulle dichiarazioni passate della neocapogruppo alla Camera Roberta Lombardi ma i fatti che per troppi anni non abbiamo visto fare al ministero di viale Trastevere.

Tra poche settimane si imporrà di nuovo il rito del test Invalsi e su questa partita i neo eletti cittadini devono vegliare, capire cosa non funziona a villa Falconieri, dove nel 2011 sono partiti 21 Tir di carta, 45 mila pacchi di domande imbustati e inviati a 115 mila classi da coprire. Quali sono gli sprechi e i costi inutili di questa operazione? Dai neoletti cittadini del Movimento 5 Stelle mi aspetto una seria ispezione.

Entro il mese di giugno si porrà di nuovo sul tavolo la questione organici: a settembre scorso a causa dei ritardi di una macchina burocratica farraginosa che non riesce a fare a meno di fare le ferie quando si dovrebbe essere in ufficio, si è arrivati a nominare i docenti quando le lezioni erano cominciate con buona pace delle speranze e del travaglio dei precari.  

Intanto non esiste una mappa precisa e dettagliata dell’emergenza edilizia. Un grande piano nazionale per l’edilizia scolastica che innovi e metta in sicurezza le nostre scuole come Legambiente ha più volte sollecitato, sembra ancora una prospettiva lontana se si valutano i dati emersi dal XIII dossier di Ecosistema Scuola: un patrimonio edilizio vetusto che per quasi il 60% è stato costruito prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica, il 33,70% si trova in aree a rischio sismico e il 10,67% in aree ad alto rischio idrogeologico e che gli enti locali proprietari dichiarano che per quasi il 36% ha necessità di interventi di manutenzione urgenti.

La prima emergenza rimane ancora quella della messa a norma: quasi metà degli edifici non possiede le certificazioni di agibilità, sono ancora tantissime, più del 65%, le scuole che non possiedono il certificato di prevenzione incendi.

Una fotografia che nella sostanza è confermata anche dai primi dati dell’anagrafe dell’edilizia scolastica che il Ministero dell’Istruzione ha reso pubblici all’inizio di quest’anno scolastico, ma che dopo sedici anni dalla Legge 23 del 1996 che istituiva l’anagrafe stessa, devono essere ancora completati e resi accessibili a tutti quei cittadini che chiedono chiarezza e trasparenza rispetto alla sicurezza della scuola in cui lavorano e mandano i propri figli.

Compito dei neoeletti grillini insegnanti, studenti ed educatori è chiedere un’anagrafe completa ed ufficiale degli edifici.

Infine i neoeletti, a differenza di molti onorevoli e senatori precedenti che sapevano usare solo la matita (così mi disse un parlamentare di Sel durante una riunione), sanno che appena un’aula ogni 20 è collegata direttamente con l’Adsl e non può quindi supportare lezioni on-line; insufficiente appare anche la dotazione di computer e lavagne interattive. E senza web non si va da nessuna parte, lo dimostra il successo del Movimento.

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