Il Pibe de oro di nuovo a Napoli. Arriverà domani in Italia (a Malpensa secondo l’Adnkronos e a Fiumicino secondo l’Ansa)  con un volo proveniente da Dubai, Diego Armando Maradona. Ad attenderlo ci sarà il suo legale, avvocato Angelo Pisani che lo difende nella sua vertenza con il fisco italiano. Una battaglia legale e non solo: visto che il difensore il 1° febbraio scorso aveva annunciato che l’ex calciatore aveva vinto la vertenza con il fisco per essere poi smentito dall’Agenzia delle Entrate

Maradona recentemente in un video aveva espresso il desiderio di ritornare a Napoli. La decisione però è apparsa improvvisa. L’arrivo è previsto intorno alle ore 12, volo già prenotato. “Maradona parteciperà ad una trasmissione sportiva ma per il momento non abbiamo ancora deciso se con Diego andremo a Udine dove alle ore 19 gioca il Napoli contro l’Udinese oppure se tornare a Napoli e andare a vedere il match attraverso un maxischermo”, dice alle agenzie di stampa l’avvocato Angelo Pisani.

C’è un’agenda ricca di impegni per Diego Maradona che torna in Italia e dopo ben 21 anni nella sua Napoli. Poi martedì, nel caos post elettorale, l’ex campione argentino verrà con il suo legale Pisani una conferenza stampa nella sala Masaniello, al corso Umberto, nel centro storico di Napoli per parlare della sua causa con il fisco. “La scelta della sala Masaniello non è casuale, il capo popolo fu processato proprio in quel luogo e Maradona ha deciso di parlare proprio lì, raccontare la sua verità agli italiani, sentendosi un perseguitato dal fisco italiano”. 

”Io non sono un evasore, non lo sono mai stato perché ho giocato solo al calcio. Non posso tornare tranquillamente a Napoli e questo non è giusto’ –  aveva dichiarato Maradona -. La sentenza contro di me mi accusa di cose che non ho mai fatto. Chi dice di avere le prove lo dimostri all’Italia e al mondo”, anche perché quei contratti al centro della guerra con il fisco portano la firma di ex dirigenti del club ”di Gallo padre e figlio, di Ferlaino” e di Coppola ”che era il mio rappresentante”.  Le prime frizioni tra il fisco italiano ed l’ex calciatore risalgono ai primi anni ’90. Poi nel 1999 gli ispettori del fisco contestano ufficialmente a Diego Armando Maradona che tra il 1985 e il 1991 non avrebbe dichiarato tutti i propri redditi. Il conto presentato allora fu di 60 miliardi di vecchie lire tra imposte evase, sanzioni e interessi di mora, poi rideterminato in 40 milioni di euro. Ecco alcune delle tappe principali della vicenda.

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