Gli uomini del Pdl sono avvisati. Per arrivare a Palazzo Chigi bisogna convincere almeno 10 elettori a testa. Come? Con lo schema multi-level, strategia per la distribuzione di prodotti e tecnica ‘accalappia voti’ di successo nelle campagne elettorali americane. In sostanza, una catena di Sant’Antonio. Il meccanismo viene spiegato nella Lettera della rimonta” (prima e seconda parte) firmata dallo stesso Cavaliere e inviata via mail –  con qualche refuso – ai coordinatori locali del partito. Poi è finita in Rete, rilanciata su Twitter da Claudio Cerasa, caporedattore de Il Foglio. L’obiettivo è di coinvolgere in questa operazione 2 milioni di elettori e convincerli a scegliere il partito di Berlusconi. Nel testo tutte le istruzioni per l’uso. “Quello che devi fare è molto semplice – si legge – riunire 10 amici, che ci credono come ci crediamo tu ed io, e costituire con loro un ‘team della rimonta’”. E’ solo il primo passo, dopo di che “ognuno di questi amici dovrà a sua volta contattare altri 10 amici, che sono ad oggi ancora incerti, o che magari ci hanno votato in passato e che ora hanno cambiato idea e spiegare loro perché vale, ora più di allora, la pena di darci di nuovo fiducia andando a votare il 24 e 25 febbraio per il Popolo della Libertà“.

Prima di scendere nei dettagli del vademecum di centrodestra, qualche considerazione sulla rimonta nei sondaggi. “I nostri avversari – si legge – che si illudevano di aver già vinto le elezioni, andranno incontro ad una ennesima cocente delusione”. E poi il refuso: “Se ne stanno rendendo conto, ed hanno paura”. Si spiega che “in tre settimane abbiamo guadagnato 10 punti” e che “la differenza fra loro e noi è INFERIORE a quella del 2006”. Quindi l’invito ad essere “al mio fianco per salvare la nostra Italia” perché “dobbiamo vincere e dipende anche da te”, proprio “in qualità di esponente importante del Popolo della Libertà sul territorio”. Un passo decisivo per la costituzione di “20.000 team della libertà in tutta Italia, con l’obiettivo di riportare al voto almeno 2 milioni di elettori moderati”. Ma i volenterosi coordinatori locali non saranno lasciati soli, anzi. “Nei prossimi giorni – conclude la lettera – la mia segreteria ti contatterà telefonicamente attraverso il call center per definire i particolari del tuo impegno”. Poi Berlusconi chiede di inviare una mail all’indirizzo indicato e di specificare “un recapito telefonico al quale tu sia facilmente raggiungibile”.

La lettera della rimonta arriva a pochi giorni dalla presentazione del kit del candidato, ovvero tutto l’occorrente per affrontare la corsa al voto. Proprio come accadde nel 1994 agli albori di Forza Italia, con la campagna elettorale che portò per la prima volta il Cavaliere a Palazzo Chigi. A illustrare il kit per ‘la grande rimonta’ c’era Maurizio Lupi, armato di ‘slide’ e grafici. Chi è in lista ha quindi ricevuto la ‘miniatura’ del grafico con le riforme che Berlusconi porta sempre con sè negli studi tv (e che una volta ha anche ‘sbattuto’ in testa al cronista Marco Damilano), una copia dei due ‘contratti con gli italiani’ del 2001 e del 2008 e l’elenco con i punti chiave della campagna elettorale, ovvero “famiglia, futuro dei giovani, sviluppo di imprese e lavoro, riduzione dei costi di Stato e politica, istituzioni più moderne e una giustizia degna di un Paese civile”. La strategia del centrodestra punta a recuperare 0,1% di consensi al giorno da qui alle elezioni anche attraverso ”ogni eletto, quadro, candidato” che “seleziona un team di 10 sostenitori. Avremo così – si legge – 27mila ‘team della rimonta’ e 270mila giocatori”. La stessa strategia usata nelle amministrative 2010 con i ‘missionari della libertà’. E che oggi con la “Lettera della rimonta” torna ad essere lo strumento preferito del marketing di centrodestra. 

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