La Costituzione della Repubblica italiana come protagonista assoluta. Ma anche tanta satira e considerazioni sulle più importanti tematiche di stretta attualità. E non poteva mancare la politica, con il ritorno in campo di Silvio Berlusconi che ha offerto un assist forse insperato a Roberto Benigni per l’apertura de La più bella del mondo, la serata evento di Rai1 dedicata alla Costituzione. ”S’è ripresentato, Signore pietà.E’ la sesta volta, la settima ha detto che si riposa, anche lui”: è ripartito dal suo bersaglio preferito il comico toscano, che non ha risparmiato nulla al Cavaliere.

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”Volevo parlare di cose belle, ma questo dicembre ci sono state due notizie, bruttissime, catastrofiche” ha ironizzato Benigni: “Una la sapete tutti, il 21 dicembre c’è la fine del mondo, ma non è la più brutta. Un’altra, terrificante, ci ha veramente spappolati tutti: con questa crisi, con tanti italiani che desiderano andare in pensione e non ci possono andare, c’è uno che ci potrebbe andare quando vuole e non c’è verso di mandarcelo. E s’è ripresentato”. Il premio Oscar ha paragona il ritorno di Berlusconi “a quei sequel dei film dell’orrore: Lo Squalo 6, La mummia, Godzilla contro Bersani… Non si si sa più che fare. Qualcuno può dire che ce l’ho con lui, ma è lui che ce l’ha con noi”.

Poi un passaggio sull’ospitata durante DomenicaLive da Barbara D’Urso: “Ieri l’avete visto su Canale 5? Andava in onda una sua vecchia intervista del ’94, di un’ora e mezza – ha attaccato il comico – Prima di lui c’erano una famosa pornostar e lo zio di Avetrana: ho pensato, sta cercando di mettere insieme i moderati”. Berlusconi, ha sottolineato Benigni, “ha parlato di comunisti, lotta alla magistratura. E ho pensato, ‘guarda nel ’94 la gente come ci cascava, se lo facesse adesso…’ Tutti i grandi artisti quando invecchiano tirano fuori i vecchi successi, i comunisti e la lotta alla magistratura sono per lui come Satisfaction per i Rolling Stones“. E ancora: “Berlusconi ha un sogno nella testa: vorrebbe fare il presidente della Repubblica…” ha detto Benigni prima della battuta più affilata: “Sarebbe l’unica maniera di vedere la sua immagine dappertutto, di vederlo in una caserma dei carabinieri“.

Ad inizio trasmissione il premio Oscar ha voluto “ringraziare tutti gli italiani e i vertici della Rai per la possibilità di realizzare una serata bella su un argomento che più bello non si può”. “I vertici della Rai mi hanno detto: non devi ringraziare noi, ma una persona più importante di noi, il presidente della Repubblica Napolitano, che saluto con affetto, che mi ha ricevuto con grande cordialità e affetto” ha detto Benigni, il quale poi ha spiegato che il Capo dello Stato “mi ha detto che invece dovevo ringraziare un’altra persona più importante, il Papa”. E il Pontefice, a sua volta lo ha indirizzato “a nostro Signore: mi ha detto, lo puoi ringraziare, con la mia benedizione. Io allora ho ringraziato il Signore, ma ho sentito una voce che diceva: non devi ringraziare me… Silvio, grazie”.

D’obbligo, sempre in tema di politica, la canzonatura berlusconiana vista dal punto di vista di Bersani. ”Bersani ha detto: quando Silvio si presenta rende il mio lavoro più facile… Sapesse il mio!” ha insistito Benigni, secondo cui “non si sa cosa abbia in testa, a parte quella cosa là, politicamente dico: quel povero Alfano l’ha mandato al manicomio con la storia delle primarie… Ora ha detto che vuole fare l’alleanza con Maroni: ma Maroni, dopo l’incontro, si è detto disorientato”. Ed ecco la battuta sul segretario federale del Carroccio: “Per disorientare Maroni che è abituato a parlare con Bossi ce ne vole…” Berlusconi, ha continua il ‘piccolo diavolo’ “ha detto che se Monti si candida fa un passo indietro: e allora Mario, facci questo favore, qui a Cinecittà possiamo anche trovarti delle comparse, dì che ti candidi, così magari si ferma. Poi magari dopo due giorni smentisci, come fa lui”.

Archiviata la parentesi su Berlusconi, Roberto Benigni si è concentrato sulla modernità della Costituzione. Ha letto l’articolo 3, che prescrive l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, senza senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E ha commentato: “Ma questo l’hanno scritto a Woodstock, è Imagine di John Lennon trent’anni prima. Me li immagino a Montecitorio, come fricchettoni, che si passano il cannone”. E ancora: “Mentre la legge vieta, ti trattiene, fa paura, la Costituzione spinge, ti protegge, ti vuole bene, è la nostra mamma, è tutto a favore. I dieci comandamenti sono tutti un no, la Costituzione è tutto un sì, è la legge del desiderio”.

Invece, per quanto riguarda il lavoro, il premio Oscar ha detto che “se non c’è il lavoro, crolla tutto: la repubblica e la democrazia, che sono il corpo e l’anima delle nostre istituzioni”. Poi il crescendo: “Ogni legge che va contro il lavoro è un sacrilegio” ha detto Benigni, secondo cui “quando non c’è lavoro perdiamo tutti, perché quanto lavoriamo modifichiamo noi stessi, è quella la grandezza del lavoro. Nella busta paga troviamo noi stessi: quella paga non è avere, è essere”.

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