Avevano ragione loro, i tremila siciliani che il 18 maggio 1980 marciarono per protestare contro la costruzione di una strada litoranea tra Castellammare del Golfo e San Vito lo Capo, nel trapanese. Con la “marcia dello Zingaro” riuscirono a fermare il progetto, e la galleria scavata nella roccia “per dare inizio alla costruzione di una strada”, come ricorda un cartello di legno, oggi la attraversa -rigorosamente a piedi- chiunque voglia entrare nella Riserva naturale orientata dello Zingaro, la prima istituita in Sicilia nel maggio del 1981. 

Riporto di seguito una sintesi dell’inchiesta che Luca Martinelli ha fatto per il mensile “Altreconomia“, in edicola per tutto il mese di novembre.

Avevano ragione loro, e ce ne rendiamo conto oggi. Perché lungo quei sette chilometri ogni anno passeggiano decine di migliaia di persone, che si arrampicano lungo i sentieri e cercano rifugio alla calura estiva nelle bellissime cale, all’ombra del Monte Speziale (www.riservazingaro.it).  

Nessuno accusò i 3mila di essere affetti da “sindrome Nimby”, perché questo termine è stato coniato solo negli anni Duemila. Indica coloro che sarebbero contrari alla realizzazione di opere solo perché fatte nel proprio “giardino” di casa. “Nimby” sta per Not in my backyard, ed esiste anche un Nimby Forum, che ogni anno censisce gli “impianti contestati”.

Giunto alla settima edizione, è un breviario che ci è utile: di fronte alla crisi economica, sociale e ambientale, possiamo utilizzarlo per disegnare la nostra spending review, diversa da quella del governo Monti, perché le spese già tagliate, o che andremo a tagliare, riguardano grandi, medie e piccole opere. Inutili.

Tra il 2012 e il 2014, le manovre del governo Monti garantiranno allo Stato minori spese per 29,4 miliardi di euro. I comitati, che non fanno differenze tra pubblico e privato, hanno saputo fare molto meglio. Grazie alla loro azione negli ultimi anni sono stati cancellati spese inutili per circa 121 miliardi di euro.  

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