Il premio Nobel per la pace è stato assegnato quest’anno all’Unione europea.

La motivazione sono i sessant’anni di contributo alla pace, alla riconciliazione, alla democrazia e ai diritti umani in Europa.

Ne sono orgoglioso e penso che sia stata una scelta saggia e tempestiva. Pensavo anche che quello che avevano sentito i membri del comitato per il Nobel lo sentissero, come me, molti, moltissimi europei. Invece, una volta arrivata la notizia alla stampa, c’è stata la corsa all’elenco dei motivi per cui l’Ue non avrebbe dovuto ricevere questo prestigioso riconoscimento (purtroppo anche sul Fatto – uno dei pochi articoli in positivo l’ho trovato sul Washington Post).

Ancora peggio quando si leggono i commenti agli articoli o i tweet sull’argomento: la lista di ragioni proposte per cui l’Ue non avrebbe dovuto vincere è lunghissima e dimostra, a mio avviso, che: 1) i cittadini dell’Unione non si sono nemmeno resi conto di avere vinto loro (anche perché nei giornali trovano la notizia alla voce “Esteri”! 2) tutto il male del mondo è attribuito all’Ue, ma i cittadini paiono ciechi di fronte ai suoi benefici; 3) di conseguenza i norvegesi hanno fatto una buona scelta e sta a noi farne uso per correggere questa situazione preoccupante.

No, non è il discorso dell’élite che vuole imporre un progetto ai cittadini. Ognuno è libero di pensare quello che vuole e votare di conseguenza, ma quando si parla di Ue esiste un’asimmetria fondamentale nell’informazione: le idee che circolano (come quelle in reazione al Nobel) non sono fondate su una visione corretta, completa e fattuale.

Ora, i norvegesi ci ricordano che proprio dalla nascita dell’Ue l’Europa ha smesso di essere la polveriera del globo e ha goduto di sessant’anni di pace. Che il potere di attrazione dell’Ue ha contribuito a portare un cambiamento democratico nei paesi dell’Europa dell’est, ormai da più di 20 anni. E ai critici che obiettano ricordando le guerre nei Balcani bisognerebbe ricordare che la pace arriva e rimane in quella regione anche con il prospetto di adesione all’Ue e il conseguente monitoraggio dei progressi della democrazia e dello Stato di dritto in Montenegro, Serbia, Kosovo eccetera. Che l’Ue è il maggiore fornitore di aiuti allo sviluppo del mondo. Che… potrei continuare ma mi fermo qui. Non voglio convincere nessuno con una lotta di Davide contro Golia, un micro-blog con quattro followers contro praticamente tutta l’informazione nazionale.

Però mi piacerebbe se, dopo aver guardato i due video sulla pace e la democrazia, qualcuno capisse che questi risultati sono, oggi, invisibili proprio perché è diventato impensabile che non ci siano. E’ così grazie, anche e soprattutto, al fatto che 27 nazioni coesistono pacificamente in un’Unione basata sulle regole e sui diritti umani.

Quindi il premio Nobel ce o siamo meritati noi tutti, noi cinquecento milioni. E c’è da andarne fieri.

Disclaimer: Come riportato nella bio, il contenuto di questo e degli altri articoli del mio blog è frutto di opinioni personali e non impegna in alcun modo la Commissione europea.

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