Bologna non aspettava altro. Su quel piazzale che 32 anni fa vide cancellate le vite di 85 innocenti nel tempo di un amen, questa mattina è giunto il ministro degli Interni, Anna Maria Cancellieri, che per quella maledetta strage alla stazione promette finalmente  “verità e giustizia“. Lì, su quel palchetto a pochi metri dal cratere provocato dalla bomba del 2 Agosto 1980, salirà proprio la titolare del ministero chiave per scoprire i segreti delle stragi di stato.

Così la Cancellieri, dopo mesi di opinioni tentennanti (non ultima la mezza gaffe sulla sentenza in Cassazione sui poliziotti che hanno ucciso Federico Aldrovandi, n.d.r.) ha dichiarato dalla sala del Consiglio Comunale, che già l’aveva vista commissario straordinario di Bologna dopo lo scandalo Delbono, che “l’unica ragione di Stato è la verità“.

“E lo dico citando il presidente del Consiglio – ha spiegato visibilmente emozionata il ministro – che a maggio scorso disse queste parole a Palermo in occasione della commemorazione dell’omicidio di Falcone“.

“Garantirò ai famigliari delle vittime che l’impegno del Governo è quello alla massima trasparenza. Noi dobbiamo arrivare alla verità, qualunque cosa sarà necessaria per arrivarci la faremo. E dobbiamo andare al di la’ della verità giudiziaria, fino alla verità storica, le famiglie devono sapere chi ha voluto questa strage, tutto il necessario il Governo lo farà”.

Il ministro si è avventurato ben oltre promettendo la “riorganizzazione degli archivi di stato, l’ampliamento dei poteri parlamentari sui segreti di stato e  se non dovesse bastare metterò a disposizione disposizione i miei uffici per superare le difficoltà di interpretazione della legge che riconosce benefici alle vittime del terrorismo e delle strage. Perchè l’attenzione primaria va alle vittime della strage del 2 Agosto e ai loro familiari”.

Mai nessun uomo di governo  il 2 Agosto si era avventurato in una promessa così circostanziata e chiara. Nemmeno all’epoca del governo di Romano Prodi, quando con il sottosegretario alla difesa Massimo Brutti tutto impettito di fianco a Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime,  sul palco di Piazzale Medaglie d’Oro, cominciò il balletto delle mezze promesse, mai mantenute dalla maggioranza di centrosinistra, si avventurò in un’impossibile spiegazione sulla funzione degli “omissis”.

A loro seguì una sequela di rappresentanti dei governi di centrodestra, regolarmente fischiati da una folla mai scomposta, ma storicamente indignata: Pietro Lunardi, Giulio Tremonti e per ultimo nel 2009 Sandro Bondi. Ma la piazza non ha mai gradito anzi, ha spesso fischiato, se non addirittura voltato le spalle e proprio durante le parole dei ministri berlusconiani si è svuotata. Bologna e i bolognesi hanno la memoria lunga: difficile digerire il piglio di Tremonti, la vuota risata hollywoodiana di Lunardi, o il disperato tentennamento vocale di Bondi.

Ci voleva una donna, anzi una lady di ferro, elogiata ed amata da Pierferdinando Casini, subito inserita da Mario Monti in un dicastero fondamentale come quello degli Interni per ritirare fuori dall’armadio della politica dei tecnici, il coraggio e la coerenza.

“In tutti questi anni e ancora di più nel 2012 c’è stato un pericoloso esibizionismo dei carnefici. Ma il 2 Agosto non dovrà più avere un significato di contrapposizione ideologica. In questa giornata d’ora in avanti si commemoreranno i valori della democrazia, della Costituzione e della lotta al terrorismo. E prima di ogni altra cosa insieme piangeremo i nostri morti”.

Alle parole della Cancellieri, si aggiunge un severo monito del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, stralcio del discorso che ha spedito all’associazione vittime e che è stato letto el piazzale della stazione: “E’ importante ricostruire ogni aspetto della strage”.

“Quello che ha detto il ministro è indice di serietà. Speriamo che alle parole, poi, seguano i fatti”, ha chiosato Paolo Bolognesi aprendo il corteo di cinquemila persone, “In Italia non esistono misteri, ma solo segreti. E questi segreti, se si vuole, si svelano in un attimo”.

Il corteo arrivato in stazione non ha subito contestazioni e i soliti fischi. Questa volta lo Stato, nelle vesti del ministro degli Interni e del Presidente della Repubblica, ha tentato un robusto avvicinamento, e ha offerto ciò che la città aspetta da anni: la verità politica sul 2 Agosto.  

Così se Bologna non ha dimenticato la strage, ancor più difficilmente dimenticherà le promesse dell’ex commissario prefettizio: tutti sappiano chi sono i mandanti di “questo crimine contro l’umanità”.

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