Arriva Roberto Maroni e la chiamano Lega 2.0 ma quel che appare più evidente, oltre al restyling online, è l’oscuramento dai siti e dai social media del partito dalla figura di Umberto Bossi. Ridimensionato, scomparso o cancellato. Al comizio dell'”orgoglio leghista” a Bergamo il neosegretario aveva imbracciato la scopa e garantito che avrebbe “fatto pulizia” all’interno del partito. Ma la prima cosa che ha eliminato sono state le tracce del Senatur. Un assaggio arriva da La Padania sabato 30 giugno, alla vigilia del congresso di Assago che avrebbe proclamato per alzata di mano il candidato unico. In prima pagina una foto che testimonia l’accordo siglatoa Bad ragaz in Svizzera sulla nascita della macroregione alpina che, spiega il quotidiano di via Bellerio, sancisce la “nascita di una nuova comunità di lavoro destinata ad avere già dal prossimo futuro un peso considerevole nell’Unione europea e non solo”. 

Da sinistra nella foto Luca Zaia, presidente del Veneto, Andrea Gibelli, vicepresidente leghista della regione Lombardia, Umberto Bossi, Roberto Cota governatore del Piemonte e il suo capogruppo in regione Michele Marinello. Peccato che Gibelli non abbia mai posato per quella foto. Era presente all’incontro ma sulla prima della Padania e anche a pagina 9 dello stesso numero, finisce un fotomontaggio. Nell’originale infatti al suo posto c’era Luciano Bresciani, assessore alla Sanità della giunta Formigoni nonché medico personale di Bossi. Che sulle pagine del quotidiano è stato sostituito da Gibelli, considerato vicino al triumviro Calderoli. Non un bossiano doc, insomma. Un “ritocchino” che ricorda la prassi di rimozione della Pravda, il quotidiano espressione del regime comunista che dalle immagini cancellava le presenze “non gradite”.

La questione sarebbe – forse – passata inosservata, se Elena Artioli e Claudio Degasperi, rispettivamente consigliere provinciale e comunale della Lega di Bolzano entrambi presenti all’incontro, non avessero messo online le foto. Da lì la rete, incluso il Corriere della Sera di domenica, ha smascherato il fotomontaggio. Fonti vicine a Bresciani confermano che “nell’originale della foto c’era l’assessore e non Gibelli” e che Bresciani “ha incontrato il direttore della Padania Stefania Piazzo“. Parlando con i leghisti della regione Lombardia, pare che il problema non sia affatto il fotomontaggio. Anzi, quello sarebbe andato benissimo se solo fosse stato aggiunto Gibelli senza tagliare Bresciani. “Ma l’assessore non si è offeso e non ha tempo da perdere. Anzi, una volta vista la prima della Padania si è fatto una bella risata”. Perché, sostengono in Regione, a volere quel fotomontaggio non sono stati nè Bossi, nè MaroniZaia.

Se in Regione Lombardia fanno spallucce davanti al photoshop, il consigliere Degasperi in un primo momento finge di non avere nemmeno pubblicato le foto su Facebook. “Magari le ho messe sul mio profilo, non so. E se ce le ho comunque è un caso”. Poi, alla richiesta del fattoquotidiano.it di potere vedere l’originale per verificare il fotomontaggio spiega: “Prima dovrei vedere cosa volete scrivere. E poi se sono sul mio profilo facebook, non sono pubbliche e le possono vedere soltanto i miei ‘amici'”. Degasperi poi aggiunge che “un quotidiano che ne attacca un altro va contro l’etica della professione” e preferisce difendere il giornale di partito perché, anche se è un fotomontaggio, “si tratta di una foto-verità”. “Gibelli in quel momento era un attimo al telefono per problemi famigliari – spiega il consigliere – ma serviva una foto istituzionale e allora hanno rimediato così. Formigoni se n’era già andato ed era rimasto Gibelli che è vicepresidente. Non ci vedo nulla di male”. Nessuna ombra sulla sostituzione del bossiano Bresciani, anzi, osserva Degasperi, quel che ha fatto la Padania è stata solo “un’ingenuità, visto che il fotomontaggio è fatto male, senza tecnica”. Mentre i leghisti continuano a nicchiare sulle ragioni del photoshop prosegue la pulizia anti-Bossi anche dai siti istituzionali. Nel restyling del sito ufficiale della Lega, il Senatur è stato ridimensionato in alto a sinistra col sigaro in bocca mentre sotto trionfano le immagini e i video del nuovo segretario. Nell’era della sua, invece, campeggiava sulla homepage il suo mezzobusto col maglione verde.

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