Squinzi (presidente Confindustria): “La semplificazione normativa-burocratica è la priorità delle priorità”.

Finalmente la questione della burocrazia inizia a entrare nell’agenda degli italiani. Sta aumentando vertiginosamente il numero di quelli che sostengono che si tratta della madre di tutti i problemi.
Mi ha fatto quindi molto piacere partecipare alla trasmissione di Rai3, Apprescindere, condotta da Michele Mirabella, lunedì 26 marzo, che era interamente dedicata a spiegare, con la solita pacatezza e chiarezza, quanto ci costa il folle castello di leggi irrazionali che i politici sono riusciti a costruire in un secolo e mezzo (e grazie al quale possono far correre le pratiche degli amici e strangolare quelle di chi amico non è).
Mirabella racconta delle ghigliottine autorizzative (fino a 70 autorizzazioni diverse per aprire una pizzeria) e cita una dichiarazione di Squinzi, nuovo presidente di Confindustria, che al Messaggero ha detto: “Credo che la priorità delle priorità sia la semplificazione normativa-burocratica. Sono assolutamente convinto: è la madre di tutte le virtù. Su questo punto bisognerà sensibilizzare il Paese e chi ci governa”.
A Repubblica ha poi dichiarato, rincarando: “Comunque non credo che sia l’articolo 18 a fermare lo sviluppo del paese».
Cos’è che ferma lo sviluppo del paese? “
In primo luogo la troppa burocrazia.”

Sinceramente mi fa un po’ impressione scoprire che il presidente di Confindustria la pensi come me. D’altronde credo che questa battaglia la potremo vincere solo insieme alla maggioranza degli italiani. Sarà durissima privare i partiti della fonte principale del loro potere. Quindi benvenuti anche i grossi imprenditori, se ci aiutano a buttar giù il muro.
Credo perciò che sia molto positivo che in questo momento si stia sviluppando questo fronte contro la burocrazia, ormai riconosciuta da tutte le categorie professionali come il nemico numero uno dell’economia.
Formalmente anche i politici e i tecnici sono d’accordo, ma solo a parole.
Ma fin’ora s’è fatto quasi nulla.

Mirabella racconta che secondo l’ultima classifica della Banca Mondiale sul peso della burocrazia, su 183 paesi siamo all’87° posto. Poi Sergio Rizzo del Corriere della Sera interviene raccontando che per un’opera pubblica si sono riunite a Roma 38 commissioni, ognuna delle quali aveva potere di veto sul progetto. Ogni commissione ha avuto copia dell’intero progetto composto da più di mille pagine e tavole progettuali, la stampa di questi 38.000 documenti è costata più di 400mila euro e poi questa montagna di carta è stata smaltita in discarica al costo di atri 20.000 euro.
Insomma: il delirio patologico organizzato ed elevato all’ennesima potenza. Rizzo racconta ancora che solo 540 comuni, su più di 8.000, sono realmente in grado di far svolgere le pratiche burocratiche via web… In un paese dove Internet è veloce la metà che in Romania.

Ora bisogna vedere se il governo Monti avrà il coraggio di affrontare radicalmente la questione oppure farà largo uso di pannicelli caldi.

Io dal canto mio continuo a cercare di portare il mio contributo alla comunicazione.
Mi sono quindi esibito nella dimostrazione di come si costruisce un frigorifero per il trasporto di cibi confezionati che il corrispondente della nostra Asl, in Svizzera, ha omologato a un mio amico che produce tofu biologico.
Grazie a uno sforzo di bricolage, un termometro, nastro adesivo e cartone riciclato, in pochi minuti puoi costruire un frigorifero perfettamente efficiente e poi andare a fartelo verificare (e timbrare) da un pubblico ufficiale. Se provi a farlo in Italia ti ricoverano alla neurodeliri. (Il video dimostrativo frigorifero è all’inizio della trasmissione).

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