Augusto Minzolini ha le ore contate alla direzione del Tg1: dopo il valzer di nomi diffusi in questi giorni sul suo possibile successore, è il direttore generale della Rai Lorenza Lei a esporsi. Nella seduta strardinaria del Cda fissata per martedì prossimo, la Lei proporrà Alberto Maccari (in quota Pdl) per una direzione ad interim fino al gennaio 2012. L’ufficializzazione della candidatura è provata dall’arrivo del curriculum dell’attuale direttore del Tgr sul tavolo dei consiglieri, che per regolamento dei lavori consiliari deve giungere con congruo anticipo per dare modo al consiglio di valutare la proposta. All’ordine del giorno della riunione di martedì mattina, c’è “l’ esito dell’udienza preliminare della vicenda del direttore del Tg1”, rinviato a giudizio per peculato, oltre a “provvedimenti di nomina correlati” e “varie ed eventuali”. Minzolini, a proposito della proposta di  Maccari come suo sostituto dice: ”Queste cose qui non le so, nessuno mi ha messo al corrente. Se fosse vero potrei definirla una porcata”.

Quattro giorni fa il direttore del tg della rete ammiraglia, era stato rinviato a giudizio dal gup di Roma Francesco Patrone per peculato con riferimento all’uso della carta di credito aziendale della Rai utilizzata, secondo l’accusa, in maniera non regolamentare.

Il processo si terrà l’8 marzo prossimo davanti alla VI sezione penale del Tribunale di Roma. Il giornalista ha sforato, in 14 mesi, il budget a sua disposizione per circa 65 mila euro. Tale somma è già stata restituita dal direttore all’azienda. Dopo l’udienza, il numero uno del Tg1 aveva parlato di un’accusa creata ad hoc per togliergli la direzione del telegiornale: “Quello che non sopporto di questa vicenda è che vengono utilizzati strumenti del genere per raggiungere l’obiettivo. Questo vi dà l’idea della società di trogloditi in cui viviamo”. La Rai ha partecipato all’udienza preliminare nella veste di persona offesa, e ha annunciato che si costituirà parte civile, in attesa del vaglio del giudice dell’udienza preliminare, entro il termine di decadenza previsto dalla legge.

L’addio dell’attuale direttore del Tg1 era nell’aria da tempo: prima, con la sfiducia della maggioranza del Cdr, poi con gli scarsi risultati di share delle ultime settimane (battuto da Tg3 e Tg5). Il Comitato di redazione aveva mostrato insofferenza per gli editoriali già negli ultimi mesi e in una nota del 29 settembre  scorso aveva espresso: “L’editoriale del direttore questa sera ha veramente passato il segno”. Dopo l’udienza del 6 dicembre Il cdr, in un comunicato, ha sottolineato come “denunci ormai da molto tempo, il fallimento del progetto Minzolini, che ha portato gli ascolti del giornale al minimo storico e ha fatto perdere credibilità alla principale testata del servizio pubblico, come sottolineato anche dalla ricerca della Cattolica di Milano”. Molto più “prudente” era stato Attilio Romita (anche lui membro del cdr): “Quanto al rinvio a giudizio di Minzolini, non resta che attendere il corso della giustizia”.

Maccari, attuale direttore delle testate regionali del Tg3 è vicino alla pensione (dovrebbe terminare il servizio già il prossimo 5 gennaio). Resta da verificare quindi se nel frattempo maturerebbe i requisiti per il pensionamento, dopo l’introduzione delle nuove norme con l’ultima manovra. Oltre a lui, i nomi fatti nei giorni scorsi erano stati quelli di Mario Calabresi (direttore de La Stampa), di Mario Orfeo (direttore de Il Messaggero) già espertissimo di corridoi a Saxa Rubra e direttore del Tg 2 fino alla scorsa primavera e di Mario Sechi (direttore de Il Tempo). Nessuna certezza sul futuro in Rai dello stesso Minzolini, ma per lui si ipotizza una proposta da corrispondente da una sede prestigiosa all’estero. La destinazione non si potrà sapere già martedì, perchè occorrono quaranta giorni di tempo per definire il nuovo incarico. Paolo Gentiloni, ex ministro delle Comunicazioni nel secondo governo Prodi, commenta così la possibile sostituzione alla direzione del Tg1: “Sostituire Minzolini era un atto dovuto. Sostituirlo con Maccari sarebbe l’ennesima prova di una Rai debole e subalterna”. Poco soddisfatto anche Matteo Orfini, responsabile Cultura e informazione della segreteria nazionale Pd: “Non serve un direttore del Tg1 nominato solo per passare le feste di fine anno. E’ senz’altro positivo che venga avviato il processo di superamento della triste stagione minzoliniana al Tg1. Ma è poco convincente – prosegue – l’idea di dare alla principale testata una soluzione temporanea”, mentre il capogruppo Idv al Senato, Felice Belisario invita la Lei ascegliere una personalitò indipendente e non un designato dalla politica, perché di una informazione schierata e faziosa ne abbiamo avuto davvero abbastanza”. Il Capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto assicura invece: “Confermiamo ancora una volta la nostra solidarietà al direttore del Tg1 Augusto Minzolini”.

Articolo Precedente

Marchionne d’America è “il nuovo Jobs”
sulla copertina di Time

next
Articolo Successivo

Il Tg1 e l’eredità del micio Tommasino

next