Gianni Lettieri e Nicola Cosentino

La caccia al caprio espiatorio della catastrofica sconfitta del Pdl a Napoli sta per concludersi. Verrà sacrificato il nome più ovvio. Quello di Nicola Cosentino. “Non devo mica fare il coordinatore regionale a vita – ha commentato l’ex sottosegretario di Silvio Berlusconi – e se sarà utile non sarò di ostacolo al rinnovamento”. Parole pronunciate nel corso di una riunione del gruppo regionale azzurro convocata in piazza Bovio a Napoli, il quartier generale di un partito che si interroga sulle ragioni della disfatta e deve tenere a bada le tensioni interne esplose come una maionese impazzita.

Il summit ha affrontato le prime rogne post elezioni. Un documento in cui i consiglieri regionali, guidati dal timoniere degli ultimi giorni della campagna elettorale di Gianni Lettieri, Fulvio Martusciello, chiedono più spazio nella giunta Caldoro attraverso un rimescolamento ‘geografico’ dell’esecutivo tra le diverse province. E poi l’istanza di alcuni esponenti Pdl vicini al senatore di Afragola Vincenzo Nespoli che propongono un totale azzeramento della classe dirigente locale berlusconiana. ”Mi sembra di capire che ci sia voglia di rinnovamento nel partito – ha affermato Cosentino – ma anche nella capacità di migliorare i nostri governi. Penso, però, che il dibattito debba essere su come migliorare l’azione dei nostri governi rispetto alle attese dei cittadini”.

Quindi, spazio all’analisi, in qualche passo comprensibilmente auto-assolutoria: “Il Pdl ha vinto tutto, ha toppato solo al secondo turno delle elezioni a Napoli. Questa classe dirigente deve confrontarsi sulla situazione, ma i cittadini napoletani e campani hanno bisogno di governi che diano loro risposte”. ”Non possiamo sembrare uguali agli altri, abbiamo fatto una campagna elettorale con i rifiuti nelle strade e i cittadini ci hanno detto: ‘Destra e sinistra, siete uguali’. Non siamo stati capaci di spiegare – ha concluso l’ex sottosegretario – che la responsabilità era del Comune e non abbiamo dato ancora risposte ai bisogni e alle attese, se non lo facciamo difficilmente riusciremo a essere competitivi”.

Cosentino è pronto all’addio e forse l’ufficializzazione avverrà durante gli Stati generali del Pdl in Campania, in programma ad Ischia dal 24 al 26 giugno. Per la successione sono in corsa i senatori Gaetano Quagliariello e Carlo Sarro (autore delle proposte di legge per sospendere gli abbattimenti degli abusi in Campania), la giovanissima deputata sannita Nunzia De Girolamo, il parlamentare del nolano Paolo Russo. Deciderà come sempre Berlusconi, attraverso il neo segretario politico Angelino Alfano. Perché di primarie, almeno per il momento, non se ne parla. O se ne parla solo per stroncarle. Come ha fatto il governatore campano Stefano Caldoro in un’intervista al Corriere della Sera: “Le primarie possono lasciare spazio alla scalata dei poteri illegali”. Il che, detto all’interno di un partito il cui coordinatore regionale è imputato di camorra, sia pure con la presunzione di innocenza del caso, suona un pizzico beffardo.

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