Il pubblico ministero ha intenzione di chiedere il giudizio immediato per Silvio Berlusconi in base all’articolo 453 del codice di procedura penale. Il premier, indagato per la vicenda Ruby per concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile, è stato convocato per le date 21, 22 o 23 gennaio: nell’arco di questi tre giorni la difesa di Berlusconi potrà concordare con i pm della procura quando il presidente del Consiglio può presentarsi in procura.

La volontà di ricorrere al rito immediato la si evince dalla nota diffusa dal procuratore capo della procura milanese, Edmondo Bruti Liberati, nella tarda mattinata. In particolare nella parte in cui si legge: “E’ stato notificato a Silvio Berlusconi e ai suoi difensori l’invito a comparire ai sensi degli articoli 375 e 453 ccp”. L’articolo 375 prevede infatti che la procura possa chiedere il giudizio immediato quando vi sia “evidenza della prova”. La richiesta di giudizio immediato deve essere trasmessa alla cancelleria del giudice per l’udienza preliminare, sarà quest’ultimo a valutare se accogliere o meno la richiesta.

L’articolo 453 recita che “quando la prova appare evidente, salvo che ciò pregiudichi gravemente le indagini, il pubblico ministero chiede il giudizio immediato se la persona sottoposta alle indagini è stata interrogata sui fatti dai quali emerge l’evidenza della prova ovvero, a seguito di invito a presentarsi emesso con l’osservanza delle forme indicate nell’articolo 375 comma 3 secondo periodo, la stessa abbia omesso di comparire, sempre che non sia stato adottato un legittimo impedimento e che non si tratti di persona irreperibile”.

Per chiedere il rito immediato, quindi, serve l’evidenza della prova, che in questo caso esiste secondo gli inquirenti, e un tempo d’indagine non superiore ai tre mesi. Berlusconi è stato iscritto nel registro degli indagati per prostituzione minorile e concussione il 21 dicembre scorso. Inoltre, è necessario un invito a comparire per l’interrogatorio dell’indagato, che al premier è stato notificato oggi.

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non hanno la competenza sul caso Ruby”

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