Un’occupazione, breve, del Colosseo. Un’azione simbolica forte, sotto gli occhi di turisti, curiosi e telecamere. E’ quella attuata da alcune decine di studenti che partecipavano al corteo (non autorizzato) partito questa mattina e diretto inizialmente alla Camera, dove – durante l’esame del ddl Gelmini – il governo è stato battuto. In contemporanea, in tutta Italia, si tenevano altre proteste. I manifestanti sono entrati nell’antiteatro Flavio scavalcando i tornelli e si sono arrampicati sugli anelli del Colosseo. Dal secondo anello hanno esposto uno striscione che reca la scritta ‘Nessun taglio, nessun profitto’. In molti hanno gridato in coro “Siamo noi i veri leoni”, e hanno acceso fumogeni rossi, tra lo stupore dei turisti presenti.

Circa duemila studenti universitari e medi sono partiti in mattinata. In testa c’era uno striscione: “No ai tagli del Ddl. Nessun profitto sul nostro futuro”, era scritto (guarda il video). Il corteo era diretto in piazza Montecitorio, presidiata dalle forze dell’ordine che vogliono evitare altri tafferugli, come quelli accaduti ieri al Senato. Proprio in quegli istanti, in diretta a Mattino Cinque, il ministro Mariastella Gelmini definiva come “inaccettabile” la protesta degli studenti nella quale si saldano “una parte di giovani e chi non vuole cambiare”: “Penso siano ‘baroni’ – precisa il ministro -, in quanto questa, che è una riforma epocale, prevede trasparenza nei concorsi e tenuta dei conti”, piu’ efficienza e la fine di ‘parentopoli’ nelle Università”.

Davanti alla Camera è stato esposto uno striscione bianco e un punto interrogativo, di colore rosso. “E’ uno striscione bianco – spiegano Giusy e Enza, due giovani ricercatrici dell’ateneo umbro – perchè siamo letteralmente senza parole. Siamo 174 ‘indisponibili’, e vogliamo far sentire la voce dei nostri diritti e dei giovani che vogliono ricercare”. Un altro cartello ha un messaggio funebre: “Stroncata da una riforma epocale è venuta a mancare l’università pubblica, di anni 702. La piangono studenti, dottorandi, assegnisti, borsisti, ricercatori, professori associati e ordinari in protesta. Non fiori ma voti contrari”, è la conclusione del manifesto.

Per il permanente stato di agitazione e le occupazioni che coinvolgono cinque facoltà, la cerimonia di inaugurazione alla Sapienza dell’anno accademico 2010-2011, prevista per venerdì 26 novembre “è rinviata a data da destinarsi per disposizione del rettore, Luigi Frati”. Lo stesso rettore ha comunicato che il Prefetto di Roma ha inviato una nota nella quale si evidenzia che “lo stato di tensione che attraversa il mondo studentesco in tutta Italia, in relazione alle manifestazioni svoltesi, anche nella Capitale”, nella giornata di mercoledì e si sottolinea che “altra data meglio garantirebbe la solennità e serenità dell’evento”.

In mattinata Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia e leader di Sinistra e Libertà, è salito sul tetto della facoltà di architettura dell’Università di Roma La Sapienza dove hanno passato la notte alcuni studenti, ricercatori e docenti (guarda il video). Con lui c’era anche il cantante romano Antonello Venditti. “Sono qui perché è qui che si incrocia l’Italia migliore – ha detto Vendola – è qui che ha inizio il futuro”. “Sui tetti e per le strade – afferma il governatore della Puglia – monta la rabbia che nessuna scelta politica può neutralizzare, perché la controriforma Gelmini è una saracinesca chiusa sul domani delle giovani generazioni. I tanti giovani donne e uomini protestano contro l’idea demenziale di colpire la scuola e l’università pubblica, proprio nel momento in cui bisognerebbe investire sulla ricerca, sui giovani, sulle cosiddette generazioni del lavoro mai. E’ tempo di vedere l’alba – continua Vendola – perchè il berlusconismo è già tramontato. E non c’è posto migliore dei tetti per vedere una nuova alba”. Nel pomeriggio anche na delegazione di esponenti di Futuro e Libertà è salita sul tetto della Facoltà di Architettura. Tra i delegati del Fli, i deputati Fabio Granata, Benedetto Della Vedova e Flavia Perina.
“Non criminalizziamo alcuna protesta sociale – ha spiegato Granata – Fare politica significa ascoltare. Comprendiamo le ragioni della protesta e ci stiamo confrontando con i precari sulle prospettive di miglioramento del testo del ddl”.

In serata alcuni artisti sono intervenuti al presidio in piazza di Spagna contro i tagli alla ricerca e il ddl Gelmini.  Il regista Ettore Scola, il cantante Antonello Venditti e il musicista Enrico Capuano si sono alternati nei loro interventi in difesa della ricerca. Nel suo discorso, Scola ha sottolineato la necessità di far nascere un germe che unisce università, ricerca pubblica e spettacolo sotto l’unico concetto di cultura, che rischia di essere persa. Per tutti lo slogan è stato “Uniti insieme contro i tagli del governo”. La delegazione di ricercatori precari ha annunciato per sabato “la presenza sul tetto di Architettura, per solidarietà, dell’attore e regista teatrale Ulderico Pesce e, domenica, di Carla Fracci.

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