“Un grande Paese democratico ha bisogno di un’informazione forte, libera e autorevole; in un grande Paese democratico la libertà di stampa non è mai sufficiente”. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ribadisce così la sua contrarietà alla legge Bavaglio. Intervenendo alla presentazione della relazione annuale dell’Agcom, Fini ha sottolineato di come, in Italia, “abbiamo ancora bisogno di introdurre nell’ordinamento ulteriore norme che tutelino l’accesso ai mezzi di informazione”.

Opinione condivisa anche da Calabrò. “La libertà d’informazione è forse una libertà superiore ad altre costituzionalmente protette, e come tale va difesa da ogni tentativo di compressione”. E’ il monito del presidente dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, Corrado Calabrò, che nella Relazione annuale al Parlamento tocca uno dei temi più discussi in questi giorni, alla vigilia della giornata di mobilitazione indetta per il 9 luglio dalla Federazione nazionale della stampa contro il disegno di legge in materia di intercettazioni.

Secondo Fini “non abbiamo bisogno di politiche di tagli drastici all’editoria, ma semmai di un accorto lavoro che selezioni gli strumenti piu’ appropriati di sostegno pubblico e bandisca ogni forma di intervento clientelare”. Occorre, aggiunge, “sconfiggere la ‘vulgata’ secondo cui la carta stampata è il passato dell’informazione. Senza la carta stampata sarebbe ‘poca cosa’ anche l’informazione che viaggia sulla rete. Al contrario, sarà proprio dall’interazione virtuosa tra l’informazione a stampa ed internet che potranno derivare i frutti migliori degli anni a venire”.

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