L’intervista - Massimo Cacciari

Governo, Cacciari: “Il Pd per salvarsi deve far fuori Renzi, poi allearsi con i 5Stelle”

Messaggio al Nazareno: “I dem devono sostenere un governo grillino ma senza partecipare con i ministri. Ora tocca a loro”

Di Lorenzo Giarelli
10 Marzo 2018

Ogni accordo di governo tra il Movimento 5 stelle e il Partito democratico, al momento, è lontano. Oltre all’intesa politica sembra esserci di mezzo un rancore di fondo, quello che il giorno dopo le elezioni ha fatto dire a Matteo Renzi di non voler mai sostenere chi ha definito i dem “corrotti, mafiosi e collusi”.

Massimo Cacciari, anche questa componente potrebbe avere un peso?
Mi pare che queste spiegazioni psicologiche c’entrino poco e non siano decisive per determinare le scelte. Il Partito democratico ha talmente tanti guai interni che non ha neanche il tempo di pensare ai rancori.

Quindi non è quello il motivo che tiene lontani Pd e 5 Stelle?
Il nodo centrale adesso è la disfida interna al Pd. Renzi si è mangiato il partito e ha finito per mangiare pure se stesso. Questi problemi si risolverebbero con una direzione seria, con qualcuno in grado di prendere decisioni che vadano oltre Renzi.

La strada, quindi, sarebbe superare il segretario e guardare ai 5 stelle?
Mi sembra l’unica posizione possibile. Da questa disfatta il Pd potrebbe uscirne bene soltanto se ammettesse la sconfitta, riconoscesse la vittoria del Movimento 5 Stelle e si rendesse disponibile a sostenere un governo monocolore dei grillini.

Perché monocolore? A quel punto non potrebbe avanzare qualche pretesa?
Non gli converrebbe, avrebbe tutto da perdere. Condividere responsabilità di governo in questo momento sarebbe un suicidio, anche perché gli elettori hanno parlato chiaro, sfiduciando il partito.

Quindi?
Quindi è giusto che il Movimento costruisca un governo da solo, con i suoi ministri, e che il Partito democratico valuti volta per volta le proposte da votare.

Ma così non sarebbe una maggioranza troppo fragile?
Se il Pd presentasse una proposta del genere ai 5 stelle, il cerino passerebbe in mano ai grillini. Per quanto debole possa essere questo tipo di sostegno, non credo che il Movimento potrebbe dire “no grazie” ai dem e rifiutarsi di fare un governo.

La base del Pd come la prenderebbe?
Mi sembra che la base abbia già dato brutti segnali con il voto se è per questo. Ma se andiamo a vedere i flussi elettorali si vede chiaramente che tre quarti dei voti fuoriusciti dal Pd rispetto alle elezioni del 2013 li ha intercettati il Movimento 5 stelle. C’è molta più omogeneità tra le loro basi di quanta ce ne sia tra centrosinistra e centrodestra.

Ci sono alternative a un’intesa tra Pd e 5 Stelle?
Mettere d’accordo la Lega e i grillini su un governo è impossibile. Il popolo dei 5 stelle, al contrario di quanto sostiene qualcuno, non è certo di destra e sopporterebbe molto male ogni tipo di accordo con Salvini. Ma anche il leader leghista non ce lo vedo proprio a spaccare il centrodestra per andare a fare il secondo a Di Maio. Altre soluzioni non ce ne sono, visto che Berlusconi e quel che resta del Pd, anche volendo, non hanno i numeri.

Quello di un accordo tra 5 stelle e Pd è più una speranza o una previsione?
Allo stato attuale non è fattibile, purtroppo. Bisognerebbe superare Renzi e in questo momento nel Pd non c’è nessuno in grado di farlo .

Se il Pd e i 5 Stelle faticano a dialogare, i cosiddetti poteri forti – dai grandi giornali a Confindustria – ci hanno messo poco a riposizionarsi nei confronti del Movimento. La stupisce?
Per niente. È l’Italia eterna, la miserabile Italia eterna che sta sempre con chi vince. Come si dice: “Primum vivere”.

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