Speranze di pace tra gli sfollati a Gaza
I residenti di Gaza credono che un cessate il fuoco sia a portata di mano dopo l’appello di Donald Trump a Israele di interrompere i bombardamenti poiché Hamas ha accettato di rilasciare tutti gli ostaggi. Anche se i dubbi tra gli sfollati sulle reali chance di successo del piano rimangono. “L’annuncio di Trump mi ha davvero sorpreso, perché si è sempre schierato con Israele”, ha detto Jamila al-Sayyid, 24 anni, residente nel quartiere Zeitun di Gaza City. Nonostante l’appello del presidente degli Stati Uniti, ha osservato che “gli aerei non hanno smesso di bombardare”, ma si è detta contenta di essere rimasta nella città principale del territorio. “La cosa più importante è che il cessate il fuoco venga attuato e che i prigionieri israeliani vengano rilasciati, poiché vengono usati come pretesto da Israele per continuare la sua occupazione”, ha aggiunto. Per Sami Adas, 50 anni, che vive in una tenda nella parte occidentale di Gaza, è stato “un giorno di gioia, un grande giorno”. Secondo lui, “Trump è l’unico in grado di costringere Israele a obbedire e porre fine alla guerra”.
Ma i timori persistono. Più a sud, ad Al-Mawasi, nella cosiddetta zona umanitaria, Mahmoud Abu Shamala, 49 anni, sfollato da due anni, parla di un “sogno finalmente a portata di mano”, ma afferma di temere che Israele non rispetterà il cessate il fuoco una volta liberati gli ostaggi. Altri sono molto meno ottimisti, come Mohammed Saadat, uno sfollato a Nousseirat. “Si tratta di informazioni false e prive di senso, che servono gli interessi della comunità internazionale, di Israele e dei prigionieri israeliani (ostaggi) che saranno rimpatriati. Dopodiché, la tregua fallirà e la guerra riprenderà come prima”.