Foti: “Perché va bene se Macron va a Washington ma se ci va Meloni no?”
“In merito alle dichiarazioni del ministro dell’Industria francese, Marc Ferracci, vorrei rivolgere una domanda agli amici francesi, così preoccupati per l’incontro Meloni-Trump: come mai quando il Presidente Macron si reca a Washington tutto sembra andare bene, mentre quando è la Meloni ad andare, invece no? Rispetto e reciprocità, cari amici francesi. Non ci sono nazioni di serie A e nazioni di serie B”. Così Tommaso Foti, ministro per gli Affari Europei, il Pnrr e le politiche di coesione.
Petrolio in forte calo a New York
Il petrolio è in forte calo a New York, dove le quotazioni perdono il 6,01% a 56,02 dollari al barile.
Bessent: “Dazi all’84% sono una sconfitta per la Cina”
I dazi all’84% decisi da Pechino in risposta alle tariffe di Donald Trump sono una “sconfitta” per la Cina. Lo ha detto il segretario al Tesoro Scott Bessent in un’intervista a Fox. “Sono il Paese in surplus. Le loro esportazioni sono cinque volte superiori alle nostre verso la Cina. Penso sia un peccato che i cinesi non vogliano venire a negoziare perché sono i peggiori trasgressori del sistema commerciale internazionale. Questa escalation è una sconfitta per loro”, ha spiegato Bessent. A chi gli chiedeva della possibilità di rimuovere i titoli cinesi dai listini di borsa americani, ha risposto: “tutte le opzioni sono sul tavolo”.
Weber (Ppe): “Bene tutti i tentativi di parlare con Trump”
“Accolgo con favore tutti i tentativi di parlare con Trump. Meloni e Tajani pensano e lavorano nella prospettiva di difendere gli interessi dell’Europa. I leader populisti invece stanno svendendo i nostri interessi di europei”. Lo ha detto il presidente del Ppe, Manfred Weber, alla conferenza stampa di presentazione del Congresso del partito di Valencia. A chi gli ha chiesto se tra questi leader ci fosse anche Matteo Salvini, Weber ha risposto: “Ci sono tanti leader populisti in Europa”.
Politico: “Parigi in ansia per la visita di Meloni negli Usa. A rischio l’unità Ue”
Il governo francese guarda “con ansia” alla visita negli Stati Uniti della premier Giorgia Meloni, che il 17 aprile vedrà Donald Trump alla Casa Bianca. Lo scrive Politico, rilanciando le dichiarazioni di due ministri francesi, che temono la missione possa mettere a repentaglio l’unità europea in un momento particolarmente delicato a causa dell’entrata in vigore dei dazi americani, che ha portato il mondo sull’orlo di una guerra commerciale.
“Dobbiamo essere uniti perché l’Europa è forte se è unita”, ha dichiarato il ministro francese dell’Industria, Marc Ferracci, all’emittente FranceInfo. “Se iniziamo ad avere colloqui bilaterali, ovviamente questo slancio (sull’unità europea, ndr) si spezzerà”, ha aggiunto. Secondo Ferracci, la visita della Meloni rischia di fare il gioco della strategia di Trump, che il ministro francese sostiene sia mirata ad impedire una risposta europea unita ai dazi.
In un’altra intervista alla tv pubblica francese, anche il ministro francese per gli Affari europei, Benjamin Haddad – in risposta a una domanda sulla visita di Meloni – ha ribadito che la forza dell’Europa è nella sua unità. “Se si va negli Stati Uniti divisi, si pensa di essere più forti che se si va tutti e 27, con 450 milioni di persone?” ha spiegato il ministro. “Vedremo cosa (Meloni, ndr) avrà da dire – ha precisato Haddad – Ci possono essere discussioni, tuttavia, è nel nostro interesse collettivo avere una risposta unita e ferma, piuttosto che divisioni”.
Le borse peggiorano i cali. Male tutti i farmaceutici dopo l’annuncio di nuovi dazi
Dopo la risposta della Cina ai dazi Usa si sono infittite le vendite su Piazza Affari, che perde ora il 3,7%, come sugli altri listini. A Milano pesano Recordati (-6,8%) in forte ribasso con tutti i titoli farmaceutici europei per l’annuncio di nuovi dazi sui medicinali da parte di Trump. A Stoccolma (-4,2%) Novo Nordisk capitombola (-6,45%) così come Roche (-5,7%) e Novartis (-6,6%) a Zurigo (-4%).
Male anche i petroliferi: a Milano Saipem (-7,1%) ed Eni (-6,6%) col petrolio che flette del 3,5 per cento.
Mosca: “Guerra Russia-Cina preoccupa, prendiamo provvedimenti”
La portavoce della diplomazia russa, Maria Zakharova, ha dichiarato che “la cosiddetta guerra sui dazi tra Usa e Cina” suscita “seria preoccupazione” e che Mosca prenderà “misure di mitigazione”: lo scrive la Tass. “In relazione alla cosiddetta guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina, vorremmo sottolineare che la situazione è motivo di seria preoccupazione quando si parla delle due principali economie del mondo, una delle quali è da tempo il nostro più grande partner commerciale estero”, ha dichiarato Zakharova. “Stiamo monitorando attentamente l’evolversi degli eventi, analizzeremo in modo approfondito le possibili conseguenze e, naturalmente, adotteremo misure per ridurre al minimo i potenziali danni al nostro Paese”, ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri russo secondo la Tass.
In Cina vertice di emergenza per sostenere l’economia e stabilizzare i mercati
La leadership cinese prevede di tenere un incontro di alto livello, possibile già oggi, per definire le misure volte a rilanciare l’economia e a stabilizzare i mercati dei capitali, nel mezzo dell’impennata delle tensioni nella guerra commerciale con gli Usa. Lo riporta la Reuters sul suo sito, ricordando i timori degli economisti su uno scenario di minor crescita del Dragone nel 2025 pari anche all’1-2% del Pil.
L’incontro è il primo a essere reso pubblico da quando il presidente Usa Donald Trump ha imposto dazi “reciproci” sulla Cina e segue l’entrata in vigore di tariffe aggregate al 104% sull’import di beni made in China.
Landini: “Il piano di Meloni? Saccheggia Pnrr e fondi di coesione”
Il piano indicato ieri dalla premier Giorgia Meloni “rischia di configurarsi come un vero e proprio saccheggio, i soldi del Pnrr e dei fondi di coesione non devono essere redistribuiti a pioggia tra le imprese. Non siamo d’accordo. Abbiamo visto che la distribuzione a pioggia non ha mai funzionato”. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in conferenza stampa sul tesseramento e la campagna referendaria, risponde ad una domanda sul piano per le imprese e i dazi. Landini sottolinea inoltre che l’incontro ieri del governo è stato soltanto “con le associazioni d’impresa e non con i sindacati, un elemento che si commenta da solo”. E la premier, aggiunge, “non ha detto che nessuna impresa deve delocalizzare dal nostro Paese, un punto che invece deve essere chiaro”.