Il ritorno di Trump, il crollo di Harris: il punto
“Abbiamo fatto la storia stasera superando ostacoli che nessuno pensava possibili. L’America ci ha dato un mandato potente e senza precedenti, manterrò le promesse sistemando tutto e fermando le guerre”. Circondato dalla royal family al completo sul palco dell’affollatissimo e festante Convention Center di Palm Beach, Donald Trump ha improvvisato così il discorso della vittoria dopo che la Fox l’aveva appena incoronato 47esimo presidente americano con la conquista di tutti gli Stati in bilico: preludio di un trionfo a valanga che alla fine comprenderà anche il Senato e probabilmente la Camera, nonché il voto popolare come non accadeva dal 2004 con George W. Bush, smentendo ancora una volta tutti i sondaggi fermi sino alla vigilia su una corsa testa a testa. Quando giurerà, il prossimo 20 gennaio, sarà il presidente più vecchio ad insediarsi, dopo essere sopravvissuto a due impeachment, vari processi (ancora pendenti), due condanne penali e vari scandali. Sarà il primo presidente a ricoprire due mandati non consecutivi dopo il dem Stephen Grover Cleveland (ma eravamo a fine ‘800). Sconfitta nettamente Kamala Harris, che paga la scarsa mobilitazione delle donne, ma anche la debolezza della sua campagna e le “grosse responsabilità” di un Joe Biden ostinato a rimanere in corsa nonostante l’età.