Messina Denaro, la diretta – Gli inquirenti sulle tracce del covo del boss. Procuratore Melillo: “Ora indagini sulla sua rete di protezione”

Il blitz dei carabinieri del Ros: l’ultimo degli stragisti era in clinica per sottoporsi a delle terapie, era stato operato un anno fa col nome falso Andrea Bonafede. L’inchiesta coordinata dal procuratore De Lucia e dall’aggiunto Guido. "Riscontri sull'identità? Oggi".

Aggiornato: 09:49

I fatti più importanti

  • 17:07

    Interrogato il titolare della carta d’identità falsa

    Il geometra Andrea Bonafede, 59 anni, di Campobello di Mazara, titolare della carta di identità utilizzata dal super latitante, è stato interrogato oggi dai carabinieri. La carta di identità sarebbe stata falsificata da Matteo Messina Denaro, apponendo una sua foto al posto di quella del signor Bonafede. L’uomo non avrebbe risposto alle domande degli investigatori.

  • 16:55

    Comandante carabinieri: “Boss catturato con il metodo Dalla Chiesa”

    Matteo Messina Denaro è stato catturato grazie al metodo Dalla Chiesa, cioè la raccolta di tantissimi dati informativi dei tanti reparti dei carabinieri, sulla strada, attraverso intercettazioni telefoniche, banche dati dello Stato, delle regioni amministrative per portare all’arresto di questa mattina”. Lo dice il comandante dei carabinieri Teo Luzi, arrivato a Palermo. “Una grande soddisfazione perché è un risultato straordinario – aggiunge Luzi – Messina Denaro era un personaggio di primissimo piano operativo, ma anche da un punto di vista simbolico perché è stato uno dei grandi protagonisti dell’attacco allo Stato con le stragi. Risultato reso possibile dalla determinazione e dal metodo utilizzato. Determinazione perché per 30 anni abbiamo voluto arrivare alla sua cattura soprattutto in questi ultimi anni con un grandissimo impiego di personale e di ricorse strumentali”. “Un risultato – conclude Luzi – grazie al lavoro fatto anche dalle altre forze di polizia particolare dalla polizia di Stato. La lotta a cosa nostra prosegue. Il cerchio non si chiude. E’ un risultato che dà coraggio che ci dà nuovi stimoli ad andare avanti e ci dà metodo di lavoro per il futuro, la lotta alla criminalità organizzata è uno dei temi fondamentali di tutti gli stati”.

  • 16:53

    Davanti alla caserma Dalla Chiesa un cartello con scritto “Grazie”

    Grazie“. E’ la parola scritta su un cartello affisso su un palo dell’illuminazione pubblica davanti alla caserma Carlo Alberto Dalla Chiesa, a Palermo, sede della Legione carabinieri Sicilia, dove tra poco si terrà la conferenza stampa per la cattura del latitante

  • 16:49
  • 16:37

    Messina Denaro malata di cancro: la diagnosi nel 2020

    Il boss mafioso Matteo Messina Denaro è affetto da un “Adenocarcinomia mucinoso del colon“, cioè una forma tumorale aggressiva che attacca il colon. Ecco quanto si legge nella cartella clinica, a firma del dottor Michele Spicola, patologo dirigente dell’Azienda sanitaria provinciale di Trapani, presso l’Ospedale Vittorio Emanuele Secondo di Castelvetrano (Trapani), sua città natale. E’ il 24 novembre del 2020, in piena pandemia, quando il medico, come si legge nella cartella in possesso dell’Adnkronos, scrive il referto istologico per Messina Denaro, alias Andrea Bonafede, il nome con cui il boss era in cura. La data di accettazione è il 17 novembre del 2020 e la data del prelievo il 13 novembre del 2020. Il tumore di cui è affetto Messina Denaro è aggressivo “ulcerato, con pattern di crescita di tipo infiltrativo”. “La neoplasia – si legge -infiltra la parete delle viscere a tutto spessore, interessando anche la sottosierosa e focalmente la sierosa“.

  • 16:32

    L’amico di Luppino: “Giovanni era incensurato, il boss ne ha approfittato”

    Matteo Messina Denaro “avrà approfittato di Giovanni per il fatto che era incensurato. È sempre stato un grande lavoratore e ha avviato anche i figli in un’azienda agricola dal nome ‘Fratelli Luppino’. Non mi spiego perché si è andato a cacciare in questa situazione“. Lo dice a LaPresse un conoscente di Giovanni Luppino, l’autista di Matteo Messina Denaro, arrestato questa mattina con il superboss come suo fiancheggiatore. “È rimasto vedovo da qualche anno a questa parte, ha tre figli: due maschi e una femmina. In paese il suo soprannome è ‘lu mustusu’. Bisogna dire anche che a Campobello di Mazzara è difficile sdradicare l’’humus mafioso”, ha concluso.

  • 16:09

    Il 19 gennaio primo possibile processo con Messina Denaro in aula

    Matteo Messina Denaro potrebbe comparire per la prima volta in un’aula giudiziaria dopo il suo arresto nel processo che si celebra a Caltanissetta, in Corte d’Assise d’Appello, dove è imputato come mandante delle stragi di via D’Amelio e Capaci. La prossima udienza è fissata per il 19 gennario alle 9.30 nell’aula bunker di Caltanissetta. Finora Matteo Messina Denaro è stato giudicato da latitante e tutto il processo si è svolto in sua assenza. Quella di giovedì sarebbe la prima udienza alla presenza dell’imputato. Sono previste le conclusioni della difesa dopo la requisitoria del procuratore generale Antonino Patti e delle parti civili. Fino ad oggi l’ex superlatitante, condannato in primo grado all’ergastolo, è stato difeso d’ufficio dagli avvocati Salvatore Baglio e Giovanni Pace. I due legali lo hanno assistito basandosi sugli atti processuali o su quanto emerso nel corso del dibattimento. E’ possibile anche che l’udienza venga rinviata qualora non dovesse essere notificato l’avviso della celebrazione del procedimento.

  • 15:54

    Andrea Bonafede, geometra: ecco la carta d’identità falsa del boss

    Andrea Bonafede, nato a Campobello di Mazara (Trapani) il 23 ottobre del 1963. Eccola, la carta di identità di Matteo Messina Denaro, alias Andrea Bonafede, il nome falso scelto nella latitanza. Il boss era residente a pochi km dalla sua città natale, Castelvetrano, a Campobello di Mazara in via Marsala 54. Di professione, si legge nella carta di identità, ‘geometra’. E’ alto 1,78, calvo e con gli occhi castani. Segni particolari “nessuno”. La tessera, cartacea, è stata emessa l’8 febbraio 2016 e scade il 23 ottobre del 2026.

  • 15:36

    Il favoreggiatore di Messina Denaro è un commerciante di olive

    Commerciante di olive, agricoltore di mestiere, incensurato. È il profilo di Giovanni Luppino, l’uomo arrestato stamattina insieme al superlatitante Matteo Messina Denaro. È stato lui a portarlo in macchina presso la clinica privata di Palermo per le cure. Luppino è di Campobello di Mazara, paese vicino a Castelvetrano, città natale del boss. Da qualche tempo gestiva, insieme ai figli, un centro per l’ammasso delle olive cultivar Nocellara del Belìce proprio alla periferia di Campobello di Mazara. La sua funzione era quella di intermediario tra i produttori e i grossi acquirenti che, in zona, arrivano dalla Campania.

  • 15:33