Elezioni, la diretta – La destra trova l’accordo sulla divisione dei collegi: 45% a Fdi, 32% Lega, 19% Fi. Il premier? “Chi ha più consensi”. Letta: “Gli elettori M5s voteranno noi”

La resa dei conti tra Meloni, Salvini e Berlusconi: l’incontro a Montecitorio è durato 4 ore. Giorgetti: “Miracolosamente trovata la quadra”. Ma l'ex premier dice: “Con me in campo Fi al 20%. Sondaggi non veritieri”. I Cinquestelle e il nodo del doppio mandato: aut aut di Grillo? Conte smentisce

Aggiornato: 23:04

I fatti più importanti

  • 10:50

    Tajani: “Oggi non ci sarà il nome del candidato premier”

    “Chi ha lasciato Forza Italia deve dimettersi dal Parlamento”. Così Antonio Tajani intervenuto questa mattina a The Breakfast club su Radio Capital. “E per prima cosa dovrebbero dimettersi dagli incarichi governativi”, aggiunge il coordinatore di Forza Italia, “perché non si è ministri in quota personale, lo si è perché si è stati eletti all’interno di un partito”. Per quanto riguarda l’appuntamento del pomeriggio tra Berlusconi Salvini e Meloni, Tajani si dice certo che “non emergerà il nome del candidato presidente del Consiglio ma le linee del programma del centro destra. Poi poco importa chi alzerà la coppa dopo aver vinto la partita”. “Il milione di alberi proposti da Berlusconi? Lui un vero ambientalista e lo ha dimostrato da imprenditore”. “Io monarchico? Che male c’è, non ho mai rinnegato la mia storia. Essere monarchico non significa nulla. C’è la monarchia in tanti paesi europei. E’ la verità e non rinnego il mio passato”.

  • 10:47

    Sala: “Non è il momento dei veti”

    “Spero che nessuno ponga veti perché questo non è il momento dei veti”. E’ il commento del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, parlando della necessità di creare un campo largo del centrosinistra in vista delle elezioni. Dichiarazioni che arrivano dopo l’incontro di ieri a Roma con Luigi Di Maio ed Enrico Letta. “L’unica cosa che ho chiesto a Letta è di lavorare in questo momento affinché si azzerino i veti – ha aggiunto -. Di Maio ha manifestato a Letta la disponibilità a fare parte del centrosinistra. Se qualcuno giudica negativo il fatto di allargare un campo che parte sfavorito lo dica, ma se non si prova ad allargare il campo si perde”.

  • 10:43

    Renzi: “Da soli? Non si può andare con chi non condivide nulla”

    Nella sua Enews Matteo Renzi ribadisce l’intenzione di Italia viva di correre da sola alle elezioni del 25 settembre. “A sinistra – scrive l’ex presidente del consiglio – stanno mettendo insieme di tutto e di più. Dicono che l’obiettivo sia evitare il fascismo e per questo provano a fare una grande coalizione anche con idee opposte. Secondo me non funziona: per prendere voti bisogna avere le idee chiare e non prendere in giro gli elettori. Sbaglio? Qualcuno di voi mi scrive: ‘Matteo, come si fa ad andare soli alle elezioni?’. Rovescio la domanda: come si fa ad andare con chi non condivide nulla?”, aggiunge il leader di Italia Viva. Renzi poi fissa l’obiettivo: “A destra sono sicuri di vincere e già litigano su chi deve andare a Palazzo Chigi. Io lavoro perché non abbiano i numeri e siano costretti a tornare a bussare alla porta di Mario Draghi”.

  • 10:17

    Forza Italia, anche la deputata Sessa lascia il partito

    “Lascio con rammarico politico e sofferenza personale il gruppo di Fi: da oggi sarò nel gruppo Misto. E’ una decisione meditata, necessaria dopo la decisione di interrompere il sostegno al governo Draghi”. Lo annuncia la deputata Rossella Sessa. “Sarò sempre riconoscente a Berlusconi per le opportunità che mi ha dato, ma resto convinta – aggiunge – che la crisi determinata dalle scelte del partito, e soprattutto dei suoi alleati, vada contro gli interessi del mondo moderato, delle imprese, dei cittadini del Mezzogiorno dove rischiano di interrompersi investimenti mai visti negli ultimi vent’anni”. Sessa è una deputata campana vicina alle posizioni della ministra Mara Carfagna che anche lei oggi ha ufficializzato (dopo averlo anticipato giorni fa) l’addio a Forza Italia.

  • 10:13

    Iniziato a Palazzo Chigi l’incontro tra Draghi e i sindacati

    Al via a Palazzo Chigi il nuovo round di incontri con le parti sociali: il presidente del Consiglio Mario Draghi sta incontrando i leader di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri. Al tavolo i ministri dell’Economia Daniele Franco, del Lavoro, Andrea Orlando, della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, delle Politiche agricole Stefano Patuanelli e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli.

  • 10:11

    Gentiloni: “Bruxelles non rinegozierà Pnrr, Roma rispetti accordi”

    Il prossimo governo italiano non può aspettarsi che Bruxelles rinegozi i fondamenti del Pnrr finanziato dall’Ue e deve attenersi agli impegni di riforma presi. E’ il monito lanciato dal commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, in un’intervista pubblicata sull’edizione online del Financial Times. “Gli accordi devono essere rispettati”, ha avvertito l’ex primo ministro italiano, sottolineando che “l’attuazione del Pnrr è essenziale”. La Commissione Ue potrebbe approvare adeguamenti ai piani di ripresa degli Stati membri per riflettere la crisi energetica dell’Ue o l’aumento dei costi ma, ha spiegato Gentiloni, non accetterà di “rimodellare i piani da zero o di rimodellarli sostanzialmente” perché questo potrebbe finire per minare la capacità di uno Stato membro di portare a compimento il piano in tempo. E questo sarebbe “un pessimo segnale per l’Unione europea”.

  • 09:21

    Mara Carfagna ufficializza l’addio a Forza Italia

    “In questa legislatura, dal voto sull’elezione di Ursula von der Leyen alla battaglia su vaccini e Green Pass, Forza Italia era stata ben attenta a distinguersi da Matteo Salvini e Giorgia Meloni. La revoca della fiducia al governo Draghi ha segnato una radicale inversione di marcia e una evidente sottomissione all’agenda della destra sovranista, che chiedeva di anticipare il voto per incassare subito una probabile vittoria”. Lo scrive Mara Carfagna in una lettera inviata e pubblicata da La Stampa annunciando per oggi la sua uscita dal gruppo parlamentare di Forza Italia e l’ingresso nel gruppo Misto. “Le prime proposte elettorali su pensioni ed extra-deficit, nonché la grancassa dell’immigrazione che ricomincia a suonare, confermano una cifra demagogica che contraddice qualunque seria responsabilità di governo”, ha aggiunto la ministra. 

  • 09:09

    Calenda: “Alleanze incompatibili con M5s e Fratoianni”

    “Sono impraticabili le alleanze con chi ha votato la caduta di Draghi o con chi non lo ha mai votato, come Fratoianni”. Lo dice il leader di Azione, Carlo Calenda, intervistato a Radio Anch’io rivolgendosi a distanza al segretario del Partito democratico, Enrico Letta, sul suo No ai Cinque Stelle. “Li ritenevo un pericolo per l’Italia anche quando avrei potuto fare il ministro o il sindaco – ha detto Calenda – e su questa cosa dei Cinque Stelle voglio andare fino in fondo per non trovarmi dopo le elezioni con un’alleanza che sarebbe una presa in giro”. “Serve una parola chiara di Letta su valori diversi – ha concluso – che non si possono ricomporre”. Calenda risponde così anche al segretario di Sinistra Italiana che aveva sottolineato l’incompatibilità con il leader di Azione, auspicando invece la ripresa del dialogo tra Letta e Conte.

  • 08:52

    De Benedetti: “Vittoria della destra sarebbe catastrofe”

    “Perché la vittoria della destra alle prossime elezioni sarebbe una catastrofe, fa paura anche all’America”. Sono le parole di Carlo De Benedetti in un’intervista al Corriere della Sera. Per l’imprenditore, infatti, il rischio delle prossime elezioni è chiaro: “Qui non abbiamo di fronte i conservatori britannici. La nostra destra è biecamente fascista e nazionalista. La Meloni ha detto in sostanza: abbasso Bruxelles, viva le nazioni. Il suo modello è Orbán. Con lei alla guida, l’Italia diventerebbe come l’Ungheria», continua De Benedetti che sottolinea le differente tra il presidente di Forza Italia e la leader di Fratelli d’Italia: «Berlusconi significava il degrado del civismo, l’evasione fiscale eretta a sistema, le leggi ad personam sulla giustizia. Ma non gli è mai passato per l’anticamera del cervello di rompere con l’Europa e con gli Stati Uniti d’America». Per questa ragione l’imprenditore auspica una sorta di “Comitato di liberazione nazionale” che vada dal Pd a Calenda e  Renzi passando anche dai 5 Stelle: “Nel Cln c’erano tutti, comunisti e monarchici, azionisti e cattolici: perché bisognava combattere un nemico comune, Mussolini”. “Meloni e Salvini non ci metterebbero in camicia nera. Ma metterebbero a rischio – conclude De Benedetti – la democrazia, l’Europa, i nostri valori. E isolerebbero l’Italia. Proprio come fece Mussolini”.

  • 08:33

    Centrodestra, il giorno del vertice per sciogliere tutti i nodi

    Giornata decisiva per il centrodestra: alle 17 a Montecitorio si terrà il vertice tra Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi per sciogliere tutti i nodi. con loro anche Maurizio Lupi e Lorenzo Cesa. L’ultima volta era stata il 17 maggio, prima delle amministrative: un vertice non proprio sereno. Adesso il centrodestra prova a ritrovare l’unità. Rimane da chiarire il tema della premiership: Giorgia Meloni non molla la presa sulla regola aurea per cui il candidato premier lo sceglie chi incassa più voti nella coalizione, ma Forza Italia – fino a oggi – ha cercato di posticipare la discussione. Partita ancora più complessa è quella dell’accordo sui collegi uninominali. Il punto d’incontro potrebbe essere una distribuzione che vede il 40% delle candidature a Fratelli d’Italia, 30 alla Lega e 30 a Forza Italia. E in mezzo a tutto questo, come se non bastasse, vanno definite le partite anche sulle regionali: Sicilia (la prima regione dove si vota), Lazio e Lombardia, con lo scontro Moratti-Fontana.