Il Fatto di domani. Ucraina, Trump contro Zelensky: “Un dittatore senza elezioni”. Commissione Covid (e non solo): nella maggioranza volano gli stracci
TRUMP LITIGA CON ZELENSKY (A DISTANZA). PUTIN SEMPRE PIÙ FORTE GRAZIE AL NUOVO “ALLEATO” AMERICANO. Da un lato un Volodymyr Zelensky sempre più isolato, indebolito dalla mancata inclusione nei negoziati avviati per mettere fine alla guerra nel suo stesso Paese. Dall’altro un Vladimir Putin sempre più sicuro, forte del miglioramento delle relazioni con Washington. Dopo che Donald Trump si è detto “deluso” dalla reazione di Kiev, stizzita per essere stata esclusa dalle trattative per il cessate il fuoco, il presidente ucraino ha criticato per la prima volta il nuovo capo della Casa Bianca. “Trump vive in uno spazio di disinformazione russa” e “aiuta Putin a uscire dall’isolamento internazionale” cui l’invasione dell’Ucraina lo aveva relegato, ha detto Zelensky. “Trump è franco su Zelensky”, ha replicato il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, protagonista con il Segretario di Stato americano Rubio dei colloqui in Arabia saudita, definendo il leader ucraino un “individuo patetico”. Il presidente Usa, ha aggiunto Lavrov parlando alla Duma, “è l’unico leader occidentale ad aver compreso che i timori della Russia per un possibile ingresso dell’Ucraina nella Nato sono stati tra le cause profonde” della guerra. Sprezzante anche il commento dello “zar”: “L’isteria” dell’Ucraina per non essere stata invitata al tavolo negoziale è “inappropriata”, ha detto Putin, che ha anche affermato che forze russe sono entrate in territorio ucraino dal Kursk, senza però chiarire se ciò significhi una liberazione completa della regione russa parzialmente occupata dalle truppe di Kiev fin dall’agosto 2024. Kiev, da parte sua, ha negato la circostanza. In serata è arrivata la replica di Trump a Zelensky, definito dal tycoon un “dittatore senza elezioni” e un “comico mediocre”. Sul Fatto di domani tutti gli ultimi sviluppi e alcuni numeri importanti sugli eserciti e sui soldi in campo.

CASARINI, NON SOLO GRAPHITE: LO SPIONAGGIO INIZIATO UN ANNO FA. L’ong Mediterranea Saving Humans ha reso noto oggi il primo report sul software di Paragon Solutions. L’analisi è stata condotta da The Citizen Lab – un team di ricerca all’Università di Toronto – che sta effettuando approfondimenti sull’operazione di spionaggio messa in campo attraverso uno spyware prodotto dall’azienda israeliana che ha riguardato, oltre a Luca Casarini, anche altri attivisti di Mediterranea e il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato. Secondo gli esperti, lo spionaggio sul fondatore e capomissione di Mediterranea sarebbe cominciato nel febbraio 2024, quindi molti mesi prima dell’individuazione del warm Graphite. Una entità (non ancora identificata) avrebbe operato un attacco software di tipo sofisticato, con tentativo di forzatura degli account, secondo una modalità precisa: un protocollo per la costruzione di quella che viene definita “catena di sorveglianza”, che ha come esito finale il passaggio da uno spyware al più sofisticato strumento militare Graphite. “L’obiettivo di queste operazioni – ha reso noto l’ong – è quello di stabilire un contatto con le persone vicine al soggetto, in questo caso Luca Casarini, attraverso un falso profilo creato con tecniche di social engineering, inviando false comunicazioni attraverso le piattaforme di messaggistica comprese le e-mail. L’analisi può rivelare dettagli molto interessanti sulla sorgente, arrivando fino all’individuazione della società privata alla quale questo tipo di operazione è stata affidata. E dunque, anche all’eventuale committente”. “Nessuno è stato intercettato dalla Polizia penitenziaria”, ha assicurato il ministro della Giustizia Nordio durante il question time. Sul giornale di domani capiremo meglio di cosa si tratta. Sul caso Paragon oggi la Federazione nazionale della stampa e l’Ordine dei giornalisti hanno presentato una denuncia contro ignoti per fare chiarezza sui giornalisti spiati.

COMMISSIONE COVID, LA MAGGIORANZA LITIGA DI NUOVO. E IN PARLAMENTO VENGONO SBANDIERATE LE CHAT DI FDI. Da un lato lo “scandalo”, dall’altro la necessità di “un’accurata riflessione”. In mezzo, una maggioranza che si sgretola. Sono volati gli stracci stamattina tra i membri di Fratelli d’Italia e quelli di Forza Italia in commissione Covid. I primi sono partiti dalle dichiarazioni di Miguel Martina, già funzionario dell’Agenzia delle dogane, che ha riferito come, in piena emergenza, sarebbero stati lasciati circolare milioni di mascherine con logo Ce contraffatto. Uno “scandalo” che dimostrerebbe “sciatteria” o “malafede” e che non va fatto passare sotto silenzio: questo il motivo della conferenza stampa convocata alla Camera. Mossa che gli alleati hanno poco gradito: “Apprendiamo con sorpresa dalle agenzie che il Gruppo Fratelli d’Italia sta tenendo una conferenza stampa per commentare l’andamento dei lavori della commissione Covid, tra l’altro anticipando come già accertati e conclusivi i contenuti di alcune audizioni fin qui svolte – hanno commentato i componenti di Forza Italia della commissione parlamentare Covid, Licia Ronzulli, Stefano Benigni e Annarita Patriarca –. Vorremmo ricordare che questa è una commissione d’inchiesta, non uno strumento ad uso di un singolo gruppo”. Di maggioranza in frantumi ha parlato il 5S Patuanelli. Di sicuro è una spaccatura che segue da vicino quella tra Matteo Salvini e Marina Berlusconi sulla figura di Trump. E in Parlamento, come leggerete sul Fatto di domani, c’è chi sventola le chat dei FdI in faccia ai colleghi.
LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE
Papa Francesco al Gemelli, “il cuore regge molto bene”. Sulle condizioni del Pontefice, affetto da polmonite bilaterale, si alternano notizie positive a rumors preoccupanti. La Sala stampa vaticana stamattina ha riferito che Bergoglio “ha trascorso una notte tranquilla, si è svegliato e ha fatto colazione”. Il suo cuore “regge molto bene, ma non deve prendere colpi d’aria”, è stato spiegato. Eppure – riporta Politico – Francesco avrebbe detto a persone a lui vicine che “potrebbe non farcela questa volta”. Oggi il Pontefice ha ricevuto la visita della premier Meloni: “Non ha perso il suo proverbiale senso dell’umorismo”.
Falso in bilancio, chiesto il processo per De Laurentiis e per il Napoli. Al centro del procedimento le presunte plusvalenze fittizie nella compravendita dalla Roma del difensore Kostas Manolas nell’estate del 2019 e nell’acquisto dell’attaccante Victor Osimhen nel 2020 dalla squadra francese del Lille. L’accusa di falso in bilancio riguarda le annate 2019, 2020 e 2021. Oltre al presidente del club i pm romani Lorenzo Del Giudice e Giorgio Orano chiedono il processo per la società calcistica e per il braccio destro del patron, Andrea Chiavelli.
Google versa altri 326 milioni di imposte non pagate. La Procura di Milano ha chiesto al gip di archiviare l’inchiesta per frode fiscale a carico di Google Ireland Limited dopo che la società ha trovato un accordo con l’Agenzia delle Entrate per il versamento in un’unica soluzione di 326 milioni di euro fra imposte non versate, sanzioni e interessi. La società ha optato per la conclusione di un accordo di adesione all’atto di accertamento, uno strumento che permette di definire la posizione fiscale e “regolarizzare le pendenze – fa sapere la Procura – mediante versamento delle somme contestate, accedendo alla qualificazione dell’illecito in termini di elusione fiscale ed abuso del diritto”.