Partecipazione

“No al forno crematorio di Mentana”: cittadini e Italia Nostra contro un servizio inutile

Sprechi nocivi - Il progetto prevede di incenerire una quantità di cadaveri circa 40 volte superiore a quella che potrebbe fornire la piccola cittadina alle porta di Roma. Così, il paese si accollerebbe un servizio per l’intera area metropolitana con spiacevoli conseguenze

Di Carlo Boldrighini*
2 Aprile 2024

Con delibera del 19 gennaio 2024 il consiglio comunale di Mentana (RM), citando l’articolo 3 del D.Lgs 201/2023 che regolamenta il servizio pubblico locale, ha approvato la fattibilità di una richiesta di partenariato pubblico-privato per l’affidamento in concessione della progettazione, esecuzione, e successivo sfruttamento, di un forno crematorio nell’area cimiteriale di Mentana. Nella premessa si dice di voler “rispondere alle esigenze della comunità e di soddisfare i suoi bisogni, nel principio di sussidiarietà e proporzionalità, in base a criteri di sviluppo sostenibile, trasparenti, assicurando la centralità del cittadino e la sua partecipazione nell’organizzazione e nell’erogazione dei servizi”.

Ma la scarsa trasparenza nell’iter di approvazione fa pensare che gli stessi proponenti non siano poi convinti che si tratti di “rispondere alle esigenze della comunità e di soddisfare i suoi bisogni”. Infatti, fatta eccezione per i membri della competente commissione nessuno è stato informato di quanto si stava progettando da due anni. I cittadini di Mentana hanno appreso del progetto solo quando l’iter burocratico ha reso necessaria la ratifica dell’assise pubblica, e anche allora solo grazie ad alcuni consiglieri di opposizione che hanno diffuso l’informazione. Dal comune, silenzio.

Quanto a “soddisfare i bisogni” della comunità di Mentana osserviamo che nel progetto presentato dalla ditta si prevede di incenerire annualmente una quantità di cadaveri circa 40 volte superiore a quella che potrebbe fornire Mentana. La città si accollerebbe quindi un servizio per l’intera area metropolitana che, oltre ad impattare sul tessuto urbano e ad aumentare il traffico, produrrebbe anche un notevole incremento dell’inquinamento, dalle ciminiere che smaltiscono i gas di combustione. È da notare in proposito che recentemente la Regione Toscana ha chiuso il forno crematorio nel cimitero Laterino di Siena, gestito dalla stessa ditta proponente di Mentana (la Silve) per emissione di fumi nocivi oltre i limiti consentiti. Ma a Mentana la Silve potrebbe forse contare su uno scenario simile a quello della vicina Guidonia, dove i cittadini combattono da tempo con emissioni fuori norma del cementificio, che ora lavora anche come inceneritore di rifiuti, e sembra godere di una conveniente inerzia amministrativa.

La città non ha nessun bisogno della struttura che si vuole realizzare. Mentana è una cittadina con un ricco patrimonio storico, archeologico e ambientale, nota per l’aria buona, e circondata da un paesaggio di verdi colline, scelto da Federico Zeri, eminente critico d’arte ed esteta, per costruirvi la sua famosa villa. Conserva importanti memorie storiche, nello scenografico Borgo del centro storico, nel Museo Garibaldino e nei luoghi della battaglia del 1867 tra garibaldini e le truppe pontificie e francesi.

L’amministrazione comunale dovrebbe curare l’ambiente, i monumenti e il decoro urbano, e non comprometterli con opere in funzione di servizi pesanti della città metropolitana, come il progettato forno crematorio a due passi dall’abitato, passato per “sviluppo sostenibile”. La città ha semmai ben altri bisogni: ha scarsi servizi sanitari, non ha scuole secondarie di secondo grado, non c’è né un cinema un teatro o una sala concerti, ed anche le strutture commerciali e il trasporto pubblico sono carenti.

Un altro aspetto oscuro è quello delle prospettive dell’impresa, che sono collegate, come si legge nel progetto, all’attuale disservizio dei cimiteri di Roma, che impongono lunghi tempi di attesa per le cremazioni. E si considera come caso peggiore (worst-case scenario) l’adeguamento del servizio, cioè la realizzazione di nuove linee di cremazione nell’area metropolitana. In questo caso l’investimento sarebbe fallimentare e probabilmente il comune non incasserà nemmeno la somma minima garantita dal contratto (30.000 euro/anno). Sembra peraltro che il worst case si stia realizzando: da notizie di stampa si prevede l’apertura entro l’anno di un nuovo impianto di cremazione al Cimitero Flaminio di Roma, e altri progetti sono in itinere. La Silve non può ignorare questo fatto. C’è da temere che, come spesso accade, le perdite finanziarie vengano poi in un modo o in un altro accollate al pubblico erario.

E’ incoraggiante il fatto che la protesta dei cittadini di Mentana, soprattutto per opera del Comitato “No forno crematorio a Mentana”, è stata straordinaria. Ci sono stati cortei cittadini e assemblee pubbliche con grande partecipazione. Si sono raccolte più di 5000 firme, pari a circa un quarto degli abitanti. Ma l’amministrazione comunale non desiste. Una mozione per porre fine alla vicenda presentata da cinque consiglieri comunali dell’opposizione è stata respinta dal consiglio comunale. L’amministrazione non poteva però del tutto ignorare la massiccia protesta e lo scorso 24 febbraio ha dichiaro in Consiglio Comunale la “sospensione degli atti conseguenti” alla delibera di fattibilità.. Un atto di dubbio valore formale e che comunque non blocca l’iter burocratico per la realizzazione dell’opera.

C’è da chiedersi come mai l’amministrazione ci tenga tanto al progetto di forno crematorio che è chiaramente avversato dalla cittadinanza. Un fenomeno che purtroppo non interessa solo Mentana, nella linea dei provvedimenti che privatizzano i servizi pubblici, spesso invocando “la centralità del cittadino e la sua partecipazione nell’organizzazione e nell’erogazione dei servizi”, e che dovrebbero aumentare l’efficienza e ridurre le spese pubbliche, mentre producono regolarmente il contrario: minore efficienza e aumento delle spese, spesso, come in questo caso, con disagio della cittadinanza e danni all’ambiente urbano ed extraurbano.

Italia Nostra è grata ai cittadini di Mentana, e in particolare al comitato “No forno crematorio a Mentana”, per la loro straordinaria protesta in difesa della città.

*vicepresidente del Consiglio Regionale del Lazio di Italia Nostra

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