Tutte le balle di Renzi&amici sulla sentenza Consip

14 Marzo 2024

I giornali e le tv sono piene delle balle di Matteo Renzi sul caso Consip. L’unica cosa vera è che i carabinieri Gianpaolo Scafarto e Alessandro Sessa sono stati condannati mentre Alfredo Romeo, Italo Bocchino, Luca Lotti, Tiziano Renzi, Emanuele Saltalamacchia e Filippo Vannoni sono stati assolti. Sui reati per i quali sono stati condannati e sul senso politico del caso fioccano mistificazioni e bugie. Al Giornale Matteo Renzi lamenta “la vicenda Consip ha indebolito il mio governo prima della botta del referendum e per delle accuse false ho perso il 10 per cento”. Peccato che il governo cadde per il referendum del 4 dicembre 2016 prima dell’emersione del caso Consip sul Fatto del 21 dicembre 2016.

L’altro cavallo di battaglia dell’ex premier è il complotto del Noe ai suoi danni. Davanti al primo Vespa o Parenzo che gli capita a tiro seguita a sostenere la tesi dei falsi dei carabinieri. Peccato che quella tesi sia uscita sconfitta dal processo. Bisognerà attendere la motivazione ma una cosa è certa: Scafarto è stato assolto per le tre accuse di falso sulle quali Renzi basava la tesi del complotto. I giudici probabilmente ritengono che – quando ha fatto i suoi errori indubbi nelle informative – il carabiniere abbia sbagliato ma non con il dolo di incastrare Tiziano Renzi o indebolire il premier-figlio. Eppure all’Aria che tira Renzi sentenzia: “I carabinieri sono stati condannati perché hanno falsificato degli atti perché dovevano arrivare a colpire Renzi, cioè dei carabinieri hanno cercato di fabbricare degli atti contro il presidente del Consiglio (….). Vi sembra normale un carabiniere che falsifica i documenti e ora con il dossieraggio siamo alla solita”. Per i giudici il reato di falso non c’è ma Renzi crede di più a Porta a Porta.

Nella trasmissione di Bruno Vespa è andato in onda un servizio innovativo sul verdetto: “Sono stati condannati il colonnello dei carabinieri Alessandro Sessa e il maggiore del Nucleo Ecologico Gianpaolo Scafarto ritenuti colpevoli di avere falsificato alcuni verbali…”. Un errore può capitare a tutti, non è quello il problema. A differenza di quel che dice Porta a Porta, i carabinieri Scafarto e Sessa non sono stati condannati per aver falsificato alcunché. Sessa non era nemmeno imputato per questo, Scafarto è stato assolto “per non aver commesso il fatto”. Il maggiore è stato condannato invece solo a un anno e sei mesi e solo per due rivelazioni di segreto. La prima nei confronti proprio del Fatto. La seconda verso i colleghi transitati ai servizi segreti che lavoravano con lui in passato. Sessa invece solo a tre mesi per omessa denuncia. Il punto è che proprio facendo leva su questi svarioni Vespa alza la palla a Renzi: “Lei dice che i due carabinieri condannati (senza dire i reati, ndr) hanno tramato contro di voi” e l’ex premier schiaccia: “Non lo dico io, lo dice la realtà dei fatti corroborata dalla sentenza di primo grado”. Bum. Seguono commenti sull’analogia tra il caso Consip e il caso dossier che uniscono pere e mele. Mai come in questi giorni è evidente da che parte sta il potere e da che parte sta l’informazione.

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Per esempio Il Riformista e L’Unità hanno lo stesso editore, Alfredo Romeo, e hanno avuto la stessa idea: pubblicare, accanto alla notizia (vera) di lunedì 11 marzo 2024 dell’assoluzione di Romeo per il traffico di influenze, le prime pagine dedicate nel marzo 2017 da Repubblica e Fatto all’arresto dell’imprenditore. “Così fucilarono Romeo, giornalismo farabutto”, titola sobriamente L’Unità. L’assoluzione odierna sarebbe la prova ex post dell’errore mediatico di allora. Peccato che Romeo fu arrestato per una mazzetta a un funzionario minore di Consip, Marco Gasparri e il processo per quella vicenda si è chiuso con la condanna (appellata) in primo grado per corruzione a due anni e sei mesi, nel 2022. In quell’inchiesta emergevano alcune conversazioni che indussero i pm a contestare a Romeo un traffico di influenze attuato con la presunta mediazione illecita di Carlo Russo e Tiziano Renzi su Luigi Marroni, non indagato, allora ad Consip. Per questa accusa Romeo è stato assolto come Tiziano Renzi. Mentre i giudici per Carlo Russo hanno riqualificato il traffico di influenze in truffa. Bisognerà attendere le motivazioni per capire ma probabilmente i giudici pensano che Romeo sia stato vittima di un raggiro da parte di Russo. Di qui la riqualificazione del reato per il giovane amico di Tiziano Renzi in truffa che però è non punibile per mancanza della querela di Romeo, che sarebbe la vittima.

Resta una domanda: anche se indotto in errore sulla sua capacità e-o volontà di aiutarlo con la Consip, Romeo ha dato qualcosa a Carlo Russo contando sul suo rapporto con Tiziano Renzi, all’insaputa di quest’ultimo? E infine Romeo ha offerto soldi a Russo per Tiziano (a sua insaputa)? Bisognerà attendere il deposito delle motivazioni della sentenza per capire. Queste sono domande che però interessano poco a tv e giornali. Vuoi mettere i falsi dei carabinieri contro Renzi?


Articolo corretto rispetto alla versione cartacea

Nel commento di Marco Lillo “le balle di Renzi e amici sulla sentenza Consip” c’è un errore, Gianpaolo Scafarto è stato assolto per i falsi contestati nel processo ma con la formula “il fatto non costituisce reato” non “non ha commesso il fatto”, come erroneamente scritto. L’errore non muta il senso del ragionamento sull’assoluzione del maggiore dei carabinieri. Chiediamo scusa ai lettori e agli interessati.

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