In Abruzzo

Parco della Maiella da 10 anni senza direttore, gli esperti: il ministero lo commissari

Riconosciuto dall'Unesco - Scontri legali, sentenze ignorate, ricorsi e controricorsi al Tar, procedure scorrette e vincitori a un passo dalla pensione o nominati ad personam. Cinque anni fa l’Ente tentò di dare il via libera a una mega-colata di cemento, inserendo nel nuovo Piano la possibilità di insediamenti edilizi nel Quarto Santa Chiara, uno degli altipiani più belli tra Campo di Giove, Pescocostanzo e Palena che ospita una riserva naturale. L'appello degli ex direttori di oasi nazionali

Di Lilli Mandara (Pescara)
14 Novembre 2023

Un traccheggio che dura da dieci anni e che deve finire al più presto: il Parco nazionale della Maiella non ha un direttore e quelli che nell’ultimo decennio si sono accomodati sulla poltrona più prestigiosa dell’ente erano tutti privi di requisiti o selezionati ignorando le procedure di legge.

Scontri legali, sentenze ignorate, ricorsi e controricorsi al Tar, procedure scorrette e vincitori a un passo dalla pensione o nominati ad personam: a mettere nero su bianco la storia del Parco nazionale abruzzese sono tre esperti di aree protette (ma senza interesse alcuno per la nomina, precisano, visto che sono a riposo da parecchio tempo: Dario Febbo, ex direttore del Parco del Gran Sasso, Giorgio Boscagli, ex direttore del Parco delle Foreste casentinesi e del parco Sirente-Velino, e Massimo Pellegrini, ex funzionario regionale responsabile per l’attuazione del Patom, l’accordo istituzionale per l’orso) che hanno scritto al ministero dell’Ambiente per chiedere il commissariamento del Parco, a causa dei “gravissimi e ingiustificati ritardi nella definizione della procedura concorsuale attivata nel lontano 2013 con un regolare bando pubblico”.

In questi anni, secondo i tre esperti, il Parco è stato prima retto da un direttore “a scavalco”, in quanto già a capo del Parco regionale Sirente-Velino, tra l’altro non inserito nell’albo degli aventi titolo, poi da un facente-funzione tuttora in carica dopo quattro anni, che non è certo il tempo per una carica provvisoria. In mezzo, altri dribbling inspiegabili, come nel 2018 quando, in seguito alle sollecitazioni del ministero, il Parco ha individuato una terna di persone non più idonee, anche per limiti di età, che è stata di conseguenza bocciata dall’organo vigilante. Una storia che si ripete oggi, visto che ad agosto 2023, a dieci anni esatti dalla pubblicazione del bando, il Parco ha proposto una nuova terna “includendo due persone di 68 anni escludendone altre con i pieni requisiti”, si legge nella lettera al ministero.

Un balletto di illegalità che si è trascinato fino a oggi e che nuoce alla tutela del territorio, già minacciato in passato da vari attacchi, fermati in parte dagli ambientalisti. Come quello di cinque anni fa, quando l’Ente tentò di dare il via libera a una nuova grandissima colata di cemento, inserendo nel nuovo Piano la possibilità di insediamenti edilizi nel Quarto Santa Chiara, uno degli altipiani più belli dell’Abruzzo montano tra Campo di Giove, Pescocostanzo e Palena che ospita una riserva naturale ed è attraversato dalla Ferrovia Sulmona-Isernia, cioè la Transiberiana d’Italia.

Soltanto lo stop e la diffida degli ambientalisti e soprattutto della Stazione ornitologica abruzzese (Soa) hanno consentito di limitare i danni, visto che il Piano era stato già bocciato varie volte dal ministero dell’Ambiente. Ora il nuovo strumento prevede comunque il raddoppio delle costruzioni a Sant’Eufemia ma è stata stralciata la possibilità di costruire alla Stazione di Palena; in cambio c’è però la possibilità di un cambio di destinazione d’uso per i fabbricati agricoli adiacenti, che hanno già iniziato la trasformazione per diventare strutture turistiche.
Non solo: proprio nei giorni in cui il Parco nazionale della Maiella, che è la montagna madre più amata in Abruzzo, era entrato a far parte del Global Geoparks network Unesco, una rete internazionale di 169 territori unici e preziosi, (era il 2021) le Gole di Fara San Martino venivano sbancate per realizzare una gradinata che avrebbe dovuto rendere più sicuro e agevole il percorso dei turisti, in seguito alla morte di una donna di Ravenna colpita da un masso durante una passeggiata. Uno scempio di enormi proporzioni.

Ma anche di recente il ministero è dovuto intervenire denunciando negligenza e superficialità al Parco e alla Regione Abruzzo per aver autorizzato la scorsa estate un raduno dei fuoristrada a Villalago, a pochi metri dall’area protetta e un bivacco di Ferragosto al Passo San Leonardo, proprio alle pendici della Maiella. Alberi abbattuti, piste scavate, inquinamento acustico e ambientale sono stati i danni causati dall’Eurotrial. Tutti casi in cui la procedura di Valutazione e incidenza ambientale, obbligatoria per valutare l’impatto su specie come orso bruno e aquile reale, è stata saltata a piè pari. Il ministero ha chiesto risposte immediate minacciando di avviare una procedura di infrazione davanti alla Comunità europea.
E’ quindi tempo, rincarano la dose i tre esperti, di nominare un commissario ad acta al Parco della Maiella, e anche il più in fretta possibile.

La replica del Parco

A confutazione dell’articolo 14 nov 23 Lilli Mandara sul Il Fatto Quotidiano premessa la legittimità dell’incarico del Direttore f.f. positivamente riscontrata dal Ministero vigilante si rileva: La cementificazione nel Quarto di S. Chiara in Palena è priva di fondamento. Negli atti ufficiali dell’Ente non c’è la previsione di nuovi insediamenti o cambi di destinazioni d’uso. Nel Piano in aggiornamento è solo prevista in luogo della zona B, la C per l’area delle ex stalle comunali conformemente all’art 12 L 394/91; Il raddoppio delle costruzioni a S. Eufemia a Maiella e la possibilità di cambio di destinazione d’uso per i fabbricati agricoli è un falso. La carta della zonazione del Piano in aggiornamento si limita a riprodurre le destinazioni d’uso del protocollo art1 c5 L 394/91 Ente Parco – Comune del 2001 ritenuto “valido ed efficace” da quello ex art12 c4 L 394/91 del 2008 Regione Abruzzo-Ente-Comune di cui al vigente Piano GU 164 17.07.2009 SO n119; I lavori alle Gole di Fara San Martino d’iniziativa comunale sono di messa in sicurezza per pubblica incolumità e l’Ente è intervenuto per competenza con i nulla osta art 13 L394/91 (nn 5815/2019 6180/2020 7753/2020 15047/2020 16262/2021 6793/2022) prima e dopo l’incidente mortale del 2019; Villalago (AQ) non è un comune del Parco Nazionale della Maiella; I lavori forestali a Passo S.Leonardo Pacentro, sono regolarmente autorizzati e le indagini dei CC Forestali non hanno evidenziato illeciti e danni ambientali. L’area campeggio Le Coppe individuata con altre 33 nel ‘98 da esperti ambientalisti tra cui il Dott. M. PELLEGRINI all’epoca collaboratore ha permesso il campeggio temporaneo, in alternativa al campeggio vietato dalla L 394/91; I pareri sulle VIncA (art5 c7 DPR357/97) vengono regolarmente rilasciati dall’Ente.

A proposito dell’ipotesi di incremento della capacità edificatoria nel Parco, dall’area del Quarto di Santa Chiara a quella di alcuni comuni come S.Eufemia: sullo stesso sito del Parco è possibile consultare le mappe pubbliche dalle quali si evince inequivocabilmente ciò che aveva già evidenziato il Ministero dell’Ambiente nel 2017, e cioè la proposta da parte del Parco è stata quella di ampliare le zone D, quelle con meno vincoli e gestite direttamente dai comuni, rispetto al piano vigente con conseguente aumento della capacità edificatoria.

I lavori di sbancamento delle Gole di Fara San Martino, tra l’altro documentati da foto, sono avvenuti con l’autorizzazione dell’Ente Parco il cui presidente Lucio Zazzara si è impegnato nella loro difesa fino all’ultimo, anche con un post molto emblematico su Facebook. Solo dopo le denunce delle associazioni ambientaliste e di semplici cittadini è stato deciso dal Comune di modificarli per fare un intervento meno invasivo.

E ancora: nel piano del Parco vigente non c’è alcuna traccia cartografica del campeggio Le Coppe e tanto meno è stato fatta una Vinca (Valutazione di incidenza ambientale), tanto che è dovuto intervenire il Ministero dell’Ambiente che ha stigmatizzato con una nota ufficiale l’operato del Parco.

Lilli Mandara

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