Surriscaldamento

Virus più resistenti e più morti, le conseguenze del clima impazzito: la stampa internazionale

Alcuni ricercatori svvizzeri hanno creato due popolazioni di enterovirus diverse, incubandole in acque calde e fredde. Esposti ai disinfettanti, i primi si sono dimostrati più forti dei secondi. Come se non bastasse, 400 mila decessi in Europa sarebbero da ricollegarsi alle condizioni ambientali

15 Settembre 2020

California: fuga degli assicuratori dalle case a rischio incendio e crisi immobiliare

Nella California che brucia, oltre agli incendi c’è un nuovo, drammatico, problema: come fermare gli assicuratori che stanno abbandonando le zone a rischio incendi, lasciando i proprietari senza assicurazione. Il problema è così grave che la California l’anno scorso ha bandito la cancellazione delle polizze di 80.000 proprietari. Ma il mercato immobiliare è collassato nelle zone a rischio. La California rappresenta il futuro di un sistema immobiliare dove le case a rischio subiscono un tracollo rispetto al loro valore.

Fonte: New York Times

Trecento arresti a Londra per le manifestazioni per il clima

Oltre trecento persone sono state arrestate durante le proteste per il clima nel centro di Londra. I manifestanti appartengono soprattutto al movimento Extinction Rebellion, che vuole che il governo dichiari l’emergenza climatica ed ecologica, riducendo le emissioni a zero entro il 2025 e chiede stabilire un’assemblea di cittadini sui temi del clima e della giustizia ambientale. I manifestanti hanno anche impedito la distribuzione di alcuni giornali di proprietà di Murdoch, accusati di diffondere falsità rispetto alla crisi climatica.

Fonte: The Independent

Virus più potenti e difficili da combattere a causa del cambiamento climatico

Il riscaldamento globale rischia di aumentare la potenza di alcune malattie infettive, rendendo i virus più difficili da uccidere. Lo hanno stabilito alcuni ricercatori svizzeri attraverso un esperimento, per il quale hanno creato due popolazioni di enterovirus diverse, incubandola in acque calde e fredde. Esposti ai disinfettanti, i primi si sono dimostrati più forti dei secondi. I virus che si adattano a un ambiente più caldo restano infettivi più a lungo e sono più resistenti ai disinfettante.

Fonte: The Independent

Oltre un miliardo di persone a rischio migrazione entro il 2050

Più di un miliardo di persone rischia di doversi spostare entro trent’anni a causa della crisi climatica, con conseguenti, enormi impatti sia nei paesi in via di sviluppo che sviluppati. Secondo l’Istituto per l’Economia e la pace, 1,2 miliardi di persone vivono in 31 paesi che non sono sufficientemente resilienti alle minacce ecologiche, tra cui ridotte quantità di cibo e acqua e esposizione a disastri naturali. Tra questi, Nigeria, Angola, Burkina Faso, Uganda, ma anche Cina, india, Pakistan, Iran,Kenya, Mozambico, Madagascar, Etiopia.

Fonte: The Guardian

Meno carne? Meno CO2 e minor aumento della temperatura

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Nature Sustainability, limitare o fortemente ridurre la carne rallenta i cambiamenti climatici, essendo la carne una delle prime responsabili della deforestazione a livello mondiale, nonché di emissioni di CO2 in atmosfera. I dati dicono che per ottenere cibo di origine animale occorre sfruttare l’83% delle aree dedicate all’agricoltura, mentre alimenti alternativi come lenticchie, fagioli e noci sono capaci di assorbire CO2. Secondo lo studio, sarebbero oltre dieci gli anni di CO2 rimossi dall’adozione massiccia di diete “plant-based” (interamente vegetali). La riconversione, secondo gli autori, dovrebbe essere portata avanti dalle nazioni più benestanti, perché per i più poveri rinunciare alle proteine animali è ancora economicamente insostenibile. La riduzione potrebbe anche aumentare la protezione della popolazione dal rischio di ulteriori pandemie.

Fonte: The Telegraph

Moriamo sempre più di inquinamento e caldo, anche in Europa

Secondo l’Eea, l’Agenzia Europea dell’Ambiente, un decesso su otto nel vecchio continente e la maggioranza dei morti prematuri – 400.000 morti l’anno – può essere ricollegato alle condizioni ambientali: inquinamento atmosferico, smog, contaminazione delle acque, ondate di calore e aumento della temperatura. Lo studio evidenza anche che i paesi maggiormente colpiti sono quelli dell’est Europa, tra cui Albania, Bosnia e Herzegovina.

Fonte: Bbc

Le industrie del petrolio premono per mandare la plastica in Kenya

L’industria del petrolio ha chiesto agli Stati Uniti di fare pressione sul Kenya per cambiare la sua stretta normativa contro la plastica che invade l’Africa. La richiesta è arrivata dall’American Chemistry Council. Gli ambientalisti temono che le pressioni trasformino il Kenya in un punto di transito per smaltire la plastica in altri paesi africani. Landry Ninteretse, uno dei leader dell’organizzazione internazionale “350.org”, ha detto: “L’Africa non è una pattumiera. Invece che fare danni, l’America dovrebbe pagare per anni di distruzioni già fatte”. “Una scelta tale sarebbe oltraggiosa e priva di coscienza”, ha detto a sua volta Inger Andersen, Executive Directordell’United Nations Environment Program (Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente). Il divieto della Cina di importare plastica nel 2018 ha spinto le compagnie a cercare nuovi posti dove “scaricare” la propria plastica, ma progressivamente tutti i paesi non occidentali cominciano a rifiutare e varare normative anti-importazione per proteggersi.

Fonte: The Independent

Cinque anni di azione climatica: risultati e azioni della Banca Mondiale

Dal 2015 la Banca Mondiale si è impegnata – grazie al Climate Change Action Plan, nato con gli accordi di Parigi – ad aumentare la percentuale della finanza climatica dal 20% del 2016 al 28% del 2020. Il target è stato raggiunto e superato negli ultimi tre anni. In totale, grazie al piano, circa 83 miliardi sono stati spostati nella finanza climatica. Tra gli indirizzi strategici del Piano, ci sono l’integrazione del cambiamento climatico in progetti e strategie, il miglioramento delle pratiche di uso del terreno e ripristino dei paesaggi, la protezione dei più vulnerabili dagli choc climatici, il passaggio a un trasporto a basso uso di carbone.

Fonte: Banca Mondiale

Il cambiamento climatico non si è fermato per il covid-19

Secondo il report di United in Science 2020, che riunisce alcune tra le più importanti organizzazioni scientifiche, il riscaldamento globale non ha subito arresti per il covid-19. Le concentrazioni di gas serra nell’atmosfera sono a livelli record e continuano ad aumentare. Le emissioni stanno riprendendo la direzione pre-pandemica dopo un declino temporale causato dal lockdown. E dunque il mondo non è sulla strada per fermarsi a un aumento delle temperature entro due gradi dal livello pre-industriale nel 2100. “Mai come oggi è chiaro che la transizione energetica e lo sviluppo sostenibile sono necessari. Dobbiamo trasformare la pandemia in una opportunità per un futuro migliore”, ha detto il Segretario Generale Dell’Onu António Guterres commentando il rapporto.

Fonte: United Nation Environment Programme

Consumi energetici: troppo riscaldamento d’inverno e sprechi

Nel nuovo report “I comportamenti energetici in ambito domestico. Dimensioni culturali, sociali e individuali”, nato in collaborazione tra Università Statale di Milano e Italia in Classe A (campagna sull’efficienza energetica promossa dal ministero dello Sviluppo Economico e realizzata da ENEA), si analizzano i problemi ambientali attraverso il focus dei comportamenti energetici individuali. Ne emerge una situazione contraddittoria: a un’elevata percezione del rischio, fa riscontro una scarsa percezione di responsabilità individuali, con una differenziazione territoriale tale da far pensare a modalità di intervento differenziate, che puntino su messaggi come il risparmio economico da un lato e la riduzione dei rischi per la salute dall’altro. Un elemento su cui agire è, ad esempio, la mancata riduzione dell’energia utilizzata per il riscaldamento invernale, soprattutto al settentrione, nonostante le condizioni climatiche siano molto cambiate (fa meno freddo).

Fonte: Enea

Il premio “green drop award” al film “Notturno” di Gianfranco Rosi

Al film “Notturno” di Gianfranco Rosi, in concorso alla 77a mostra del cinema di Venezia, è andato il Green drop award 2020 di Green Cross Italia, patrocinato dal ministero dell’Ambiente e dall’Enea. Il Green Drop Award è il premio istituito da Green Cross Italia, ONG internazionale fondata da Mikhail Gorbaciov, e assegnato durante la Mostra del Cinema di Venezia, Ha ritirato il premio – la goccia di vetro di Murano realizzata dal maestro Simone Cedese che quest’anno contiene la terra di Forada, a testimonianza della catastrofe climatica che colpì il pianeta cinquantasei milioni di anni fa e monito a non ripeterla – la produttrice Donatella Palermo di Stemal Entertainment. Della giuria di questa nona edizione del “Green Drop Award” hanno fatto parte, oltre a Green Cross Italia, esponenti dell’Enea, del Gse, dell’Anec e delle Film Commission.

Fonte: Adnkronos

Le proposte energetiche per il Recovery Fund e il ruolo chiave dell’idrogeno

209 sono i miliardi che spettano all’Italia una volta presentato il proprio Recovery plan. Il governo ha già preparato le linee guida, che puntano sulla decarbonizzazione del sistema dei trasporti, sull’efficientamento energetico in edilizia, sulla gestione integrata del ciclo delle acque, su un avanzamento dell’economia circolare. In particolare, tra i progetti appare la decarbonizzazione dell’Ilva grazie all’idrogeno, il reddito energetico per promuovere l’autoproduzione collettiva di rinnovabili, la conversione di 1200 impianti di biogas alla generazione di biometano, la creazione di una piattaforma di ricerca e sperimentazione sulle tecnologie di produzione e stoccaggio dell’idrogeno.

Fonte: Rinnovabili.it

Idrogeno verde e edifici efficienti, il piano francese per clima e ambiente

Circa 30 miliardi di euro destinati a una transizione ecologica. Oltre alla ristrutturazione e l’efficientamento degli edifici, sette miliardi verranno spesi per sviluppare l’idrogeno verde, fondamentale per la riduzione delle emissioni visto che il 70% delle emissioni francesi sono legate al consumo di energia.

Fonte: Rinnovabili.it

Entro il 2025 Enel chiuderà tutti gli impianti a carbone presenti sul territorio italiano

Via al carbone in Italia per Enel. A dare l’annuncio è stato lo stesso Carlo Tamburi, amministratore delegato di Enel Italia Spa in audizione alla Camera sul tema del Recovery Fund. La società, che di fatto segue quanto stabilito dalla normativa europea, convertirà gli stessi impianti così da farli funzionare con un mix di rinnovabili. Tamburi, sul tema del Recovery Fund, ha sottolineato che “è importante avere le autorizzazioni relative alle chiusure del 2021″. Dal primo gennaio, ha detto inoltre, “Enel chiuderà il sito a carbone Brindisi 2, e sempre nel 2021 chiuderemo gli impianti a carbone a Fusina e a La Spezia”.

Fonte: Tiscali

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