Salone di Torino

Tolto Salvini, restano Hitler, Sauditi e l’hard

Da “Mein Kampf”a Kim Jong-un e Gheddafi: testi, saggi e romanzi “dubbi” sparsi tra gli stand della kermesse

10 Maggio 2019

E uno ce lo siamo levati di torno, dopo il Daspo firmato da Appendino e Chiamparino e ratificato dagli organizzatori del Salone del libro. Ma, tolti Francesco Polacchi e la casa editrice legata a CasaPound (“È un attacco al ministro dell’Interno. Andremo per via legali”, le sue ultime parole famose), siamo sicuri che di fascio-fascette non ne sia rimasta nessuna? Abbiamo attraversato i 63mila metri quadrati del Lingotto alla ricerca del politicamente scorretto, tra editori scandalosi, autori negazionisti, nemici dei diritti umani e amici di Salvini.

TERRORISMI. Molti i pericoli per chi entra e chi esce: in faccia ai primi è sparato il cartellone “NEL MIRINO”, stampato pure in bella mostra sulle piantine; inseguono, invece, i secondi sciami di ragazzini con borse apocalittiche. “La nostra casa è in fiamme”, minacciano le borse. Relax: si tratta solo di una mostra fotografica e del libro di Greta Thunberg (Mondadori).

NAZIFASCISMO. A pochi metri dallo stand del Treno della memoria – che ha ospitato ieri mattina l’intervento di Halina Birenbaum, sopravvissuta ad Auschwitz –, si vende il Mein Kampf, “una pubblicazione necessaria perché le opinioni di tutti, pur essendo o meno condivise, sempre devono essere ascoltate prima di venir confutate”, riporta la quarta di copertina delle Edizioni clandestine, che hanno deciso di licenziare Hitler per “scongiurare la paura universalmente diffusa delle idee”. Del führer pubblicano anche i Discorsi, accanto all’Omicidio Berlusconi e Il suicidio Renzi, e buono è il catalogo di classici, dai diritti delle donne a Rousseau e Lenin. Poco oltre, all’angolo, è allestita la Libreria della poesia, in pratica “casa Pound”, mentre Giovanni Gentile è edito dalla Normale. Tutti circondati da “editori defascistizzati”.

SOVRANISMO. Francesco Giubilei (autore ed editore inserito nella lista di proscrizione di Christian Raimo) espone in bella vista il suo Europa sovranista. Da Salvini alla Meloni, da Orbán alla Le Pen. Per il resto, Salvini è desaparecido: non c’è il libro-intervista di Chiara Giannini per Altaforte, per mancanza di mensole, e non c’è neppure Secondo Matteo Salvini, pubblicato nel 2016 da Rizzoli. Ma nello spazio di Rizzoli i commessi fanno finta di non conoscerlo. Uscito dalla finestra, il vicepremier rientra dalla porta grazia a Gonzo Editore, che gli dedica un fumetto nella sua collana iconoclasta. Di nome Barabba: la collana. I massoni, invece quest’anno, non sono pervenuti.

DITTATORI. Per i tipi di Alcatraz – tutto un programma – si trovano Pensieri, parole, opere e omissioni di Kim Jong-un, mentre il Libro Verde di Muammar Gheddafi è stampato da Gog – accanto a Papini e Drieu La Rochelle –, che “continua a sabotare e scardinare il sistema editoriale italiano”. Non ditelo a Chiamparino e Appendino, che forse ignorano anche l’ultima raccolta di Aragno firmata da Benito Mussolini, quando era ancora un socialista in erba, Angelo Tasca e Antonio Gramsci: scritti sinistrorsi tra il 1912 e il 1916. Solo per blasfemi.

VIETATO AI MINORI. Care maestre, attenzione a non farvi scappare gli scolaretti; è un attimo che spuntano gli Haiku erotici (Luni): “Mi tira spesso è vero/ ma non sulle fessure dormienti/ dice il confuciano”. Meno scollacciate sono invece le Sky Doll di Alessandro Barbucci e Barbara Canepa, per Bao Publishing, che domani sarà preso d’assalto da Zerocalcare and friends. Affollato pure il bancone delle Edizioni della goccia, con bottiglie en pendant con le copertine. Da Scampia sono arrivati infine gli “spacciatori di libri”, i virtuosissimi Marotta e Cafiero, orgogliosi paladini dell’“editoria terrona”.

VIETATO AI MANICHINI. Il Paese ospite d’onore di questa 32esima edizione è Sharjah, uno dei sette Emirati Arabi Uniti, anche se gli organizzatori – con furberia politicamente corretta – citano sempre e solo, come ospite, la lingua spagnola. Questo emirato, come gli altri, non brilla per rispetto dei diritti umani (vedi Amnesty International), né per libertà di espressione, figuriamoci sessuale: le relazioni al di fuori del matrimonio (eterosessuale) sono un crimine e “le donne continuano a essere discriminate nella legge e nella prassi”. Il 75 per cento di queste è persino “riluttante” a occuparsi di teatro, peraltro soggetto a censura e controllo da parte delle autorità statali. Eppure, qualcosa si muove, soprattutto dal punto di vista culturale, tanto che l’Unesco ha nominato Sharjah Capitale del mondiale del libro 2019. Meno vistoso e capitalistico degli altri, quest’emirato è comunque ultraconservatore: basti pensare al bando pubblico di iconoclastia del 2018, con cui si è vietata la rappresentazione della figura umana. E così i centri commerciali sono stati ripuliti da qualsiasi manichino.

RAGGIRI. A parte gli stand fuori tema e/o luogo, da chi vende collanine a chi propina consulenze familiari, psicoattitudinali, psicocasuali, numerosi sono gli spacciatori di bufale, tipo i corsi per diventare Genio in 21 giorni o gli opuscoli che svelano i misteri della Bibbia. Il più truffaldino di tutti, però, resta il libro che promette Il segreto della felicità. A soli 14,90 euro.

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