Un cartello attaccato con il nastro isolante, adesivi di Natale rimasti sulle piastrelle del bagno, una foto sgranata di un viaggio in macchina. Leonardo Pieraccioni, a ridosso del Natale, affida a Instagram un racconto intimo e diretto sul tempo che passa e su sua figlia che non è più bambina. Non c’è costruzione, non c’è posa: solo frammenti di vita quotidiana che diventano memoria. “A casa mia resiste ancora qualche passaggio della mia figliola ‘piccola’”, scrive l’attore e regista fiorentino. Cita “un cartello sulla porta di un enigmatico Laboratorio certificato”, gli adesivi natalizi che lei aveva messo in bagno, “un barattolo di pietrine verdi con le quali mi sembrava ci parlasse”. Oggetti rimasti lì, mentre tutto il resto è cambiato. Oggi sua figlia ha quindici anni, la porta della stanza è chiusa, il telefono sempre in mano. Pieraccioni la ascolta parlare di nascosto e sorride: “La Didi dice che la Mimi porta la Dudi dalla Lizzi”. Diminutivi che, scrive, “hanno abbreviato anche 15 anni in un secondo”.
Il passaggio dal presente al passato è immediato: “Guardo il cartello e le pietrine verdi e mi chiedo come sia potuto passare tutto nel tempo di uno starnuto”. La nostalgia non è mai dichiarata, ma attraversa tutto il racconto. In cucina c’è una foto che per lui è diventata un punto fermo: “Quando abbiamo fatto ‘un viaggio’ in 500. Mi ricordo perfettamente come rideva alle salite”. Il post si allarga poi a un ricordo ancora più lontano, di quando Pieraccioni aveva diciassette anni. Racconta di una settimana passata a vendere porta a porta i primi telefoni con il vivavoce. “Ne vendetti uno solo. Lo comprò una signora, per il figlio”. Dopo avergli dato i soldi, quella donna gli disse una frase che allora gli scivolò addosso: “I figli ti rubano gli anni, ma poi te li rendono in ricordi”. “Alla frase non ci feci troppo caso”, ammette. “Però la memorizzai. Pensai che prima o poi mi sarebbe tornata in mente”.
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