Prima il rocambolesco furto al Louvre, ora il colpo all’Eliseo. In Francia tre persone sono state arrestate per aver sottratto un centinaio di stoviglie d’argento e preziose porcellane di Sèvres nel palazzo della presidenza della Repubblica. Teatro del colpo ‘XXL’, come titola oggi il quotidiano Le Parisien, il primo a rivelare la notizia, è infatti proprio lo storico (e sorvegliatissimo) palazzo della presidenza francese, in rue du Faubourg Saint-Honoré, dove risiede il presidente Emmanuel Macron con la moglie Brigitte. Come si legge sul Guardian, le forze di polizia hanno recuperato gli oggetti preziosi, il cui valore si attesta sui 40 mila euro. I ladri sono un addetto alle argenterie e due complici. Il piano dei tre era quello di vendere la refurtiva su Vinted. Secondo quanto riportato dal quotidiano inglese, per due anni il maggiordomo avrebbe sottratto dal palazzo le stoviglie e la porcellana.
La scoperta degli investigatori
Ad accorgersi degli oggetti preziosi mancanti sarebbe stato un dipendente del palazzo. Nell’auto e nell’armadietto dell’addetto all’argenteria gli investigatori hanno rivenuto posate d’argento, porcellane, coppe da champagne e pentole di rame. I tre ladri sono comparsi davanti al giudice e dovranno rispondere dei reati di furto aggravato e ricettazione di beni culturali iscritti nel patrimonio nazionale. Il processo inizierà il prossimo 26 febbraio.
Il furto
Per due anni decine di pezzi – oltre un centinaio tra tazze, scodelle e piatti della prestigiosa Manifattura di Sèvres – sono stati discretamente sottratti dai servizi presidenziali. Gli stessi usati per le serate di gala e i pranzi di Stato di Macron. Il Maitre d’Hotel li conosceva bene: è lui, infatti, che per oltre cinque anni era incaricato di imbandire i banchetti. Al suo fianco, nel box degli imputati a Parigi, il trentenne Ghislain M e un terzo uomo antiquario a Versailles, tutti processati per furto e ricettazione. Dopo averlo contattato sui social network, Ghislain M. avrebbe convinto il maggiordomo dell’Eliseo a sottrarre dal palazzo le porcellane, con la complicità del terzo uomo anch’egli esperto di antichità. Il maggiordomo è anche accusato di aver falsificato l’inventario degli oggetti all’Eliseo prima che quelle misteriose scomparse non divenissero troppo evidenti, al punto da insospettire la sicurezza. Martedì, i gendarmi hanno fatto scattare i fermi simultanei nel Loiret e a Versailles. La perquisizione nell’appartamento di Versailles ha permesso di recuperare buona parte della refurtiva. Ghislain M. è “stato indubbiamente travolto dalla sua passione“, è stata la linea difensiva del suo legale in tribunale. Ironia della sorte: il giovane appassionato di ceramiche antiche è anche impiegato come custode di sala al Louvre, il museo parigino colpito due mesi fa dal rocambolesco furto dei gioielli della corona.
Anche se i due casi non sembrano in alcun modo legati, i giudici lo hanno comunque subito interdetto dall’incarico. Secondo Le Figaro, all’indomani del colpo al Louvre, il 19 ottobre, Ghislain M, avrebbe anche avuto l’ardire di apostrofare pubblicamente la presidente del museo, Laurence de Cars: “A un certo punto – disse in occasione di un’assemblea dei dipendenti – dovete anche scendere dai vostri uffici, avete perso il contatto con gli spazi espositivi, non bisogna mica prenderci per degli imbecilli!”. Un’uscita che suscitò raffiche di applausi tra i lavoratori del Louvre. Tutti i principali imputati si sono impegnati a restituire le porcellane rubate ancora in loro possesso.