Storie dal Mondo

“Sono stata cacciata da un ristorante perché mi sono messa ad allattare mia figlia. Ho deciso di pubblicare il video del proprietario che urla per una ragione”: la storia di Aris Smith Kopiec

Siamo a Blue Ridge, in Georgia, e i fatti risalgono allo scorso novembre. Kopiec assieme al marito e ai tre figli di 4 mesi, 2 anni e 4 anni, decidono di cenare al Toccoa Riverside Restaurant. Durante il pasto, la piccola di quattro mesi comincia ad agitarsi...

di Redazione FqMagazine
“Sono stata cacciata da un ristorante perché mi sono messa ad allattare mia figlia. Ho deciso di pubblicare il video del proprietario che urla per una ragione”: la storia di Aris Smith Kopiec

Si chiama Aris Smith Kopiec la mamma che ha deciso di raccontare la sua storia prima sui social e poi a People. Kopiec è stata cacciata da un ristorante per essersi messa ad allattare sua figlia. Siamo a Blue Ridge, in Georgia, e i fatti risalgono allo scorso novembre.

Kopiec assieme al marito e ai tre figli di 4 mesi, 2 anni e 4 anni, decidono di cenare al Toccoa Riverside Restaurant. Durante il pasto, la piccola di quattro mesi comincia ad agitarsi: “Mio marito me l’ha passata e io l’ho attaccata al seno. Poi mi ha dato una coperta e io ero seduta dando le spalle al resto dei clienti del ristorante. Dopo poco, la bambina si è addormentata e io ho continuato a tenerla in braccio, senza più allattarla”. Appena finita la cena, la mamma e i figli decidono di uscire dal locale quando il proprietario si mette a gridare – si vede in un video postato sui social proprio da Kopiec – che Kopiec non avrebbe dovuto allattare: “Non puoi fare queste cose qui. Vai in un angolo”.

Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da Aris Kopiec (@ariskopes)

La mamma ha raccontato a People: “Gli ho detto che in quel momento non stavo allattando attivamente, ma ha continuato a urlare che l’allattamento non era consentito e che doveva ‘proteggere il suo ristorante’. Gli ho spiegato che stavo uscendo a prendere una boccata d’aria e lui mi ha detto ‘bene, vattene'”. Allora Kopiec è andata a prendere le sue cose ma prima di uscire ha detto al proprietario del ristorante che “l’allattamento è legalmente tutelato in Georgia e che, se voleva proteggere la sua attività, avrebbe dovuto rispettare la legge”. Dopo la pubblicazione del video sui social, Kopiec racconta di avere ricevuto un “supporto travolgente e ne sono incredibilmente grata“. E ancora: “Leggere quei commenti mi ha fatto capire ancora di più perché condividere questa storia fosse importante non per provocare, ma per mostrare quanta educazione ed empatia siano ancora necessarie su qualcosa di così basilare come nutrire un bambino (…). Avrei dovuto sedermi di nuovo e rifiutarmi di muovermi? Sarebbero state chiamate le forze dell’ordine? E, se fosse successo, avrebbero conosciuto la legge? Tutto questo mi passava per la testa mentre i miei figli stavano lì a guardare un uomo adulto urlare contro la loro madre”.

E Kopie conclude: “Se questa storia aiuterà anche un solo genitore a sentirsi più sicuro nell’allattare il proprio bambino o nel difendere i propri diritti, allora qualcosa di significativo sarà nato da un’esperienza davvero scomoda”.

Precedente
Precedente
Successivo
Successivo
Playlist

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione